Beato Andrea Carlo Ferrari: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Formazione e ministero sacerdotale ===
Nacque a Lalatta, località nel comune di [[Palanzano]] [[diocesi di Parma]], primogenito dei quattro figli di Giusep­pe Ferrari, umile calzolaio, e di Maddalena Longarini. Fu [[battesimo|battezzato]] di giorno seguente con il nome di Andrea. Creduto in fin di vita, la madre lo portò al [[santuario]] mariano di [[Santuario di Fontanellato|Fontanellato]] e ottenne la guarigione del piccolo infermo, che si rivelò dotato di grandi [[dono spirituale|doni spirituali]].
 
Accolto presso il [[seminario]] di [[Parma]] fu [[Ordinazione presbiterale|ordinato]] [[diacono]] il [[15 dicembre]] [[1872]] e [[Presbitero|sacerdote]] il [[20 dicembre]] [[1873]]; l'anno dopo venne nominato [[parroco]], successivamente vicerettore al [[seminario]] di Parma. Nel [[1878]] fu nominato professore di [[teologia dogmatica]], nel [[1879]] fu promosso [[canonico]] ordinario. In seguito divenne rettore dello stesso istituto.
 
=== Ministero episcopale e cardinalato ===
Il [[23 giugno]] [[1890]] fu nomunatonominato [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]] da [[papa]] [[Leone XIII]]. Fu consacrato il [[29 giugno]] di quello stesso anno nella chiesa delle religiose del Sacro Cuore di Villa Lante a [[Roma]], ad opera del [[cardinale]] [[Lucido Maria Parocchi]], [[Sede suburbicaria di Albano|vescovo di Albano]] e [[Vicario generale per la Diocesi di Roma|vicario generale di Roma]], assistito da [[Vincenzo Leone Sallua]], [[Sede titolare di Calcedonia|arcivescovo titolare di Calcedonia]], commissario generale del tribunale dell'inquisizione, e da [[Giovanni Maria Maioli]], [[Diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado|vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado]]. Prese possesso ufficiale della diocesi di Guastalla il [[3 ottobre]] [[1890]] facendo il suo ingresso nella [[cattedrale]].
 
Un anno dopo, il [[29 maggio]] [[1891]], divenne [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Anche qui intraprese una intensa attività di visite pastorali.
Fondò inoltre l'«Opera cardinal Ferrari», che si distinse per attività a favore di tutti i ceti della popolazione.
Colpito da un tumore alla gola, [[Morte|morì]] nel [[1921]], uno degli ultimi atti ufficiali, già sul letto di morte, fu l'approvazione degli statuti dell'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di Milano. Fu esposto nella [[Duomo di Milano|cattedrale metropolitana di Milano]] e sepolto nella cappella ''Virgo Potens'', sotto l'altare del Sacro Cuore di Gesù. Gli è stata dedicata una [[parrocchia]] di [http://www.cpmlegnano.it/ Legnano]], in provincia di Milano, e nella città di Parma una parrocchia nella cui [[Chiesa (edificio)|chiesa]], anche questa a lui dedicata, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua costituzione furono poste, nell'[[ottobre]] [[2014]], le sue reliquie.
 
Il clima di ostilità degli ambienti curiali romani, parzialmente perdurato anche in seguito, trovava contrapposto il tributo di ammirazione della Chiesa ambrosiana, in una dicotomia di giudizi che si venne a sciogliere solo con il nuovo clima del [[Concilio Vaticano II]] dove emerse quanto il cardinal Ferrari aveva anticipato i temi della riforma della [[Chiesa]]. Il [[1º febbraio]] [[1975]] [[Paolo VI]] ne riconobbe le virtù eroiche, ma il pieno riconoscimento lo si ebbe quando fu proclamato [[beato]] da [[papa Giovanni Paolo II]] il [[10 maggio]] [[1987]].

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