Bianco

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Una bambina appena battezzata, rivestita della veste bianca

Il bianco è nel cristianesimo il colore della luce, della Risurrezione di Gesù, della Pasqua.

Nella Bibbia

Nella Bibbia il bianco accompagna le feste e le manifestazioni gioiose degli uomini. Evoca l'innocenza, la gioia, la purezza; suscita lo stupore[1].

Essendo un colore di luce e di vita, il bianco si oppone al nero, colore delle tenebre, del lutto, della morte. La Bibbia conosce e usa questi diversi significati (Qo 9,8 ; Sir 43,18 ), ma dà ad essi una dimensione nuova, escatologica: il bianco è il colore degli esseri associati alla gloria di Dio: esseri celesti o esseri trasfigurati.

Gli esseri celesti

L'Apocalisse è quella che, nella descrizione del mondo celeste, ritorna con più insistenza sul bianco, e sottolinea così il senso escatologico di questo colore. Varie realtà sono descritte come bianche:

  • la "pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi lo riceve" (Ap 2,17 );
  • la nube sulla quale "stava seduto uno simile a un Figlio d'uomo" (14,14);
  • un cavallo su cui cavalca colui che "si chiamava Fedele e Veritiero" (19,11);
  • il trono sui cui è seduto, senza essere nominato, Dio (20,11).

Tutta la Bibbia, Antico Testamento e Nuovo, pone in rilievo lo splendore, il candore degli esseri venuti dal cielo:

Gli esseri trasfigurati

Colore celeste di Cristo, il bianco appare durante la sua vita terrena soltanto nel momento della sua trasfigurazione, quando le sue vesti "divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche" (Mc 9,3 ).

Il bianco è, allo stesso modo, il colore degli esseri trasfigurati, dei santi che, purificati dal loro peccato (Is 1,18 ; Sal 51,9 ), nel sangue dell'Agnello (Ap 7,14 ), partecipano all'essere glorioso di Dio (Ap 7,9-13 ). Essi formano la bianca scorta del vincitore (Ap 3,4-5 ), folla immensa e trionfante che esterna la sua gioia in una eterna festa di luce: l'Agnello si unisce alla sposa rivestita di "lino puro e splendente" (Ap 19,1-14 ).

Nella liturgia

Nei primi secoli del cristianesimo non risulta l'uso di colori liturgici determinati per il culto; presto, però, si hanno notizie di una veste bianca, richiesta specialmente per i sacerdoti[2].

In seguito si sviluppò l'uso dei vari colori, la cui scelta seguì criteri simbolici. Per il bianco, Papa Innocenzo III († 1216) testimonia che esso, nelle feste dei Vergini e dei confessori, simboleggia la purezza e l'innocenza; a Pasqua e all'Ascensione ricorda la bianche vesti degli Angeli; dovunque è il simbolo della gioia.

Oggi

Tra i colori liturgici dei paramenti, il bianco è il colore delle solennità pasquale e natalizia, nonché dei tempi pasquale e natalizio. Viene usato anche per le feste dei santi non martiri[3]. Per i martiri la liturgia prevede il colore rosso.

La liturgia del Battesimo ha sempre usato il lino bianco come veste di chi ha ricevuto il primo dei Sacramenti (cfr. Lev 6,3 ): al neo battezzato viene imposta una veste bianca, a significare il dono della grazia di Dio e la partecipazione alla gloria dello stato celeste, con l'innocenza e la gioia che esso implica.

Anche per il Sacramento del Matrimonio si usa il colore liturgico bianco.

Note
  1. Gilles Becquet (1971) 139.
  2. Constitutiones Apostolorum, VIII, 12; Canones Pseudo Athanasii, can. 28; Canones Pseudo Basilii, can. 99. Vedi Filippo Oppenheim (1950) 23.
  3. Più in dettaglio, l'Ordinamento Generale del Messale Romano così specifica:
    « Il colore bianco si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo pasquale e del tempo natalizio. Inoltre: nelle celebrazioni del Signore, escluse quelle della Passione; nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, dei Santi Angeli, dei Santi non Martiri, nelle solennità di Tutti i Santi (1 novembre) e di san Giovanni Battista (24 giugno), nelle feste di san Giovanni evangelista (27 dicembre), della Cattedra di San Pietro (22 febbraio) e della Conversione di San Paolo (25 gennaio). »
    (n. 346)
Bibliografia
Voci correlate