Beato Andrea Carlo Ferrari: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
mNessun oggetto della modifica
Accolto presso il [[seminario]] di [[Parma]], nel [[1873]] venne ordinato [[Presbitero|sacerdote]]; l'anno dopo venne nominato [[parroco]], successivamente vicerettore al seminario di Parma. Nel [[1878]] fu nominato professore di [[teologia]] dogmatica, nel [[1879]] fu promosso [[canonico]] ordinario. In seguito divenne rettore dello stesso istituto.
 
Nel [[giugno]] [[1890]] divenne [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]], un anno dopo [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Dopo tre anni a Como, improvvise gli giunsero nel [[maggio]] [[1894]], da parte di [[papa Leone XIII]], la nomina a [[cardinale]] e la promozione alla [[Arcidiocesi di Milano|sede arcivescovile di Milano]], succedendo allo scomparso [[Luigi Nazari di Calabiana]].
 
A Milano fu preoccupato, sulla scia di [[San Carlo Borromeo]], di "conservare la [[fede]]" attraverso la [[predicazione]], ma soprattutto attraverso la [[catechesi]]. Sotto la sua guida si arrivò, nel [[1896]], alla preparazione del testo unico di [[catechismo]] dell'Episcopato Lombardo Piemontese che, praticamente, fu l'ultima tappa del percorso che portò alla pubblicazione del [[Catechismo di Pio X]]. Per quanto riguarda l'educazione cristiana dei giovani, volle l'istituzione presso ogni [[parrocchia]] di un [[oratorio]] sia maschile sia femminile, e affrontò il problema dell'[[insegnamento della Religione Cattolica]] nelle scuole elementari.
 
A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giungogiungno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'unaugurazione della statua del re [[Vittorio Emanuele II]]. Il [[7 dicembre]] dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo ''La Massoneria e il Socialismo''<ref>A. A. Mola, ''Storia della Massoneria italiana'', Bompiani, Milano 1994, pp. 280-281.</ref>.
 
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda.<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad [[Asso]] e la sua assenza dalla città fu criticata da alcuni ambienti che sostennero che aveva lasciato senza difesa ''il suo popolo''</ref>

Menu di navigazione