Origine della religione: differenze tra le versioni

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La tradizione cattolica riconduce l'anelito umano al sacro alla stessa natura umana, creata a immagine di Dio, e all'indagine delle vestigia divine presenti nel creato.
 
== Ipotesi cognitive ==
Alcune ipotesi collocano l'origine della religione in particolari processi cognitivi, talvolta disfunzionali.
 
Il biologo britannico [[Clinton Richard Dawkins]] (n. 1941), noto divulgatore dell'ateismo moderno, nel suo ''L'illusione di Dio'' (tit. or. ''[[The God Delusion]]'', 2006) nega la realtà della religione e propone un meccanismo eziologico di tipo cognitivo. Per Dawkins, che riprende lo psicologo canadese Paul Bloom (n. 1963), la religione sarebbe un prodotto indiretto di due fenomeni cognitivi distinti, che sarebbero connaturali alla mente umana, il dualismo ("i bambini tendono per natura a una teoria della mente dualistica", cioè ammettere "una distinzione fondamentale tra mente e materia", 180) e la teleologia ("i bambini [...] attribuiscono uno scopo a tutto", 181): "Il dualismo e la teleologia innati ci predispongono, nelle condizioni adatte, alla religione [...]. L'innato dualismo ci induce a credere in un'anima che abiti il corpo anziché esserne parte integrante. E, di conseguenza, a immaginare che un tale spirito disincarnato si trasferisca altrove dopo la morte del corpo. E poi che esista una divinità di puro spirito, non una proprietà che emerge dalla materia complessa, ma un’entità che esiste indipendentemente dalla materia. La teleologia infantile ci predispone in maniera ancora più evidente alla religione. Se tutto ha uno scopo, di chi è lo scopo? Di Dio, naturalmente" (181-182).
 
== Ipotesi emotive ==
La componente emotiva del sacro e dei fenomeni religiosi viene riconosciuta da tutti gli studiosi, ma alcuni hanno ipotizzato che l'emozione non sia solo una componente della religione ma anche la sua origine.
 
Anche l'antropologo polacco-britannico [[Bronislaw Malinowski]] (1884–1942) pone l'inizio della religione nello stress emotivo: "La magia e la religione nascono e funzionano in situazioni di stress emotivo: crisi della vita, fallimenti in progetti importanti, morte e iniziazione nei misteri tribali, amore infelice e odio insoddisfatto. La magia e la religione aprono vie di fuga da queste situazioni e impasse, offrendo riti e credenze nel dominio soprannaturale".<ref>Malinowski, B. (1925). ''Magic, Science and Religion'', 67, in (1948). ''Magic, Science and Religion and Other Essays''; cf. anche Evans-Pritchard (1965: 92).</ref>
 
=== Freud ===
[[File:Sigmund Freud LIFE.jpg|200px|thumb|right|Per Freud la religione è un disturbo nevrotico e l'idea di Dio è il ricordo del padre.]]
Il padre della psicanalisi [[Sigmund Freud]] (1856-1939) ha affrontato il tema della religione in diversi dei suoi numerosi scritti,<ref>Cucci (2009: 37-98); Ciotti, Diana (2005: 24-31).</ref> collegandola alle dinamiche pulsionali proprie della vita psichica. La valutazione complessiva è negativa, giudizio che ha pervaso per decenni la formazione e l'operato degli psicologi.
In risposta alle tesi di Freud va segnalato<ref>Ciotti, Diana (2005: 42-45)</ref> il pensiero del pastore protestante svizzero [[Oskar Pfister]] (1873-1956), discepolo e amico di Freud, autore prolifico di oltre 300 testi e in particolare di ''L'illusione di un avvenire'' (1928).<ref>Pfister, O. (1928). "Die Illusion einer Zukunft", ''Imago'' 14: 149–184.</ref> In questo testo, che richiama il freudiano ''L'avvenire di un'illusione'' (1927), Pfister sottolinea le incongruenze del pensiero di Freud e la sua lettura parziale del fenomeno religioso, che secondo il pastore guarisce dalle nevrosi piuttosto che causarle.
 
== Ipotesi sociologiche ==
I risvolti sociali tipici delle religioni, in particolare quanto ai precetti morali, hanno spinto alcuni studiosi a considerare la religione come un'emanazione delle strutture sociali.
 
