San Ludovico di Tolosa

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San Ludovico di Tolosa, O.F.M.
Vescovo
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Santo
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Piero della Francesca, San Ludovico di Tolosa (1453 - 1466), affresco; Arezzo, Basilica di San Francesco
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 23 anni
Nascita Brignoles
9 febbraio 1274
Morte Brignoles
19 agosto 1297
Sepoltura Cattedrale di Valencia
Appartenenza
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Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale 1296
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Consacrazione vescovile 1296
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° vescovo di Roma
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione 7 aprile 1317, da Giovanni XXII
Ricorrenza 19 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi baculo pastorale, mitria, scettro, corona, mantello con gigli di Francia
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Ordine dei Frati Minori
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 19 agosto, n. 13:
« Presso Brignoles nella Provenza in Francia, transito di san Ludovico, vescovo, che, nipote del re san Luigi, desiderò la povertà evangelica ben più che le lodi e gli onori del mondo e, ancor giovane di età ma maturo nella virtù, fu elevato alla sede di Tolosa, ma, consumato dalla sua malferma salute, si addormentò presto nella pace del Signore. »

San Ludovico di Tolosa, noto anche come Ludovico d'Angiò (Brignoles, 9 febbraio 1274; † Brignoles, 19 agosto 1297), è stato un vescovo francese dell'Ordine dei Frati Minori, che occupò la cattedra di Tolosa. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia

Secondo alcuni studiosi,[1] Ludovico non sarebbe nato in Provenza, ma nel castello del Parco di Nocera Inferiore, cosa possibile perché il padre Carlo II, detto lo Zoppo era, in quel tempo, sia principe di Salerno sia conte della Provenza.

Pronipote di Luigi IX di Francia e figlio di re Carlo II d'Angiò e di Maria d'Ungheria, dopo aver trascorso insieme ai fratelli gli anni di prigionia, quali ostaggi, richiesti per concedere la liberazione del padre Carlo II,[2]rinunciò all'eredità del Regno di Napoli in favore del fratello minore, Roberto d'Angiò, entrando nell'Ordine francescano.

Il 5 luglio 1284, durante una battaglia navale nelle acque di Napoli, il padre Carlo II d’Angiò, principe di Salerno ed erede al trono di Sicilia, viene fatto prigioniero da Alfonso III d’Aragona (1265-91). Con il trattato di Camporeale del 1288 Alfonso III d'Aragona gli concede la libertà, ma solo se lascia come ostaggi agli Aragonesi, tre suoi figli, Ludovico, Roberto e Raimondo, insieme a cinquanta gentiluomini del regno; costretto ad accettare, Carlo II però chiese per loro, una educazione confacente al rango di principi.

Furono rilasciati sette anni dopo il 31 ottobre 1295. Durante tutto questo itinerante e tormentato periodo catalano, i tre giovani ostaggi, per volere del loro genitore, vissero insieme a due francescani, Francesco Brun (futuro vescovo di Gaeta) e Pietro Scarrier (futuro vescovo di Rampolla, confessore della regina Sancia) valenti educatori; inoltre furono sempre in contatto epistolare con il dotto francescano Pietro di Giovanni Olivi, ricevendone conforto con il suo profondo pensiero.

Nel gennaio 1290 si ammalò gravemente di tisi polmonari da sembrare ormai prossimo alla morte. Ludovico si affidò allora alla fede in Dio e alla Sua volontà e prodigiosamente guarì istantaneamente, lasciando sbalorditi gli stessi medici; ed egli confidò ai due francescani, la promessa fatta a Dio se fosse guarito, di indossare il saio dell'Ordine di san Francesco.

Nel 1294 Papa Celestino V gli permise di ricevere la tonsura ed i primi quattro Ordini minori.

Fu ordinato vescovo di Tolosa nel 1296 da papa Bonifacio VIII.

Nonostante la tubercolosi che lo affliggeva, si recò a Roma in occasione alla canonizzazione di Luigi IX ma, anche a causa della fatica patita per il lungo viaggio, le sue condizioni di salute subirono un aggravamento che lo condusse, il 19 agosto 1297, alla morte. Sepolto dapprima nell'altare della sua cattedrale, fu successivamente traslato in quella di Valencia dove riposa tuttora.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Tolosa Successore: Bishopcoa.png
Hugues Mascaron, O.S.A. 1286 - 1296 1296 - 1297 Arnaud Roger de Comminges, O.S.A. 1297 - 1298 I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Hugues Mascaron, O.S.A. 1286 - 1296 {{{data}}} Arnaud Roger de Comminges, O.S.A. 1297 - 1298

Culto

Bottega napoletana, Mitria di san Ludovico di Tolosa (ante 1297), oro, argento, gemme, paste vitree perle e smalti; Amalfi, Museo Diocesano

Il 7 aprile 1317 venne proclamato santo da papa Giovanni XXII. La Chiesa cattolica ne celebra la memoria il 19 agosto.

San Ludovico d'Angiò è molto venerato a Marano di Napoli in una chiesa proprio a lui dedicata. Si dice che san Ludovico sia il protettori degli esauriti, perché molti anni dopo la sua morte il suo corpo fu riesumato e si vide che era intatto tranne il suo cervello, derubato e tuttora non trovato.

Oltre a Valencia ed a Marsiglia, nella chiesa di Saint-Ferreol-le-Augustin, san Ludovico è venerato a Serravalle Pistoiese, di cui è patrono per la sua intercessione nel miracolo della liberazione del castello durante un assedio nel XIV secolo.

Iconografia

Nell'iconografia tradizionale san Luigi da Tolosa viene raffigurato con i paramenti episcopali sopra il saio francescano con mitria e baculo pastorale. Inoltre, viene spesso contraddistinto con gli attribuiti regali: lo scettro, la corona ed il mantello con i gigli di Francia.

Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che lo raffigurano, si ricorda:

Note
  1. http://www.montecorvinopugliano.com/innomedelFiglio.htm Carmelo Currò, Il culto di San Bernardino in Italia e nel salernitano
  2. Giorgio Serafini, S:Ludovico patrono di Serravalle Pistoiese, Pistoia, 1986, p.24
Bibliografia
  • Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, pp. 230 - 231 ISBN 9788843596744