Erode il Grande: differenze tra le versioni

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== Erode secondo le fonti non cristiane ==
Le principali fonti documentali non cristiane su Erode il Grande sono le opere [[Guerra Giudaica (libro)|Guerra Giudaica]] ([[75]] d.C.) e [[Antichità Giudaiche]] ([[93]]-[[94]] d.C.), entrambe dello storico ebraico [[Flavio Giuseppe]]. Questi attinge le notizie dagli scritti perduti di Nicola di Damasco, ministro di Erode. Flavio Giuseppe cita anche un libro autobiografico di Memorie, scritte da Erode<ref> Ant.giud., XV, 174</ref>, ma non si sa se abbia potuto consultarle direttamente.
 
Le vicende personali, politiche e militari di Erode il Grande sono narrate nel Libro I, cap. 10-33, della Guerra Giudaica e nei Libri XIV, XV, XVI, XVII delle Antichità giudaiche.
* Quando poi fu proprio agli estremi, volle concludere la propria vita con un atto che ne fu un degno riassunto. Egli prevedeva che la sua morte avrebbe prodotto vivissimo giubilo fra i suoi sudditi, mentre desiderava molto d'essere accompagnato alla tomba fra abbondanti lacrime. A tale scopo chiamò da tutte le parti del regno a Gerico, ove giaceva ammalato, molti insigni Giudei, e giunti che furono li fece rinchiudere nell'ippodromo, raccomandando ansiosamente ai suoi familiari che subito dopo la sua morte se ne facesse macello là dentro all'ippodromo: così le desiderate lacrime per i suoi funerali sarebbero state assicurate, almeno da parte delle famiglie degli uccisi. Veramente qualche studioso moderno ha sospettato falsa questa notizia, ma in favore della sua esattezza sta la perfetta corrispondenza tra l'abituale «eroismo» di crudeltà dimostrato dall'uomo in tutta la sua vita, e questo straordinario «eroismo» riserbato per il punto di morte.
 
[[Giuseppe Ricciotti]] affronta anche il problema del perché la strage degli innocenti non sia stata registrata da Flavio Giuseppe al pari degli altri misfatti. Secondo l'esegeta, se anche lo storico ebreo avesse trovato nei documenti usati come fonte la notizia dell’eccidio (cosa nient’affatto certa), difficilmente avrebbe reputato interessante soffermarsi dinanzi a un gruppetto di insignificanti figli di pastori, dato che la biografia di Erode era già abbondantemente costellata di vittime illustri. Si badi che Ricciotti stima realisticamente in circa 20-25 il numero dei bambini trucidati a Betlemme e dintorni.<ref> Giuseppe Ricciotti - Vita di Gesù Cristo - 1941; par. 257.</ref>
 
Sulla storicità dell’episodio pesa il dubbio di un comportamento poco astuto da parte di Erode, che avrebbe potuto ottenere un miglior risultato mettendo alle costole dei Magi delle spie o dei sicari. Non è detto che questo non sia avvenuto, che essi abbiano fallito e che l’evangelista non ne sia mai venuto a conoscenza.
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