Sant'Arcangelo Tadini

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San Arcangelo Tadini
Presbitero
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al secolo
battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 65 anni
Nascita Verolanuova
12 ottobre 1846
Morte Botticino
20 maggio 1912
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 19 giugno 1870
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 3 ottobre 1999, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione 26 aprile 2009, da Benedetto XVI
Ricorrenza 20 maggio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di lavoratori
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Lunghe ore trascorreva in preghiera davanti all'Eucaristia sant'Arcangelo Tadini, che, avendo sempre di vista nel suo ministero pastorale la persona umana nella sua totalità, aiutava i suoi parrocchiani a crescere umanamente e spiritualmente. Questo santo sacerdote, uomo tutto di Dio, pronto in ogni circostanza a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, era allo stesso tempo disponibile a cogliere le urgenze del momento e a trovarvi rimedio. Assunse per questo non poche iniziative concrete e coraggiose, come l'organizzazione della "Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso", la costruzione della filanda e del convitto per le operaie e la fondazione, nel 1900, della "Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth", allo scopo di evangelizzare il mondo del lavoro attraverso la condivisione della fatica, sull'esempio della Santa Famiglia di Nazareth. Quanto profetica fu l'intuizione carismatica di Don Tadini e quanto attuale resta il suo esempio anche oggi, in un'epoca di grave crisi economica! Egli ci ricorda che solo coltivando un costante e profondo rapporto con il Signore, specialmente nel Sacramento dell'Eucaristia, possiamo poi essere in grado di recare il fermento del Vangelo nelle varie attività lavorative e in ogni ambito della nostra società.
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(Benedetto XVI, Omelia per la canonizzazione del beato Tadini)
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 20 maggio, n. 14:
« Nel villaggio di Botticino Sera vicino a Brescia, sant'Arcangelo Tadini, sacerdote, che si adoperò per i diritti e la dignità dei lavoratori e fondò la Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, dedita in particolar modo alla giustizia sociale. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

San Arcangelo Tadini (Verolanuova, 12 ottobre 1846; † Botticino, 20 maggio 1912) è stato un presbitero e fondatore italiano delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth. Papa Benedetto XVI con la canonizzazione lo offre come esempio ai sacerdoti, lo indica come intercessore alle famiglie, lo dona come protettore ai lavoratori[1].

Biografia

Nacque da Pietro e Antonia Gadola e fu battezzato il 18 ottobre 1846 col nome di Arcangelo. I Tadini erano di nobili origini: il padre, segretario comunale, in prime nozze aveva sposato Giulia, appartenente alla nota famiglia Gadola di Pontevico, che però morì a ventotto anni lasciando sette figli viventi. Pietro tentò per nove anni di guidare la famiglia, aiutato dalla cognata Antonia, che poi sposò il 10 luglio 1838. Da Antonia Pietro ebbe altri quattro figli.

L'ultimo degli undici fratelli fu Arcangelo. Di salute delicata e precaria, era cresciuto con particolare cura dai genitori, a cui era molto affezionato. Frequen­tò le elementari fino ai dieci anni circa, a Verolanuova, e verso il 1855/56 passò al ginnasio di Lovere, dove studiavano i suoi fratelli. La prima messa del fratello don Giulio fece crescere in Arcangelo la vocazione sacerdotale, nata già alla fine delle elementari e mai spenta durante il ginnasio.

Nel 1864 entrò nel seminario di Brescia, dove si trovava già uno dei suoi fratelli. Fu ordinato sacerdote nel 1870 da mons. Benedetto Riccabona.

Il suo primo incarico fu quello di vicario cooperatore della parrocchia di Lodrino; in paese fu incaricato dell'insegnamento ai ragazzi, nella scuola comunale[2].

Fu poi cappellano presso il santuario di Santa Maria della Noce a Brescia. Infine venne inviato a Botticino, dove fu parroco con il titolo di arciprete.

Sul fronte sociale Tadini si dedicò in modo particolare alle nuove povertà. Era il tempo della rivoluzione industriale. Seguendo l'esempio di altri sacerdoti, fondò a Botticino l'Associazione Operaia di Mutuo Soccorso, che garantiva agli operai un sussidio in caso di malattia, infortunio sul lavoro, invalidità e vecchiaia.