Tra i pensatori marxisti si segnala il francese [[Louis Althusser]] (1918-1990). Nella sua ''Ideologia e apparati ideologici di stato'' (1970)<ref>Althusser, L. (1970). "Idéologie et appareils idéologiques d’État". In ''La Pensée'' (151), [http://classiques.uqac.ca/contemporains/althusser_louis/ideologie_et_AIE/ideologie_et_AIE_texte.html#ideologie_AIE_I online].</ref> il filosofo afferma che esistono diversi apparati di stato (AS: governo, amministrazione, esercito, polizia, tribunali, prigioni) che garantiscono con la violenza il permanere dell'ingiustizia sociale a favore della borghesia, e a questi si affiancano gli apparati ideologici di stato (AIS) che si basano sull'ideologia: chiese, scuole, famiglia, diritto, partiti politici, sindacati, mezzi d'informazione, cultura. La religione non è altro che un AIS, che come gli altri garantisce e legittima lo sfruttamento e l'ingiustizia con la riproduzione dei rapporti di produzione.
 
== Ipotesi neurocerebrali ==
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Il recente sviluppo di tecniche di neuroimmagine, che permettono di monitorare l'attività di aree del cervello durante i processi mentali, ha permesso a diversi studi di riscontrare che i pazienti con epilessia del lobo temporale (TLE) sono più facilmente soggetti a conversioni e/o intense esperienze religiose e mistiche.<ref>Koenig, H.G.; McCullough, M.E.; Larson, D.B. (2001). ''[[Handbook of Religion and Health]]''. New York: Oxford University Press: 271-275.</ref> Questo lascerebbe supporre che l'origine della religione vada cercata in specifiche disfunzioni del lobo temporale, dove sarebbe dislocato il "God module", il "modulo di Dio". Questa ipotesi però: non rende ragione dell'universalità del fenomeno religioso a fronte dalla scarsa diffusione della TLE; non considera che il lobo temporale, parte del sistema limbico, è attivo nella modulazione di tutte le emozioni e ricordi, non solo quelli di natura religiosa; è falsificata da altri studi che mostrano diverse aree attive nell'intero cervello (e non solo nei lobi temporali) durante preghiera e meditazione.
 
== Altre ipotesi ==
Presupposto ideologico delle varie eziologie sopra indicate è che non esistano divinità e fenomeni soprannaturali. La religione sarebbe così priva di reale fondamento, e può essere ricondotta o ridotta ad altri fenomeni. In particolare per Freud e Marx la religione, oltre a essere infondata, sarebbe caratterizzata da elementi e conseguenze negative, che ne farebbero auspicare la scomparsa.
 
Altri studiosi però si sono mossi in maniera diversa, non mostrandosi interessati all'origine del sacro ma a descriverne le caratteristiche e gli effetti.
 
=== Religione come "a priori" ===
[[File:RudolfOtto.jpg|200px|thumb|right|Per Otto (1917) il sacro è "totalmente altro", al tempo stesso ''fascinans'' e ''tremendum''.]]
[[File:Mircea.eliade.jpg|200px|thumb|right|Mircea Eliade, principale esponente della fenomenologia della religione.]]
Il [[comportamentismo americano]],<ref>Ciotti, Diana (2005: 32-35).</ref> che raccoglie spunti dal pragmatismo statunitense e dal positivismo ottocentesco, non affronta (come per tutti gli altri fenomeni mentali esaminati) il problema dell'origine e della natura del religioso ma si limita a valutarne gli effetti. [[John Broadus Watson]] (1878-1958), fondatore del comportamentismo, non affronta con sistematicità l'argomento religioso, ma si sofferma sulla critica alle istituzioni e alle figure sacre, che a suo dire usano la religione per mantenere e rafforzare il proprio potere sulle persone. Lo stesso giudizio negativo è presente nel pensiero del comportamentista statunitense [[Burrhus Frederic Skinner]] (1904-1990). La fede deriva dall'educazione e dai condizionamenti subiti dall'individuo, e auspica una società dove riti e credenze religiose sono sostituiti da ragione e scienza. Lo psicologo canadese [[Albert Bandura]] (n. 1925), che raccoglie e integra nel proprio pensiero alcuni elementi del comportamentismo, non si è occupato in maniera organica e sistematica della religione. Per Bandura l'apprendimento degli elementi culturali (tra i quali può essere collocata la religione) deriva prevalentemente dall'imitazione di comportamenti altrui, che possono essere rinforzati da processi personali e sociali.
 
=== Psicologia umanistica ===
Con [[psicologia umanistica]] (o umanista) si intende una variegata corrente di teorie e pensatori, prevalentemente statunitensi, accomunati dalla centralità posta sull'individuo e sulla piena realizzazione delle proprie risorse e capacità. I pensatori inclusi in questa scuola sono Fromm, Maslow, Allport, Rogers, May, Frankl.
 
