Rufino di Aquileia

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Rufino di Aquileia
Presbitero
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 65 anni
Nascita Concordia Sagittaria
345 ca.
Morte Sicilia
410
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa IV secolo
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Ordinazione presbiterale 390 da Giovanni di Gerusalemme
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Rufino di Aquileia, o Tirannio Rufino o ancora Rufino Turranio (Concordia Sagittaria, 345 ca.; † Sicilia, 410), è stato un teologo, monaco, storico, padre della Chiesa latino. È maggiormente noto come traduttore in latino delle opere in greco dei padri della Chiesa, in particolare dei lavori di Origene.

Biografia

A quindici anni si recò a Roma dove conobbe san Girolamo. Verso il 368 ritornò nella sua regione. Ad Aquileia si dedicò a vita ascetica, inserendosi in un gruppo monastico-clericale. Intorno al 370, Rufino ricevette il battesimo poi, scioltosi il gruppo, nel 373, si recò in Egitto, per essere a contatto con le sorgenti della più genuina vita ascetica. Percorse i deserti del Basso Egitto, incontrando molti celebri monaci: questi amici di Dio gli insegnarono tutto ciò che essi apprendevano da Dio. Ad Alessandria frequentò maestri rinomati per scienza e santità e soprattutto Didimo il Cieco, che gli fece scoprire i tesori dell'esegesi e della teologia di Origene; si avvicinò anche ad altre opere di altri Padri greci, tra cui Atanasio di Alessandria e i Cappadoci. Gli anni passati in Egitto furono per Rufino importanti nella sua formazione spirituale e intellettuale. Egli visitò il deserto egiziano insieme a santa melania l'Anziana.[1] Verso il 377 Rufino tornò a Gerusalemme e, sul Monte Oliveto, accanto al monastero femminile eretto da Melania, gli fu affidato quello maschile.[1] Queste due comunità divennero un centro di attività spirituale, intellettuale e caritativa. Verso il 390 Rufino fu ordinato sacerdote dal vescovo Giovanni di Gerusalemme.

Nel 393, insieme con Girolamo, fu coinvolto nella controversia origenista suscitata da Epifanio di Salamina: Rufino si mantenne fedele alla memoria del grande Maestro alessandrino, mentre Girolamo, si schierò con gli antiorigenisti. Dopo un primo contrasto, risoltosi nel 397 con la riappacificazione tra i due amici, Rufino ritornò in Italia ed a Roma, nel 398, tradusse il Perì Archôn di Origene, eliminando le espressioni che non gli sembravano ortodosse. Girolamo, informato da amici romani, reagì con una serie di scritti.

Rufino, tornando ad Aquileia, dapprima si difese con adeguate Apologie poi preferì conservare un dignitoso silenzio. Si dedicò ad una feconda attività letteraria, soprattutto di traduzione, per far conoscere all'Occidente i Padri greci. Di fronte all'incalzare delle invasioni barbariche, abbandonò Aquileia e si rifugiò a Roma, poi nel monastero del Pineto, presso Terracina. Nel 410 Roma fu conquistata e saccheggiata, ma nel frattempo Rufino, con un gruppo di amici era fuggito in Sicilia, dove morì attorno al 411 per una grave malattia.

Opere

Rufino ebbe una grande importanza per lo sviluppo culturale dell'Occidente, in quanto con le sue traduzioni egli rese accessibile ai latini il pensiero dei padri greci, particolarmente quello di Origene. Dotato di una buona preparazione letteraria, si prefisse lo scopo morale e intellettuale di ricercare il vantaggio di quanti sono sulla via del progresso. Si possono suddividere le opere di Rufino in due gruppi distinti: opere originarie (composizioni personali, per lo più occasionali) e opere di traduzione.

Opere originarie

  • Opere polemiche: sono tre scritti connessi con la controversia origenista e dimostrano la forte personalità di Rufino: De adulterazione librorum Origenis, Apologia ad Anastasium papam, Apologia contra Hieronymum.
  • Opera esegetica: De Benedictionibus Patriarcharum in due libri.
  • Opera catechetica: Expositio Symboli. Rufino spiega frase per frase il simbolo apostolico in uso nella Chiesa di Aquileia.
  • Opere storiche: dopo aver tradotto la Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, Rufino la continuò, aggiungendovi due libri che trattano il periodo compreso tra il 325 e il 395. Nella linea storica si pone, in qualche modo, anche la Historia monachorum, che tuttavia non è di sua certa composizione.

