Monte Athos

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Coordinate: 40°09′29″N 24°19′49″E / 40.157979, 24.330210

Mappa della Grecia con in rosso la penisola del monte Athos
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
Monte Athos
Mount Athos
Iviron Aug2006.jpg
Tipologia Misti
Criterio (i) (ii) (iii) (iv) (vi)
Pericolo Bene non in pericolo
Anno 1988
Scheda UNESCO inglese
francese
Patrimoni dell'umanità in Grecia

La Repubblica del Monte Athos (in greco Άγιον Όρος, Ághion Óros) pur appartenendo formalmente al territorio dello Stato greco, che vi mantiene un governatore nominato dal Ministro degli Esteri greco, è classificata dal diritto ellenico come entità teocratica indipendente detta anche teocrazia. Infatti, nonostante la Grecia faccia parte dell'Unione europea e abbia abolito i controlli doganali, l'ingresso è sottoposto a una particolare giurisdizione restrittiva: per entrarvi è infatti necessario uno speciale permesso di soggiorno, il Dhiamonitirion (Διαμονητηρίων), che permette di visitare Monte Athos per 4 giorni. Si può comunque richiedere in loco un'estensione per altri 2-3 giorni. Dipende direttamente dal Patriarca di Costantinopoli. Formalmente fa parte della Macedonia Centrale, con cui confina per una sottile striscia di terra.

Storia

Primi secoli

Una pia tradizione monacale racconta che la nave che trasportava la Vergine Maria e Giovanni, durante un viaggio per andare a trovare San Lazzaro a Cipro, venisse colta da una tempesta e fece naufragio sulle coste atonite. Maria visitando la penisola fu stupita dalla bellezza selvaggia dei luoghi e rivolse una preghiera a suo Figlio di farne un suo giardino, si udì allora una voce che disse "Ἔστω ὁ τόπος οὖτος κλῆρος σός καί περιβόλαιον σόν καί παράδεισος, ἔτι δέ καί λιμήν σωτήριος τῶν θελόντων σωθῆναι" (Che questo luogo sia tua eredità e giardino, paradiso e rifugio di salvezza per coloro che cercano la salvezza).

Di certo la penisola divenne luogo di ritiro per anacoreti a partire dal IV secolo. Durante il regno di Giuliano l'apostata, molti edifici religiosi vennero distrutti. Molti templi pagane vennero distrutti successivamente sotto Teodosio I (383-395).Esichio di Alessandria annotava che nel V secolo era ancora presente un tempio pagano a Zeus. Dopo la conquista araba dell'Egitto, nel settimo secolo, molti monaci ortodossi della Tebaide, si trasferirono sulla penisola. Un antico documento testimonia che gli eremiti vivevano in semplici capanne di legno e paglia, digiunando e pregando e cibandosi solo dei frutti della foresta e del mare.

Epoca bizantina: i primi monasteri

Varie testimonianze di cronisti del ottavo e nono secolo attestano la presenza di religiosi nella penisola. Lo storico Genesio registra che monaci atoniti erano presenti al Concilio di Nicea del 787. Il monaco Efrimoio il Giovane visse sulla montagna attorno all'860 formando la prima skita detta poi di San Basilio. Le prime testimonianze di costruzioni di veri e propri monasteri sono del 883. Con la Crisobolla dell'imperatore Basilio I del 885 la Santa Montagna viene donata ai monaci con il divieto di accesso a non religiosi, di fatto da questo momento la penisola diventa una teocrazia e così è rimasta fino ai nostri giorni. Nel 962 Sant'Atanasio l'Atonita (Άγιος Αθανάσιος ο Αθωνίτης) edificò una chiesa dedicata alla Santa Vergine e l'anno successivo iniziò, con l'aiuto dell'imperatore Niceforo II, la costruzione del monastero della Grande lavra tutt'ora presente.

