Canonizzazione: differenze tra le versioni

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# La Congregazione per le Cause dei Santi valuta la richiesta del vescovo e risponde con un ''Nulla Osta'' (niente si oppone), autorizzandolo a procedere. Da questo punto in poi il potenziale santo o santa viene detto "[[Servo di Dio|Servo (o serva) di Dio]]";
# si procede intervistando quante più persone possibili, valutando documenti e testimonianze per capire se, tra quanti lo hanno conosciuto, ci sia una cosiddetta ''fama di santità''. Se, durante la vita della persona sono avvenuti episodi inspiegabili che possano essere ritenuti "[[miracolo|miracoli]]", questi verranno verificati e segnalati, sebbene non siano considerati fondamentali. Ne deriva una raccolta di documenti che viene inviata a [[Roma]].
# la Congregazione per le Cause dei Santi controlla che la raccolta del materiale sia avvenuta in modo corretto, quindi nomina un ''Relatore della Causa'' che guiderà l'organizzazione del materiale nella ''Positio super virtutibus'' del Servo di Dio. La ''Positio'' è quindi un ''dossier'' dove si esprime con criterio la "dimostrazione ragionata" (''Informatio'') delle presunte virtù eroiche, usando le Testimonianze e Documenti raccolti nell'Inchiesta Diocesana (''Summarium''); Nel 1587 venne istituita una figura, contrapposta al relatore, di ''Pubblico Ministero'' (chiamato popolarmente l' ''Avvocato del Diavolo'') che in questa fase cerca soprattutto con grandissimo scrupolo le prove '''contro''' la santità del candidato: errori nella dottrina della Fede, disobbedienze alla Chiesa, comportamenti palesemente o occultamente peccaminosi o viziosi; questa figura è stata poi soppressa nel 1983 da parte di papa Giovanni Paolo II per snellire il processo di canonizzazione. Questo non vuol dire che tutti i santi siano stati perfetti dalla nascita: al contrario, ci sono santi che in una prima fase della loro vita possono essere stati grandi peccatori o addirittura infedeli o nemici della Fede (esempio: Saulo / San Paolo); ma allora si andrà a vedere se a questa prima fase (eventualmente anche lunga) ha fatto seguito una completa, radicale, definitiva [[conversione]];
# si organizza una commissione di 9 teologi, detta ''Congresso dei Teologi'', per l'esame della ''Positio'' del postulatore e delle ''Animadversiones'' dell'avvocato del diavolo. Se questi danno parere favorevole si ha una riunione di Cardinali e Vescovi della Congregazione dei Santi, terminata la quale il Papa autorizza la lettura del Decreto ufficiale sull' ''eroicità delle virtù'' del Servo di Dio. Questi d'ora in poi viene chiamato "[[venerabile]]". Questo chiude la prima fase del processo di canonizzazione.
# La fase successiva è la Dichiarazione di beatificazione, per arrivare alla quale deve essere riconosciuto un [[miracolo]] attribuito all'[[intercessione]] del venerabile. Qualcuno deve aver pregato la persona e questa deve aver "risposto" venendo in soccorso con un evento inspiegabile e "prodigioso": questo viene ritenuto dalla Chiesa segno inequivocabile che la persona è in Paradiso e di là può e vuole soccorrere i vivi. La cautela in questa fase è ancora maggiore. Perché un miracolo venga preso in considerazione dalla Congregazione dei Santi occorre una Inchiesta Diocesana, approfondita con lo stesso iter indicato sopra, che andrà consegnata alla Congregazione dei Santi.
# tra gli episodi a cui la Chiesa cattolica più frequentemente attribuisce carattere miracoloso vi sono: l'incorruttibilità del corpo dopo la morte, come per [[Caterina da Siena|santa Caterina da Siena]], il cui corpo è ancora integro dopo quasi 650 anni dalla morte; la "liquefazione del sangue" durante occasioni particolari, come [[san Gennaro]]; l'"Odore di Santità": il corpo emanerebbe profumo di fiori, anziché il consueto odore di morte, come nel caso di [[Teresa d'Avila|santa Teresa d'Avila]]. Tuttavia il miracolo che si verificherebbe più spesso è quasi sempre una guarigione da malattia grave. Questa deve essere istantanea, senza alcuna spiegazione medica plausibile, definitiva e totale. <br/>La ''Positio'' sul miracolo viene quindi esaminata da 5 medici: se questi dichiarano di non sapere dare spiegazione razionale e scientifica dell'avvenimento, si configura la possibilità di ritenerla miracolo. L'avvenuto viene valutato da 7 teologi, quindi da vescovi e cardinali. Il riconosciemntoriconoscimento ufficiale è sancito dalla promulgazione del "[[Decreto sul miracolo]]" (''Decretum super miraculo'') da parte della [[Congregazione dei santi]].
# Terminate queste riunioni il Papa proclama il venerabile [[beato]] o beata in una Messa solenne, quindi stabilisce una data della memoria nel calendario liturgico locale o della famiglia religiosa cui la persona apparteneva.
# Se viene riconosciuto un altro miracolo, a seguito di una valutazione che ha lo stesso iter e la stessa severità del primo, il beato viene dichiarato santo e il suo culto viene autorizzato ovunque vi sia una comunità di credenti.
Nelle [[Chiesa ortodossa|Chiese ortodosse orientali]], la canonizzazione— o più propriamente, nella prospettiva ortodossa, "Glorificazione"— dei santi differisce dalla tradizione cattolica sia per quel che concerne il punto di vista teologico che nella pratica. La Glorificazione di un santo è infatti ritenuta un atto di Dio piuttosto che dei membri della Chiesa, a cui è delegato solo il riconoscimento formale di quanto già avvenuto in sostanza.
 
Secondo quest'ottica, quando un uomo che ha trascorso la propria vita seguendo scrupolosamente i dettami della Chiesa muore, Dio può scegliere se glorificarlo attraverso la manifestazione di miracoli o meno. In caso positivo la devozione al santo inizia a crescere partendo dal livello più basso, chiamato "radici d'erba". La devozione si sviluppa da tale punto, nel quale non c'è ancora alcun riconoscimento formale ma in cui i devoti possono decidere di celebrare messe in suffragio ([[lingua greca|greco]]: ''Parastas'', [[lingua russa|russo]]: ''Panikhida'') pregando per lo stesso come si può pregare per un normale defunto che non è stato Glorificato. La Chiesa permette di commissionare in suo onore delle [[icona|icone]], che possono essere tenute in casa ma mai nei luoghi di culto.
 
Qualora le prove della santità del defunto continuino a manifestarsi, viene iniziata la procedura vera e propria di canonizzazione. La Glorificazione può essere posta in essere da qualsiasi vescovo all'interno della propria diocesi, anche se usualmente questa viene dichiarata da un Sinodo di vescovi. Prima di arrivare alla dichiarazione di santità vera e propria, solitamente vengono compiute accurate indagini sulla fede del defunto, sui suoi comportamenti e sulle sue opere, cercando inoltre di verificare la veridicità dei miracoli attribuiti alla sua intercessione. La Glorificazione finale non rende un individuo santo ma accerta ciò che in ottica ortodossa era stato già reso manifesto da Dio.
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