Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli, santi e donatore (Cosmè Tura)

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GBR Londra NationalGallery C.Tura Mad.+Bambino+Angeli 1470-74.JPG
Cosmè Tura, Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli musicanti (1470 - 1474), tempera su tavola
Polittico Roverella
Opera d'arte
Stato

bandiera Regno Unito

Nazione bandiera Inghilterra
Regione ecclesiastica [[|]]
Contea City of London
Comune

Londra

Località
Diocesi Westminster
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica National Gallery
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Ferrara
Luogo di provenienza Chiesa di San Giorgio fuori le Mura
Oggetto polittico
Soggetto Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli musicanti, santi e donatore; Compianto su Gesù Cristo; Storie dell'infanzia di Gesù
Datazione 1470 - 1474
Datazione
Datazione Fine del {{{fine del}}}
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Ambito culturale scuola ferrarese
Autore

Cosmè Tura (Cosimo Tura)
detto Cosmè Tura

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio e tempera su tavola
Misure
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni

Il Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli, santi e donatore (detto Polittico Roverella) è un dipinto, eseguito tra il 1470 e il 1474, ad olio e tempera su tavola, da Cosimo Tura, detto Cosmè Tura (1430 ca. - 1495), proveniente dalla Chiesa di San Giorgio fuori le Mura a Ferrara, oggi smembrato in più musei e in parte disperso.

Descrizione

Il polittico era composto di sei scomparti organizzati su due registri e impostato su una predella.

Registro centrale

Gli scomparti del registro centrale noti sono:

Scomparto centrale

Lo scomparto con la Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli musicanti, realizzato ad olio su tavola (239x101.6 cm), è conservato presso la National Gallery di Londra (Gran Bretagna)[1][2].

Nel dipinto, di fronte ad una volta a cassettoni, compaiono:

  • Madonna, seduta sulla sommità di un trono monumentale, secondo uno schema piramidale che in quegli anni si andava affermando anche a Venezia. Il seggio ha uno schienale a forma di nicchia conchigliata, decorato da lapidi ebraiche, grappoli d'uva in bronzo, mascheroni grotteschi e putti dai colori metallici che reggono un festone di perle e corallo.
  • Gesù Bambino addormentato sulle ginocchia di Maria Vergine.
  • Quattro angeli musicanti, disposti lungo i gradoni che conducono al trono sono disposti quattro angeli musicanti
  • Due angeli musicanti, inginocchiati ai piedi del trono, intenti a suonare un organo, azionando un mantice.

Lo scomparto faceva parte della collezione Zafferini di Ferrara, dalla quale passò al bergamasco Frizzoni, da questi al londinese lord Eastlake in cambio di un'altra opera con Madonna, attribuita al pittore lombardo Giovanni Cariani (1485 - 1547).

Scomparto laterale sinistro (frammento)

Il frammento di scomparto con San Giorgio, eseguito a tempera su tavola (38.7x29 cm), è custodito presso il Museum of Art di San Diego (Stati Uniti d'America) [3][4].

Il dipinto faceva parte della collezione del barone von Lanna a Praga (Repubblica Ceca). Nel 1929, è documentato a Londra presso un proprietario privato, che in seguito lo donò al Museum of Art di San Diego (Stati Uniti d'America).

Scomparto laterale destro

Lo scomparto con San Maurelio, san Paolo con Niccolò Roverella, dipinto a tempera su tavola (155x76 cm), è conservato presso la Galleria Colonna di Roma[5];

Nella figura inginocchiata, di cui il Baruffaldi non parlava, viene identificato l'abate Niccolò Roverella, fratello degli altri due uomini di Chiesa, Bartolomeo e Lorenzo, priore di San Giorgio e successivamente visitatore generale dell'ordine olivetano.

Il dipinto in precedenza era collocato nella Parrocchia di San Tommaso a Ferrara. Più tardi passò alla collezione Nagliati di Pontelagoscuro.

