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{{Libro
Il '''vangelo di Matteo''' è stato considerato per molti secoli il primo vangelo scritto dagli [[apostolo|apostoli]]; studi recenti, invece, lo hanno situato al secondo posto dopo il [[vangelo di Marco]].▼
|tipo = neotestamentario
|titolo = Vangelo secondo Matteo
|titoloorig = ''Κατά Ματθαίον Ευαγγέλιο''
|titolialt =
|titoloalfa =
|immagine = The Inspiration of Saint Matthew.jpg
|didascalia = {{autore|[[Caravaggio]]}}, ''[[San Matteo e l'angelo]]'', [[1602]]<br>[[Roma]], [[Chiesa di San Luigi dei Francesi]]
|autore = [[San Matteo]]
|annoorig =
|annoita =
|redazione = [[I secolo]]
|genere =
|lingua = gr
|serie =
|preceduto =
|seguito =
}}
▲Il '''
È il più lungo dei quattro vangeli (28 capitoli contro i 24 di [[vangelo di Luca|Luca]], i 21 di [[vangelo di Giovanni|Giovanni]] e i 16 di Marco) la cui paternità sembra certamente attribuita al [[pubblicano]] di cui è narrata al capitolo {{passo biblico|Mt|9}} la [[vocazione|chiamata]] a seguire [[Gesù]]: da notare che mentre Marco e Luca lo identificano con il nome di Levi, Matteo gli dà il proprio nome.▼
▲È il più lungo dei
== Contenuto ==
L'opera si compone di
# I racconti della [[natività|nascita]] e dell'infanzia del [[Messia]] (capitoli {{passo biblico|Mt|1-2}});
# La promulgazione del [[Regno dei cieli]] (capitoli {{passo biblico|Mt|3-7}});
L'oggetto centrale dell'[[evangelista]] è il Regno dei cieli; viene affrontato sotto cinque aspetti, quasi a simboleggiare i cinque libri del [[Pentateuco]] scritti o, comunque, ispirati da [[Mosè]].
In tal modo, Matteo presenta Gesù come il nuovo Mosè che consegna ai suoi [[discepolo|discepoli]] il [[comandamento]] nuovo: quello dell'[[amore]]. Non a caso, il primo dei
A questo primo discorso se ne aggiungono altri
I cinque discorsi, che si presentano come "montaggi" o elaborazioni proprie di Matteo, sono i seguenti:
Fin dall'inizio, il vangelo di Matteo si presenta come uno scritto in ambiente [[Giudei|giudaico]] e rivolto a un pubblico giudaico: la sua genealogia del Messia si ferma ad [[Abramo]], capostipite del popolo [[Ebrei|ebraico]], mentre quella di Luca arriva fino ad [[Adamo]], il primo uomo, dando così al messaggio del [[cristianesimo]] una dimensione universalistica che va oltre i confini di [[Israele]]. Come già detto, anche il primo grande discorso, quello delle beatitudini, accentua l'importanza di Israele quale destinatario del messaggio evangelico.
Un antico testo di [[Papia]], [[vescovo]] di [[Gerapoli]] in Asia Minore ([[110]] o [[120]] d.C.) riferito dallo storico cristiano [[Eusebio di Cesarea]] ([[263]]-[[339]]), dice: "Matteo ordinò i discorsi
== Aspetti peculiari ed originali ==
Analizzando ognuno dei cinque discorsi si nota, innanzitutto, che nel vangelo di Matteo vi è la presentazione, in modo sistematico, della nuova legge consegnata dal Cristo ai suoi [[discepolo|discepoli]] sul monte nel cosiddetto ''"discorso della montagna"'' ai capitoli 5, 6 e 7. Inizia con la promulgazione delle beatitudini che, non a caso, sono dieci (
La [[missione]] dei [[apostoli|dodici]] in Matteo è molto più ampia che in Marco e Luca, ne evidenzia il carattere [[taumaturgia|taumaturgico]] oltre che [[dottrina|dottrinale]] e ne assicura la [[persecuzione]], segno della bontà della predicazione.
L'ultimo discorso, la venuta del Figlio dell'uomo, mette in guardia la chiesa nascente sulle difficoltà che incontrerà nella sua storia: la raccomandazione perentoria è quella di vegliare ''"perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà"'' ({{passo biblico|Mt|24,42}}).
Al centro di tutta l'opera vi è, inoltre, la [[professione di fede]] di [[San Pietro
Il vangelo si conclude con la risurrezione del Cristo e l'apparizione alle donne e ai discepoli. Ad essi è affidato il mandato di [[evangelizzazione|evangelizzare]] tutte le genti e di [[battesimo|battezzarle]] nel segno della [[Trinità]], ultima annotazione missionaria di Matteo già evidenziata nel discorso apostolico e in tanti altri brani dell'intera opera.
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