Erode il Grande: differenze tra le versioni

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Dopo nove anni e mezzo dall'inizio dei lavori, Erode celebrò la dedicazione del Tempio ricostruito nell'anniversario della sua salita al trono; tuttavia i lavori di rifinitura si prolungarono ancora per molti anni<ref>Giovanni 2,20</ref> e non terminarono del tutto se non nel [[62]]-[[64|64 d.C.]] cioè pochi anni prima di essere distrutto.
 
Nel Tempio di Erode il santuario interno era in tutto analogo a quello del [[Tempio di Salomone]], ma con un'elevazione maggiore; al contrario, le costruzioni esterne, che circondavano l'edificio, furono ampliate grandemente. Poiché l'antico Tempio sorgeva sulla collina orientale della città, il piano superiore della collina fu dilatato quasi del doppio per mezzo di costruzioni compiute ai suoi fianchi: sullo spazio così ottenuto sorsero tre portici o atrii, che erano uno più elevato dell'altro, procedendo dalla periferia verso il santuario interno. Il primo era accessibile a chiunque, e perciò era chiamato "''atrio dei [[gentili]]''", potendo essere frequentato anche da pagani; ma, procedendo verso l'interno, ad un certo punto quest'atrio era sbarrato da una balaustra di pietra che segnava il limite accessibile ai pagani: le iscrizioni greche e latine ricordavano a costoro la proibizione di passare oltre sotto pena di morte. Oltrepassata la balaustra e saliti più in là alcuni gradini, si entrava nell'"''atrio interno''", protetto da grossissimi muri e suddiviso in due parti: la parte più esterna era detto ''atrio delle donne'', perché fin lì potevano penetrare le donne israelite, e la più interna era detta ''atrio degli Israeliti'', accessibile ai soli uomini. Procedendo e salendo ancora, vi era l'atrio dei sacerdoti, dove stava l'altare degli olocausti, e infine, dopo altri gradini, il sancta sanctorum, riservato soltanto al sommo sacerdote.
 
All'angolo nord-ovest il Tempio era congiunto con la Fortezza Antonia, costruita dallo stesso Erode, dalla quale in seguito i Romani avrebbero sorvegliato il flusso dei pellegrini. Nella Fortezza Antonia, secondo i testi evangelici, [[Gesù]] venne condannato a morte da [[Ponzio Pilato]]<ref>Giovanni usa il termine "''Litostroto''", in ebraico "''Gabbata''", per indicare la fortezza Antonia. Entrambi i termini hanno significato di lastricato</ref>.
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