Arcidiocesi di Udine

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Arcidiocesi di Udine
Archidioecesis Utinensis
Chiesa latina
UdineDuomovistacentrale.jpg
arcivescovo metropolita Riccardo Lamba
Sede Udine
Regione ecclesiastica Triveneto
11 Udine.png
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
senza suffraganee
Parrocchie 374 (8 vicariati )
Sacerdoti 304 di cui 245 secolari e 59 regolari
1.595 battezzati per sacerdote
71 religiosi 433 religiose 29 diaconi
501.763 abitanti in 4.726 km²
485.000 battezzati (96,7% del totale)
Eretta 6 luglio 1751
Rito romano
Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Annunziata
Santi patroni Santi Ermagora e Fortunato
Indirizzo
Via Treppo 7, 33100 Udine, Italia
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 (gc )
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Il duomo di Cividale del Friuli insignito del titolo di basilica minore.
Il palazzo arcivescovile di Udine e la chiesa di Sant'Antonio.

L' arcidiocesi di Udine (latino: Archidioecesis Utinensis) è una sede metropolitana senza suffraganee della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto.

Territorio

L'arcidiocesi comprende il territorio della provincia di Udine, eccetto 11 comuni della Bassa friulana orientale appartenenti all'arcidiocesi di Gorizia e storicamente appartenuti alla contea e provincia di Gorizia, e la frazione Pozzis di Verzegnis, facente parte della diocesi di Concordia-Pordenone.

Sede arcivescovile è la città di Udine, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Annunziata. Nel territorio sorgono anche due basiliche minori: il santuario della Beata Vergine delle Grazie a Udine, e il duomo di Santa Maria Assunta a Cividale del Friuli. Il cosiddetto Tempietto longobardo, o oratorio di Santa Maria in Valle, a Cividale del Friuli, è iscritto alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal giugno 2011.

Il territorio si estende su 4.726 km².

Storia

L'arcidiocesi fu eretta il 6 luglio 1751 con la bolla Iniuncta nobis di papa Benedetto XIV, con la quale il pontefice ratificava un accordo tra i governi austriaco e veneziano, che prevedeva la soppressione del patriarcato di Aquileia e la sua divisione in due nuove circoscrizioni ecclesiastiche: l'arcidiocesi di Udine, cui fu assegnata la giurisdizione sulle terre sotto il dominio della Serenissima, e l'arcidiocesi di Gorizia, cui toccarono le terre sotto il dominio asburgico.

Con la bolla Iniuncta nobis perciò il papa soppresse il patriarcato e contestualmente eresse l'arcidiocesi di Udine. Questa decisione fu confermata dallo stesso papa con la bolla Suprema dispositione del 19 gennaio 1753,[1] con la quale il pontefice definì tutte le questioni accessorie, tra cui le diocesi suffraganee della nuova sede metropolitana, ossia tutte quelle dell'antico patriarcato in territorio veneziano: Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Ceneda, Belluno, Feltre, Concordia, Capodistria, Emonia, Parenzo e Pola.

Fu nominato primo arcivescovo il patriarca di Aquileia Daniele Dolfin, che mantenne anche il titolo di patriarca fino alla morte.

Il 1º maggio 1818, in forza della bolla De salute Dominici gregis di papa Pio VII, Udine divenne semplice vescovato, soggetto alla sede metropolitana di Venezia. Nello stesso anno avvennero importanti modifiche territoriali: venne ceduto alla diocesi di Gorizia e Gradisca il territorio degli attuali decanati di Monfalcone e di Ronchi; alla diocesi di Concordia furono assegnate sette parrocchie (Castello d'Aviano, Erto, Cimolais, Claut, Corbolone, Sesto e Torrate, e anche la zona di Saletto-Bando, priva di una propria autonomia e inclusa nella giurisdizione di Morsano), e alla diocesi di Ceneda altre otto parrocchie (San Polo di Piave, Rugolo, Sarmede, Godega, Orsago, Pinidello, Caneva, Stevenà). Nel contempo ricevette da Venezia la zona di Latisana, e da Concordia altre quattro parrocchie (Rivis, Turrida, Grions e Redenzicco).

Il 30 aprile 1846 le parrocchie cadorine dei distretti di Pieve e di Auronzo furono staccate dalla diocesi di Udine ed aggregate alla diocesi di Belluno con la bolla Universalis Ecclesiae regimen di papa Gregorio XVI.[2]

Papa Pio IX, anche per le sollecitazioni del cardinale Fabio Maria Asquini, con la bolla Ex catholicae unitatis[3] del 14 marzo 1847 elevò nuovamente la diocesi al rango sede metropolitana senza suffraganee.

Il 20 febbraio 1932 in seguito alla bolla Quo Christi fideles di papa Pio XI incorporò il decanato di Tarvisio, fino allora appartenente alla diocesi di Gurk, e la parrocchia di Fusine in Valromana, fino allora appartenente alla diocesi di Lubiana.

Dal 10 al 17 settembre 1972 Udine ospitò il XVIII Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Antonio Poma.

In ricordo dell'antico patriarcato, l'arcivescovo di Udine ha il privilegio di indossare l'abito corale, lo zucchetto, la fascia e la filettatura della talare di un colore rosso abbrunato rispetto alla porpora cardinalizia (anche in seta moiré), detto "rosso patriarchino". Lo stemma degli arcivescovi di Udine prevede il galero verde, foderato in rosso patriarchino.

All'arcivescovo spetta il titolo onorifico di abate di Rosazzo.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Note
  1. Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 842-858.
  2. Bolla Universalis Ecclesiae regimen, Acta Gregorii Papae XVI, vol. III, Romae, 1902, pp. 529-531.
  3. Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 867-871. In questa bolla si afferma che l'arcidiocesi udinese fu eretta con la Suprema dispositione del 1753.
  4. Dal 1803 al 1807 la sede fu amministrata dal vicario capitolare mons. Mattia Cappellari da Pesariis, canonico penitenziere della Metropolitana, nel 1807 fu nominato arcivescovo Vittorio Filippo Melano, vescovo di Novara che, però, rinunciò per motivi d'età (vedi sito ufficiale Archiviato il 20 ottobre 2014 in Internet Archive.).
  5. Contestualmente nominato patriarca titolare di Costantinopoli.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni