Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa Cattolica nella Repubblica Popolare Cinese

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La Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa Cattolica nella Repubblica Popolare Cinese è stata scritta da papa Benedetto XVI il 27 maggio 2007.

È accompagnata da una Nota esplicativa[1], da tener presente per la retta comprensione della stessa.

Messaggio

Con la Lettera il papa esprime "un profondo affetto spirituale per tutti i cattolici in Cina e una cordiale stima per il Popolo cinese"; allo stesso tempo effettua "un fervido richiamo ai perenni principi della tradizione cattolica e del Concilio Vaticano II in campo ecclesiologico"[2].

La Lettera è diretta alla Chiesa in Cina, e tratta questioni eminentemente religiose, rispondendo a precisi quesiti che venivano posti da tempo alla Santa Sede da parte di Vescovi e di presbiteri cinesi. Non è quindi un documento politico, né vuole essere un atto di accusa contro le Autorità governative, pur non potendo ignorare le note difficoltà che la Chiesa in Cina deve affrontare quotidianamente[2].

Il Santo Padre ricorda il "disegno originario", che Cristo ha avuto della sua Chiesa, e che ha affidato agli Apostoli e ai loro successori, i Vescovi. Alla luce di esso affronta varie problematiche della vita della Chiesa in Cina, problematiche sorte negli ultimi cinquant'anni. Dal "disegno originario" di Cristo trae ispirazione e orientamenti per affrontare e risolvere, in spirito di comunione e di verità, le suddette problematiche[2].

Nella Lettera il papa si dice pienamente disponibile ed aperto ad un sereno e costruttivo dialogo con le Autorità civili, al fine di trovare una soluzione ai vari problemi riguardanti la comunità cattolica, e di arrivare alla desiderata normalizzazione dei rapporti fra la Santa Sede e il Governo della Repubblica Popolare Cinese. Il papa è guidato della certezza che i cattolici, con la libera professione della loro fede e con una generosa testimonianza di vita, contribuiscono, come buoni cittadini, anche al bene del Popolo cinese[2].

Indice

Note
Voci correlate
Collegamenti esterni