Matrimonio (Sacramento)
Il Sacramento del Matrimonio santifica la comunione personale e stabile tra un uomo e una donna rendendola segno vivo dell'amore di Cristo per la Chiesa.
Nell'Antico Testamento
In vari passi dell'Antico Testamento viene preparata la visione sacramentale del matrimonio.
In Osea
Il profeta Osea, volendo richiamare il popolo d'Israele a una maggiore fedeltà a JHWH, paragona l'alleanza con lui a un patto matrimoniale; di conseguenza, l'infedeltà a JHWH equivale alla prostituzione (1,2;2,4.7).
Il profeta sperimenta di fatto anche l'infedeltà della propria moglie, Gomer, ma nonostante tutti i suoi tradimenti, il profeta la ama, come JHWH che non cessa di amare il popolo che lo ha abbandonato ed ha rivolto il suo culto a Dei stranieri. Tuttavia, anche se Israele si è prostituita è ha commesso adulterio, rompendo il patto di fedeltà, Dio resta fedele (6,4;11,8).
In Geremia
Geremia parla dei due Regni divisi come di mogli infedeli di JHWH (6,13) e paragona la stipulazione del patto a un matrimonio celebrato tra Dio e il suo popolo (31,32).
In Ezechiele
Ezechiele usa ancora l'immagine simbolica del matrimonio con notevole abbondanza di particolari nei capp. 16 e 23. La rottura del patto e il servizio prestato agli idoli provocano la reazione di JHWH.
In Isaia
Come un marito, Dio punisce le genti che si sono allontanate per richiamarle alla fedeltà (Is 54,7-8 ). Non le respinge definitivamente, dando loro il libello del ripudio (50,1), ma le abbandona per un certo tempo, per poi riprendersele con benevolo amore (Is 54,4-6;60,15 ).
Nel Cantico dei Cantici
Il Cantico dei Cantici esalta con svariate immagini il simbolismo matrimoniale. L'unione dei due giovani è espressione della gioia procurata dall'esperienza dell'amore e presenta una visione assolutamente positiva del matrimonio e, secondo alcuni, anche dell'esperienza erotica.
Già la tradizione ebraica legge tale libro in chiave allegorica in riferimento all'amore di JHWH per Israele.
Nel Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento sviluppa gli spunti dell'Antico e presenta il matrimonio come partecipazione all'alleanza sponsale tra Cristo e la Chiesa; di tale alleanza il matrimonio costituisce l'immagine visibile.
Gesù riafferma il significato primitivo e originario del matrimonio come unione di due persone in "una sola carne", abrogando il ripudio; questo, insegna Gesù, era stato concesso agli Ebrei per la durezza di cuore (Mc 10,5-9 ; Mt 19,4-8 ).
Nella Seconda Lettera ai Corinzi Paolo appare come il padre spirituale della comunità di Corinto, che conduce la figlia quale vergine fidanzata a Cristo sposo, pronto a donargliela al momento della Parusia (2Cor 11,2 ).
L'Apocalisse presenta la comunità cristiana come la sposa che è adorna per le nozze con l'Agnello (Ap 19,7 ).
La città di Dio, la nuova Gerusalemme che scende dal cielo (Ap 21,1 ) come comunità dei salvati, è vestita come una sposa adorna per lo sposo. È detta "la sposa, la fidanzata dell'Agnello " (Ap 21,2-9 ). Essa invoca, in compagnia dello Spirito, in veste di testimone della sposa, la venuta dello sposo per essere introdotta nelle nozze eterne (Ap 22,17-20 ).