Tra i suoi parrocchiani le giovani, proprio perché giovani e perché donne, erano quelle che maggiormente vivevano nell'incertezza e subi­vano ingiustizie; difficilmente riuscivano a formarsi una famiglia. A loro don Tadini dedicò gran parte delle proprie forze. Sollecitato dalla Rerum novarum di Papa Leone XIII (1891), progettò e costruì una filanda, dando fondo a tutto il suo patrimonio familiare. Nel 1895 la filanda fu ultimata con strutture e impianti all'avanguardia. Tre anni più tardi acquistò con un prestito la villa adiacente alla filanda per farne un convitto per le operaie. Nel 1898 la filanda fu aperta e vi entrarono a lavorare molte ragazze del paese.

Per educare le giovani operaie don Tadini fondò, non senza difficoltà, la Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth. Nel 1900 si raccoglievano le prime dieci suore sotto la direzione di madre Nazarena Maffeis prima, e di madre Chiara Febbrari dopo, e iniziavano il loro apostolato. Esse entravano negli stabilimenti industriali a lavorare con le operaie; si occu­pavano delle ragazze, condividendo le fatiche e le tensioni del lavoro, e le educavano con l'esempio, guadagnandosi il pane sullo stesso banco di lavoro[3]. Alle Suore Operaie e alle famiglie il Tadini additò come modello Gesù, Maria e Giuseppe a Nazareth, che nel silenzio e nel nascondimento lavorarono e vissero con umiltà e semplicità.

Con le sue iniziative sociali Tadini si mostrò un eminente tutore della dignità della donna. Egli traeva l'energia necessaria dalla sua intima e costante unione con il Signore. Passava molte ore davanti all'Eucaristia, e quando camminava per le vie del paese aveva sempre la corona del rosario in mano. La sua fiducia nella Provvi­denza era illimitata.

Morì il 20 maggio 1912, senza poter vedere la sua opera approvata dall'autorità ecclesiastica.

Culto

Nel 1960 si aprirono i processi informativi per la beatificazione.

Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1999.

Papa Benedetto XVI lo canonizzò il 26 aprile del 2009[4]. Per la canonizzazione del Tadini la Chiesa cattolica ha ritenuto miracoloso il concepimento di un bambino[5].

Note
  1. Biografia sul sito della Santa Sede
  2. A perenne ricordo della sua testimonianza, la comunità lodrinese ha voluto intitolare a Don Arcangelo il nuovo complesso scolastico (5 marzo 2000).
  3. Questo stile della Congregazione prosegue tuttora in Italia e all'estero.
  4. Insieme al Tadini furono canonizzati Bernardo Tolomei (1272-1348), Nuno de Santa Maria Alvares Pereira (1360-1431), Gertrude Comensoli (1847-1903) e Caterina Volpicelli (1839-1894).
  5. Il concepimento oggetto del miracolo avvenne nel 2004, da parte di Elisabetta Fostini e Roberto Marazzi, una coppia sterile secondo la medicina. I due coniugi, sposatisi nel 2000, non riuscendo ad avere figli in modo naturale, si erano rivolti ai medici e, dopo le opportune analisi, erano stati dichiarati entrambi sterili dal punto di vista scientifico. Scartata la fecondazione artificiale, perché contraria al loro modo di pensare, avevano pensato anche alla possibilità di un'adozione. Cominciarono però prima a chiedere a Dio il miracolo di un figlio, prima recandosi a Medjugorje, poi domandando l'intercessione del beato Arcangelo Tadini, dopo avere conosciuto le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, congregazione fondata dal religioso. Avevano saputo infatti di altre coppie che avevano ottenuto la grazia di un figlio dopo aver invocato il beato Tadini. Il 6 dicembre 2004 Elisabetta seppe, con gioia e stupore, di essere incinta. Nell'agosto 2005 nacque Maria; cinque mesi dopo la donna seppe di essere di nuovo incinta, e al secondo figlio fu dato il nome Giovanni. Entrambi i figli sono sani e normali. Il caso, dopo il processo diocesano, fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando che quanto si era verificato non poteva essere spiegato dal punto di vista scientifico. Cfr. il post di zenit.org. Il decreto sul miracolo è presente su AAS, 2010, 874-75, online.
Bibliografia
  • Francesco Rizzato, S. Arcangelo Tadini e le suore operaie, Opera San Francesco di Sales, 2009
  • Domenico Del Rio, Il tessitore di Dio. Storia di Don Arcangelo Tadini e delle suore operaie della Santa Casa, Opera San Francesco di Sales, 2009
Voci correlate
Collegamenti esterni