Tra questi, l'autore che si è fatto maggiormente conoscere a livello divulgativo è lo psicanalista statunitense di origini tedesche [[Erich Pinchas Fromm]] (1900-1980). Nel suo ''Psicanalisi e religione'' (1950) distingue due tipi di religione, quella autoritaria e quella umanistica. La religione autoritaria tende a sottomettere il fedele, a creare sensi di colpa, timore, depersonalizzazione e sottomissione di fronte al mistero. La religione umanistica invece, in un'ottica dicotomica e manichea che può apparire ingenua, è caratterizzata da amore, accoglienza, tolleranza, libertà, e permette all'individuo di crescere e svilupparsi. In questa seconda accezione di religione va inteso e compreso Dio: "Dio è l'immagine della parte più alta dell'io, il simbolo di ciò che l'uomo è in potenza e potrebbe e dovrebbe diventare" (ib. 46). La religione per Fromm è in definitiva il risultato di una proiezione, come per Freud, ma diversamente da questo Fromm non propone di eliminarla ma di purificarla, riducendola a un insieme di pratiche e valori umanistici.
 
=== Teoria dell'attaccamento religioso ===
Un recente approccio teorico, che si sta dimostrando particolarmente utile a inquadrare il fenomeno religioso nella vita psichica individuale, è la [[teoria dell'attaccamento religioso]], ampliamento e derivazione della teoria dell'attaccamento. Quest'ultima è legata ai lavori dello psicanalista inglese [[John Bowlby]] (1907-1990). Presupposto della teoria è la convinzione, intuitivamente condivisibile, che un bambino cresca tanto più sicuro ed armonico quanto più avverta l'affetto e il sostegno da parte dei genitori. Un clima famigliare positivo rappresenta per il bambino una "base sicura" che gli permette di esplorare con sicurezza l'ambiente circostante. Studi e ricerche successive hanno evidenziato come l'attaccamento sia un utile fattore di sviluppo non solo durante l'infanzia e non solo circa il rapporto coi genitori, ma anche verso altre figure significative e durante il corso dell'intera vita.
 
Nel 1992 lo psicologo statunitense [[Lee Kirkpatrick]]<ref>Kirkpatrick, L.A. (1992). "An Attachment-Theory Approach Psychology of Religion". ''International Journal for the Psychology of Religion'', 2 (1): 3-28.</ref> ha allargato la struttura dell'attaccamento a includere Dio e la sfera religiosa: una persona può avere effetti positivi nel sentirsi amato da Dio, acquisendo un maggiore senso di auto efficacia, sicurezza, serenità. Oltre a Kirkpatrick,<ref>Elenco opere di Kirkpatrick [http://lakirk.people.wm.edu/CV.pdf online].</ref> uno studioso particolarmente fecondo in tale ambito è il giovane psicologo svedese Pehr Granqvist.<ref>Elenco opere [http://www2.psychology.su.se/staff/pgran/indexeng.html#publ online].</ref>
 
== Dati archeologici ==
[[File:Qafzeh.JPG|thumb|right|200|La duplice sepoltura rinvenuta a Qafzeh (cadaveri 9 e 10) di una madre e verosimilmente di suo figlio di circa 6 anni è il più antico sepolcro rinvenuto (circa 120-90.000 a.C.).]]
Le varie ipotesi di tipo riduzionista, che collegano l'origine del sacro e della religione a fenomeni di vario tipo (cognitivi, emotivi, sociali), non possono che rimanere teorie ipotetiche e non falsificabili: non ci è dato sapere con precisione quando il sacro è comparso nella storia umana e per quali motivi. Gli unici dati certi sono:
* la comparsa del primo tempio religioso (Göbekli Tepe, in Turchia)<ref>Göbekli Tepe. (2011). In ''Encyclopædia Britannica'', [http://www.britannica.com/EBchecked/topic/1498811/Gobekli-Tepe online].</ref> attorno al 9-8.000 a.C. I resti di questo luogo di culto, eretto da popolazioni di caccatori-raccoglitori prima della nascita dell'agricoltura, delle città e di una vera e propria struttura sociale, indebolisce l'ipotesi marxista della religione come strumento di controllo delle classi subalterne.
 
== Interpretazione cattolica ==
{{vedi anche|Rivelazione| Prove dell'esistenza di Dio}}
 
{{quote|Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.|''[[Confessioni (Sant'Agostino)|Confessioni]]'' 10,27,38}}
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* Ciotti, P.; Diana, M. (2005). ''Psicologia e religione. Modelli problemi e prospettive''. [[EDB]], Bologna.
* Cucci, G. (2009). ''Esperienza religiosa e psicologia''. La Civiltà Cattolica-Elledici, Roma-Leumann (Torino).
* Evans-Pritchard, E.E. (1965). ''Theories of Primitive Religion''. Londra: Oxford University Press. Tr. it. (1971). ''Teorie sulla religione primitiva''. Firenze: Sansoni.
 
== Voci correlate ==
* [[Religione]]
* [[Psicologia della religione]]
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