Periodo ottomano

Costantinopoli cadde in mano musulmana nel 1453, ma il sultano Maometto II accordò un permesso ai monaci atoniti che continuarono ad abitare la penisola. Il XV e XVI secolo furono relativamente tranquilli per la comunità monastica, che vide la costruzione dell'ultimo monastero Stavronikita che ottenne dal Patriarca di Costantinopoli Geremia I, lo statuto di monastero a pari diritti con gli altri monasteri atoniti nel 1543. In seguito l'isolamento in cui di fatto la comunità monastica si trovò, rispetto al mondo cristiano e una pesante pressione fiscale la parte dell'impero ottomano, rese molto dura la vita dei monaci. Questo a portato nel XVII secolo all'introduzione nei monasteri della regola monastica di tipo idiorritmico invece di quella di tipo cenobitico, essa permise alle comunità monastiche di superare questo difficile momento. Contrariamente alla vita cenobitica questo sistema permetteva la proprietà privata, la famiglia monastica composta da cinque o sei monaci è presa a carico dal presidente (proestòs) il quale, come un padre di famiglia, ha il peso finanziario del mantenimento dei monaci. Fino al XIX secolo comunque le condizione dei monasteri furono dure e affrontarono un lento ma costante declino. Nell'ottocento fu la zar di Russia a ridare sostegno alle comunità monastiche con grandi donazioni. La popolazione monastica crebbe durate tutto il secolo raggiungendo nel 1902 il numero di 7000 monaci.

Era moderna

Con la Prima guerra balcanica la Grecia prende possesso del territorio. Dopo un breve conflitto diplomatico tra Grecia e Russia sulla sovranità, la penisola passò formalmente sotto sovranità greca dopo la Prima Guerra Mondiale.

Organizzazione

Si trova nella "lingua" più orientale della Penisola Calcidica ed è abitata da circa 1500 monaci ortodossi distribuiti in 20 monasteri principali o laure, oltre a 12 Skiti (comunità di monaci singoli sorte intorno a chiese) e a circa 250 Celle, o eremi isolati. Tutte le Skiti o le Celle sono autonome per quel che riguarda la loro vita interna, ma ricadono sotto la giurisdizione di uno dei 20 monasteri principali per quel che riguarda i problemi generali della vita monastica e i problemi amministrativi.

Ognuno dei 20 monasteri principali elegge un proprio superiore e i rappresentanti per la Santa Assemblea che esercita il potere legislativo su tutto il Monte Athos.

L'unica città, che funge da capitale, è Karyai: qui hanno sede le istituzioni della repubblica monastica, la tesoreria, gli alloggi dei rappresentanti dei vari monasteri, la farmacia, le poste, un piccolo ospedale, alcune botteghe e una foresteria. Vi risiede anche il governatore dello stato greco. La città, al centro della penisola di Athos e a 375 m s.l.m., è stata costruita intorno al IX secolo, in un sito nelle cui vicinanze sorgeva nell'antichità un santuario dedicato alla dea Artemide. A Karyai è conservata il Tragos, un rotolo di pergamena redatto nel 971 dagli Igumeni dei monasteri athoniti e controfirmato e sigillato dall'imperatore Giovanni Zimisce, che sancisce l'indipendenza perpetua del Monte Athos.

Mezzi di trasporto

Il traghetto proveniente dalla città greca di Uranopoli, l'unico mezzo per arrivare in questa repubblica, arriva al porto di Dafni, da dove una corriera porta alla minuscola capitale. Per spostarsi tra i vari monasteri occorre fare affidamento sulle poche corriere, sui mezzi degli stessi monasteri, che all'occorrenza trasportano i visitatori, sui battelli che collegano i monasteri o le skiti sulla costa e, soprattutto, sulle proprie gambe. I sentieri, specie nella parte sud, sono spesso impervi e scoscesi, inadatti a chi soffre di vertigini. Vi è un secondo battello, più piccolo, che collega i monasteri della costa est partendo dal porto di Ierissos. Viaggia solo in caso di bel tempo e quindi i collegamenti non sono sempre garantiti e sicuramente mai nella stagione invernale.

Il divieto di ingresso alle donne

Trattandosi di un territorio abitato da monaci, per lunga tradizione a Monte Athos possono entrare solo uomini. Il controllo viene effettuato all'imbarco da Uranopoli e, se necessario, viene ripetuto all'arrivo a Dafni. Una credenza popolare a riguardo racconta che il divieto si estenderebbe anche agli animali. La notizia è infondata ma in realtà il divieto di accesso alle donne è stato così rigoroso nel corso della millenaria storia dell'Athos, che solo poche volte è stato infranto. Ciò è capitato ad esempio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando un gruppo di partigiani comunisti, tra cui alcune donne, entrarono nella montagna sacra.