Registro superiore

Cosmè Tura, San Maurelio, san Paolo con Niccolò Roverella (1470 - 1474), tempera su tavola; Roma, Galleria Colonna

Lo scomparto del registro superiore, a lunetta, raffigura:

Nel dipinto compaiono:

  • Gesù Cristo adagiato nelle ginocchia della Madonna che gli sorregge le braccia, insieme a san Giovanni evangelista a destra. Il suo corpo appare livido e legnoso, contratto e deformato dalla morte, all'opposto degli ideali anatomici classici.
  • Pie donne, Giuseppe di Arimatea e Nicodemo che si dispongono attorno al gruppo centrale della Pietà; le loro espressioni, come quelle della Madonna e dello stesso san Giovanni, sono marcate e teatrali, ed enfatizzano ancora di più la tensione drammatica creata dalla cupa gamma cromatica della scena.

Lo scomparto apparteneva al ferrarese Zafferini, dal quale passò per Brescia nelle collezioni Resini e Fiorani, quindi - nel 1863 - pervenne al Museo del Louvre di Parigi dalla collezione Campana.

Predella

La predella era composta di un numero imprecisato di tondi (forse sette), dei quali se ne conoscono tre raffiguranti altrettante Storie dell'infanzia di Gesù.

I - Scomparto di predella

Lo scomparto con la Circoncisione di Gesù, realizzato a tempera su tavola trasportata su tela (diametro 38.6 cm), è esposto presso l'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (Stati Uniti d'America) [8][9].

Nel dipinto compaiono:

Il dipinto faceva parte della collezione romana di Santa Fiora, quindi di quella della marchesa Passeri, che nel 1901 lo vendette all'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston con la mediazione di Richard Norton.

II - Scomparto di predella

Lo scomparto con l'Adorazione dei Magi, eseguito a tempera su tavola (diametro 38,7 cm), è custodito presso il Fogg Art Museum di Cambridge (Stati Uniti d'America) [10].

Come lo scomparto con la Circoncisione anche questo dipinto faceva parte della collezione romana di Santa Fiora. In seguito fu donato al Fogg Art Museum di Cambridge dalla collezione Cary.

III - Scomparto di predella

Lo scomparto con la Fuga in Egitto, dipinto a tempera su tavola (diametro 39.7 cm), è conservato presso il Metropolitan Museum di New York (Stati Uniti d'America) [11][12].

Il dipinto faceva parte della collezione Graham, poi di quella Benson, entrambe londinesi. In seguito pervenne a New York nella raccolta di Jules S. Bache.

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

  • Per acuto contrasto cromatico il drammatico gruppo del Compianto nella lunetta superiore doveva assumere un forte risalto. Qui le figure si affacciano dalla semioscurità di uno spazio coperto da una volte a botte fortemente scorciata dal basso, che ha la funzione di amplificare il ritmo semicircolare dell'arco di chiusura del sottostante trono della Madonna.
Cosmè Tura, Compianto su Gesù Cristo morto (1470 - 1474), tempera su tavola; Parigi, Museo del Louvre
  • Splendido, nel Compianto, è il bilanciarsi delle figure attorno all'asse centrale di Maria Vergine, tagliato dalla diagonale del corpo inerte di Gesù; implacabile il riflettore della luce radente che cade da destra scavando ombre oscure nei manti e conferendo un evidenzia statuaria al gruppo.
  • Alcuni storici dell'arte intravedono nell'opera il riflesso sia della monumentalità della Pala di San Zeno (1456 - 1460) di Andrea Mantenga, sia della partecipazione emozionale ispirata ai numerosi gruppi scultorei raffiguranti il Compianto su Gesù Cristo morto allora molto diffusi nel territorio emiliano.
  • Notevoli dovevano poi essere, nel complesso, gli scorci prospettici con punto di fuga ribassato, che permettevano di vedere le volte a cassettoni degli sfondi architettonici, com'è ben evidente nello scomparto centrale.