Opere di traduzione

Rufino offrì un importante aiuto all'Occidente con le opere di traduzione dal greco: in alcuni casi esse sono le uniche testimonianze rimaste e per il mondo di lingua latina esse furono per molto tempo l'unico mezzo per conoscere le opere di autori greci. Di Origene Rufino tradusse il Perì Archôn (De Principiis), numerose Omelie su libri biblici e, con ampie riduzioni e modifiche sia il Commento alla Lettera ai Romani, in 10 libri, sia il Commento al Cantico dei cantici, in 4 libri. Del cosiddetto Adamanzio (da lui identificato con Origene) tradusse il Dialogo sulla retta fede; di Panfilo l' Apologia per Origene; di Sesto, filosofo pitagorico - però da Rufino erroneamente attribuite a papa Sisto II - le prime 451 Sentenze (su 610); dello Pseudo-Clemente le Recognitiones e la breve Epistula Clementis ad Jacobum. Di Eusebio di Cesarea tradusse la Storia Ecclesiastica, ridotta in 9 libri e continuata con altri 2 libri da lui composti (cfr. sopra); di Basilio Magno l'Asketikón e 8 Omelie; di Gregorio di Nazianzo, 9 Omelie; di Evagrio Pontico le Sentenze.

Alcuni tratti del pensiero di Rufino

Le polemiche origeniste e gli attacchi di Girolamo hanno oscurato la figura di Rufino, ma ora si mettono in luce il suo equilibrato comportamento e la sua integrità intellettuale e teologica, e si apprezzano maggiormente i suoi scritti dal punto di vista esegetico, teologico, ascetico, storico.

Per quanto riguarda l'esegesi, Rufino coglie l'enorme ricchezza della Parola divina, dimostra una certa sensibilità filologica, sviluppa una sua originalità soprattutto rispetto all’interpretazione morale: la pagina biblica deve indirizzare i comportamenti e le azioni di coloro che la studiano.

Circa la teologia, il nostro autore aderisce fedelmente all’insegnamento tradizionale della Chiesa. Egli si rifà alla semplicità della fede dei cristiani. Ha la preoccupazione di conservare la dottrina rivelata: perciò nel tradurre le opere di Origene egli elimina affermazioni che riteneva contrarie alla tradizione apostolica o contraddittorie con altre asserzioni ortodosse dello stesso autore, pur conservando anche le finezze del grande Maestro alessandrino.

Per quanto riguarda l'ascesi, Rufino, spinto dal desiderio di perseguire la perfezione evangelica, trasmette modelli di vita nelle sue opere, presentando i Padri del deserto e traducendo l'Asketikón di Basilio; in tal modo influenzò il monachesimo occidentale, divulgando e incoraggiando l'adozione delle Regole basiliane. È un maestro di vita spirituale anche per laici impegnati.

Infine, in rapporto alla storia, Rufino fa conoscere la storia della Chiesa dei primi secoli per confortare i cristiani nelle prove e per aiutarli a riflettere sul significato profondo e salvifico degli avvenimenti passati. Egli contribuisce ad elaborare una teologia cristiana della storia. Nella fede egli riconosce l’importanza dei fatti concreti: attraverso le vicende umane, Dio salva l'umanità.

Rufino scrittore e traduttore

Rufino, dotato di una buona formazione letteraria e di ampie conoscenze di autori cristiani, rivela buone doti di scrittore. Preferì tuttavia dedicarsi piuttosto a tradurre scritti altrui, che a comporre opere sue. Ma anche nelle traduzioni egli manifesta la sua competenza; fa un buon lavoro di rielaborazione, di adattamento, di traduzione letterale: Rufino può essere considerato uno dei più grandi tra gli antichi traduttori cristiani. Egli si adeguava ai criteri di traduzione del suo tempo, quindi mirava più a rendere il senso del testo che a farne una versione letterale. Inoltre le modifiche erano spesso apportate per motivi dottrinali e storici: egli modificava in qualche caso l'originale pur senza alterare le linee fondamentali del pensiero dell'autore. Inoltre, Rufino voleva dare ai lettori un'opera che contribuisse al loro progresso spirituale. La traduzione diveniva così un'opera letteraria che non ricalcava passivamente l'originale nella forma, ma che tuttavia rimaneva sostanzialmente fedele al pensiero e allo spirito dell'autore tradotto.

Note
Bibliografia
  • G.Bosio, E.dal Covolo, M.Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa, Secoli III e IV, Società Editrice Internazionale, Torino 1993.
Collegamenti esterni