L'ospitalità monastica

Una delle caratteristiche principali del Monte Athos è che i visitatori sono ospitati dai vari monasteri. Per questa ragione il loro ingresso è limitato e l'accoglimento delle richieste può richiedere molti mesi. Solo il 10% circa dei 30.000 visitatori annui ammessi sono stranieri. La vita interna e gli spostamenti tra i vari monasteri sono regolati dalla vita quotidiana monastica. Il tramonto, secondo l'antica consuetudine, corrisponde alla mezzanotte e i monaci si svegliano nella notte, all'ora sesta nel loro orologio tradizionale, per la preghiera. Il pranzo avviene verso le 11 e la cena verso le 17. I visitatori mangiano con i monaci e tutto si svolge in non più di 15 minuti, mentre un monaco legge le Scritture: mangiare, infatti, distrae dalla preghiera, scopo principale della loro vita. I visitatori vengono accolti al loro arrivo da un monaco che offre loukoumies, raki e acqua. Vengono poi accompagnati nella foresteria dove si dorme in camerate con servizi comuni. Naturalmente possono partecipare alle varie funzioni religiose, ed in effetti questo è quel che fa la maggioranza dei visitatori, che si comportano da veri pellegrini ortodossi.

È buona norma assicurarsi, mediante prenotazione, che il monastero dove si è previsto di fare tappa abbia posti disponibili nella foresteria. Non è infrequente, infatti, che pellegrini provenienti dal paese di origine dei monaci di quel monastero (ne esistono di Russi, Serbi, Bulgari, eccetera) abbiano già riempito la foresteria. In tal caso il monastero è visitabile, ma occorre dormire in un altro luogo.

Le ricche testimonianze storiche, artistiche, documentali e mistiche

L'Athos custodisce numerosi tesori artistici: antichi manoscritti, icone e affreschi dipinti dai più illustri rappresentanti della pittura bizantina come Teofane il Greco e Manuele Panselinos. Fin dalle origini, la Santa Montagna ha ospitato mistici e maestri spirituali, i cui scritti - assieme a quelli di molti altri autori cristiani - furono raccolti nella Filocalia, una celebre antologia del XVIII secolo, la quale ha influenzato profondamente il mondo ortodosso. L'ultimo monaco canonizzato (1988) della Santa Montagna è il mistico Silvano del Monte Athos (1866-1938), i cui scritti sono stati tradotti nelle principali lingue occidentali.

Lista dei centri abitati

I venti monasteri

  1. Grande Lavra (Μεγίστη Λαύρα, Megísti Lávra)
  2. Vatopedi (Βατοπέδι or Βατοπαίδι)
  3. Iviron (Ιβήρων; ივერთა მონასტერი , iverta monasteri) - costruito dai georgiani
  4. Hilandar (Χιλανδαρίου, Chilandariou; Хиландар) - Serbo
  5. Dionysiou (Διονυσίου)
  6. Koutloumousiou (Κουτλουμούσι)
  7. Pantokrator (Παντοκράτορος, Pantokratoros)
  8. Xiropotamou (Ξηροποτάμου)
  9. Zografou (Ζωγράφου, Зограф) - Bulgaro
  10. Dochiariou (Δοχειαρίου)
  11. Karakalou (Καρακάλλου)
  12. Filotheou (Φιλοθέου)
  13. Simonos Petra (Σίμωνος Πέτρα or Σιμωνόπετρα)
  14. Saint Paul's (Αγίου Παύλου, Agiou Pavlou)
  15. Stavronikita (Σταυρονικήτα)
  16. Xenophontos (Ξενοφώντος)
  17. Osiou Grigoriou (Οσίου Γρηγορίου)
  18. Esfigmenou (Εσφιγμένου)
  19. San Panteleimone (Αγίου Παντελεήμονος, Agiou Panteleimonos; Пантелеймонов; o Ρωσικό, Rossikon) - Russo
  20. Konstamonitou (Κωνσταμονίτου)

Prinicipali skite

Centri abitati

  • Karyes (238 ab.), capitale della repubblica monastica
  • Dafni (38 ab.), porto principale
Bibliografia
  • Efthalia Rentetzi, I santuari in Grecia, in "Studi Ecumenici. Istituto di Studi Ecumenici S. Bernardino", Venezia 2008 (n. gennaio-marzo), pp. 35-60.[1]
Voci correlate
Collegamenti esterni