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A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giugno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'inaugurazione della statua del re [[Vittorio Emanuele II]]. Il [[7 dicembre]] dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo ''La Massoneria e il Socialismo''<ref>{{Autore|Aldo Alessandro Mola}}, ''Storia della Massoneria italiana'', Bompiani, [[Milano]] [[1994]], pp. 280-281.</ref>.
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad
[[File:tombacf.jpg|thumb|200px|left|Tomba del Card. Ferrari nel [[Duomo di Milano]]]]
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