Cantico dei Cantici: differenze tra le versioni

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Nel [[I secolo]] d.C., in ambienti ebraici, sorsero dubbi sulla sua [[canone|canonicità]] e furono risolti ricorrendo alla tradizione. Basandosi su questo stesso motivo, la [[Chiesa]] lo ha sempre considerato come parte della [[Bibbia|sacra Scrittura]].
A causa del titolo, il Cantico fu messo tra i [[libri sapienziali]], nella [[Bibbia greca]] dopo l'Ecclesiaste, nella [[vulgata|Volgata]] tra l'Ecclesiaste e la Sapienza, appunto due libri "salomonici". Nella [[Bibbia ebraica]] il Cantico è posto tra gli "scritti", che formano la terza parte, la più recente, del [[canone ebraico]]. Dopo l'[[VIII secolo]] d.C., quando il Cantico fu usato nella [[liturgia]] [[pasqua|pasquale]] [[ebrei|ebraica]], divenne uno dei cinque ''megillot'' o ''rotoli'', che venivano letti nelle grandi feste.
 
==Uso liturgico==
Nella liturgia cattolica post-conciliare<ref>Cf. Ravasi, 727-728.</ref> l'uso di brani del Ct appare limitato. Non è presente nel contesto pasquale, diversamente dalla tradizione ebraica, né nel messale festivo. Suoi brani sono letti nella ''[[Liturgia delle ore]]'' dal 29 dicembre al 5 gennaio, come simbolo "dell'unione di Dio e dell'uomo in Cristo'',<ref>[[Principi e norme per la liturgia delle ore]] 148.</ref> nel messale feriale (21 dicembre), nel salmo responsoriale della [[festa della Visitazione di Maria]], nel [[Rito di consacrazione delle vergini]] (2 volte come lettura e 4 come antifona) e nel proprio delle vergini della Liturgia delle ore, come lettura breve. Curiosamente, compare solo una volta nel [[Rito del matrimonio]] come brano antologico.
 
 
{{Antico Testamento}}
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