Ma il testo più importante del Nuovo Testamento circa il Sacramento del Matrimonio si trova in Efesini 5,21-33 . Paolo, seguendo la visione sociologica del matrimonio propria della sua epoca, insegna che la moglie deve essere sottomessa al marito, ma aggiunge "come al Signore" (5,22); ugualmente, l'amore dei mariti verso le rispettive mogli deve essere "come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei" (5,25). In tal modo il matrimonio viene trasformato dall'interno, immettendo l'esempio e l'insegnamento dell'amore vissuto da Cristo nella quotidianità dell'unione matrimoniale. Nell'amore reciproco, totale e stabile con cui un uomo e una donna si legano l'un l'altro, si realizza il mistero grande di Cristo e della Chiesa (Ef 5,32 ).
Nella Tradizione della Chiesa
La Lettera a Diogneto
I primi cristiani non legano a una particolare forma giuridica la novità di contenuti presenti nel matrimonio. Nella Lettera a Diogneto l'anonimo autore scrive: "I cristiani si sposano come tutti gli altri". Essi, pur riconoscendo nel matrimonio un dono di Dio, assumevano le usanze del loro tempo. Il matrimonio consisteva nel consenso e nella coabitazione.
Le prime attestazioni della benedizione nuziale
I primi teologi si trovarono ad affrontare una serie di questioni:
- il divorzio
- le seconde nozze
- Il matrimonio tra credenti di fedi diverse
- il matrimonio tra schiavi
- il matrimonio tra uno schiavo e una persona libera.
Le difficoltà di convivenza tra credenti e non-credenti spinse la Chiesa a favorire il matrimonio tra cristiani. Ne esaltò la santità e lo presentò come sviluppo della grazia battesimale, inserito nella storia della salvezza.
Per questo la cerimonia del matrimonio fu accompagnata dalla benedizione nuziale e dalla partecipazione dei presbiteri. La presenza di questi ultimi alla celebrazione nuziale è attestata a partire dal IV secolo, ma forse era in uso anche prima.
Sant'Agostino
La riflessione teologica sul matrimonio trova un significativo approfondimento nel pensiero di Sant'Agostino.
Contro i manichei egli afferma la bontà della sessualità procreatrice; contro i pelagiani, invece, afferma un legame tra sessualità e peccato: l'incapacità di controllare l'istinto sessuale è per Agostino il segno che, dopo il peccato di Adamo, questa potenza è sotto il dominio della concupiscenza, impossibile quindi a essere guidata dalla ragione.
Nella sua opera De bono coniugali Agostino sostiene che il matrimonio rimane lecito se in esso si ricerca, non il piacere sessuale, ma i tre beni del matrimonio stesso:
- Proles = i figli;
- Fides = il patto di fedeltà che dà inizio a una esperienza sociale;
- Sacramentum = il legame tra il simbolismo coniugale e l'amore salvifico di Cristo.
La scolastica
Verso la metà del XII secolo la riflessione teologica giunse a presentare il matrimonio come Sacramento della nuova legge, indicandone come caratteristiche :
- l'unità indissolubile;
- la santità;
- la castità matrimoniale.
Il Concilio di Trento
Il Concilio di Trento arrivò a formalizzare il riferimento al consenso delle parti in relazione al matrimonio: impose infatti la pubblicità del consenso alla presenza del ministro per poter considerare valido il matrimonio,.
Il magistero recente
I documenti recenti che intervengono sul matrimonio sono:
- L'enciclica Casti connubi di Pio XI[1] (1930);
- La Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (1965) del Concilio Vaticano II, ai nn. 48 e 52[2];
- Il decreto conciliare Apostolicam Actuositatem (1965) ai nn.4 e 11[3].
- Il Codice di Diritto Canonico (1983) nei cann. 1012 e 1143;
Tali documenti presentano il matrimonio come il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita; il matrimonio è per sua natura ordinato al bene dei coniugi e alla procreazione e all'educazione della figli; è stato da Cristo elevato alla dignità di sacramento.
Riflessione teologica
L'amore nuziale apre la coppia alla donazione della vita: l'amore che riceve coordina la dimensione unitiva e procreativa in modo da manifestare il bene pieno di tutta la persona.