Iscrizioni

Cosmè Tura, San Giorgio (1470 - 1474), tempera su tavola; San Diego (USA), Museum of Art

Nello scomparto centrale con la Madonna si trovava un'iscrizione collocata sulla cassa dell'organo, documentata nel XVIII secolo da Girolamo Baruffaldi e parzialmente riportata alla luce con il restauro del 1951 - 1952, dove si leggeva:

« Surge puer. Roverella fores gens pulsat: apertum / redde aditum. Pulsa, lex ait, intus eris. »

Inoltre, ai lati del trono si trovano iscrizioni in caratteri ebraici, su lapidi nella tipica forma giudaica: dopotutto va ricordato che a Ferrara esisteva un'importante comunità ebraica.

Notizie storico-critiche

Il dipinto fu eseguito su commissione di Bartolomeo Roverella (1406 - 1476), abate del monastero olivetano e cardinale, per commemorare suo fratello Lorenzo, prima medico del papa Niccolò V (1447 - 1455) e poi vescovo di Ferrara, morto nel 1474.

Il polittico, collocato nella Chiesa di San Giorgio fuori le Mura, nel 1709, durante una battaglia, venne fortemente danneggiato da una bomba; in tale occasione fu rimosso, smembrato e andò in gran parte disperso.

Per comprendere quest'opera nel suo intero complesso fa testo una descrizione settecentesca dell'erudito e prelato, Girolamo Baruffaldi, il quale scriveva:

Cosmè Tura, Polittico Roverella (ricostruzione), 1470 - 1474
« Era scompartito in campi, nel cui mezzo vedovasi assisa Maria Vergine col bambino Gesù sulle ginocchia in atto di dormire. Stavanle d'intorno dalle parti diversi angeli suonanti varii strumenti musicali, con due altri a piedi pur essi in atto di toccare un organuccio ivi piantato, nella cassa del quale organo, o sia base che lo sostiene, si leggevano questi versi che io ho trovato essere stati composti da Ludovico Bigo Pittorio poeta ferrarese come si legge nel suo "Tumultuariorum Carminum Lib. 2": "Surge puer. Roverella fores jam pulsat, apertum / Redde aditum. Pulsat, respice, tutus eris". [...] Il ritratto dello stesso Roverella vestito con pianeta all'antica, piegata sulle braccia, che sembra vestito in foggia monacale, ma ben si può paragonare colla statua marmorea del deposito e si vedrà essere similissimo. Sta egli ginocchioni in atto di battere colla mano non so qual cosa e s'accorda benissimo con ciò che dicono i versi sopraddetti "Roverella fores jam pulsai". Vi sono ancora le intere figure dei santi Pietro e Paolo, Giorgio e Maurelio, e un altro monaco ginocchioni, poi li santi Bernardo e Benedetto in altri comparti. Al di sotto nella base della tavola avvi alcune tavolette, dove stanno effigiati alcuni atti de' medesimi santi Benedetto e Bernardo, ma in piccole figure. Al di sopra poi del semicircolo del frontale si rende venerabile l'effigie di Maria Vergine con Gesù Cristo morto sulle ginocchia, compianto dolorosamente da san Giovanni evangelista e dalle Marie. Il tutto era con tanta minutezza e studio lavorato e sì pulitamente e con tal finezza, che ben vi si scorge la pazienza e la diligenza dell'artefice. »

Spetta allo storico dell'arte Roberto Longhi (1890 - 1970) il merito di aver idealmente ricostruito, fin dal 1934, l'insieme, indicandone le parti superstiti e la disposizione:

Inoltre, nel registro superiore vi era il coronamento a lunetta con il Compianto su Gesù Cristo morto e nella predella i tre tondi con Scene dell'infanzia di Gesù:

Note
Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 2, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 351 - 352 ISBN 9788842445227
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore Zanichelli, Bologna 1999, aa. 56 - 57 ISBN 9788808079503
  • Marcello Toffanello, Cosmè Tura, col. "Art Dossier", Editore Giunti, Firenze 2007 ISBN 9788809053298
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, Editore Mondadori-Electa, Milano 2002, p. 96 ISBN 9788843582594
  • Stefano Zuffi, La pittura italiana, Editore Mondadori-Electa, Milano 1997, p. 76 ISBN 9788843559114
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 22 agosto 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.