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Al tempo di Ezechia la città aveva cominciato ad estendersi verso occidente, in quella parte che in ebraico era chiamata il ''mishnéh'' ("secondo quartiere", {{pb|2Re|22,14}}). Ezechia rafforzò le mura in vista di un possibile assedio degli [[Assiri]] ({{pb|2Cr|2,5}}).
Nella storia di Gerusalemme un momento cruciale è rappresentato dalla conquista [[babilonese]] nel [[587 a.C.]]. Il [[Secondo Libro dei Re]] conserva ancora la drammatica narrazione ({{passo biblico|2Re|22,8-9}}). Da questo momento Gerusalemme declina: la deportazione degli strati più abbienti della popolazione, le distruzioni subite, fanno precipitare la città in una desolazione che i testi [[profeti|profetici]] rivelano. Il piccolo [[Libro delle Lamentazioni]], attribuite al profeta [[Geremia]], descrive la situazione in cui Gerusalemme si è venuta a trovare: "Ah! come sta solitaria la città un tempo ricca di popolo!
=== Il post-esilio ===
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