« | Il sacramento del matrimonio, effondendo il dono dello Spirito che trasforma l'amore sponsale, diventa la legge nuova della coppia cristiana. La grazia, mentre testimonia l'amore gratuito di Dio che si comunica agli sposi, sollecita la loro libera risposta di credenti mediante un'esistenza che sia conforme al dono ricevuto. » | |
Così, per il credente tutti i compiti etici della vita coniugale e familiare si riassumono in quello di vivere come vocazione ciò che gli è stato dato come dono.
Uno di questi compiti etici è l'educazione alla fede dei figli e la crescita della fede, in una dinamica reciproca, all'interno della famiglia. Proprio a questo compito è collegata la rilevanza che la pastorale della Chiesa attribuisce al matrimonio e alla famiglia.
La comunità ecclesiale cura l'educazione alla fede delle nuove generazioni, promuovendo la fedeltà e l'autenticità dell'amore dei coniugi. Questo infatti è veramente autentico solo se aperto alla vita e all'educazione integrale dei figli. La Chiesa promuove a tal fine una specifica spiritualità familiare contrassegnata dalla dimensione educativa della coppia.
La familiarità diventa inoltre lo stile dei rapporti pastorali all'interno della Chiesa: la famiglia infatti può offrire alla Chiesa il suo specifico contributo per quel servizio di evangelizzazione e promozione umana che è suo compito specifico nei confronti del mondo.
Legislazione cattolica sul matrimonio
Qualsiasi matrimonio valido tra due battezzati è sacramento (Denzinger 718, Denzinger 761; Dottrina definita: Denzinger 1801).
Tale affermazione trova il suo fondamento nel fatto che l'unità di vita, nell'amore tra due persone, implica un rapporto con Dio e nella circostanza che, qualsiasi comunità di cristiani, implica un farsi presente di Cristo e quindi anche della Chiesa Mt 18,20 .
Il matrimonio si configura come la più piccola comunità in Cristo, ma pure totale. Ministri del matrimonio sono gli sposi in quanto esprimono la loro volontà in forma valida. Il sacerdote, la cui presenza è obbligatoria per la sua validità, ha la funzione di testimone d'ufficio.
È considerato valido anche il matrimonio tra due cristiani non cattolici. Se non viene seguito il rito cattolico non è invece considerato valido il matrimonio tra un cattolico e un a-cattolico.
Conseguenza essenziale di un valido contratto di matrimonio è il vincolo, che per sua natura è esclusivo e dura per tutta la vita. Il matrimonio validamente contratto e consumato tra cattolici, può essere sciolto solamente dalla morte.
Conseguenze del vincolo matrimoniale sono i reciproci obblighi coniugali di
La Chiesa riserva a sé la facoltà di legiferare e giudicare in materia di matrimonio. Per la validità della forma con la quale è contratto il matrimonio di un cattolico si esige l'assistenza attiva del sacerdote e di almeno due testimoni. Quando un cattolico contrae matrimonio con una persona di fede diversa deve ottenere la dispensa e attenersi alla prassi ecclesiastica obbligatoria.
La preparazione al matrimonio, da effettuarsi nel periodo del fidanzamento, comprende l'istruzione dei fidanzati e le pubblicazioni matrimoniali (di competenza, di solito, del parroco della sposa).
Tutti i battezzati possono ricevere il sacramento del matrimonio, a meno che non vi siano particolari impedimenti. Questi sono, l'esistenza delle seguenti realtà:
- Voti semplici
- Parentela
- diversità di confessione cristiana
Sono considerati impedimenti impedienti perché di fatto impediscono di impartire il sacramento. Ci sono poi gli impedimenti dirimenti:
- Minore età
- Impotenza sessuale
- Vincolo matrimoniale sussistente
- Disparità di culto
- Ordini maggiori
- Voti solenni
- Affinità
La dispensa dagli impedimenti matrimoniali deve essere ottenuta, fin dove è possibile, da parte del vescovo.
Note | |
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Voci correlate | |