Escatologia: differenze tra le versioni

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Una svolta importante avvenne quando si riconobbe che l'escatologia è invece un aspetto essenziale dell'[[annuncio]] evangelico, che, secondo [[Albert Schweitzer]], è tutto contenuto in queste parole: "Ravvedetevi, il Regno dei cieli è vicino" ({{passo biblico con sigla libro|Mt|3,2}}. Tutto il [[Vangelo]] apparve allora dominato dal punto di vista escatologico; in particolare la morale del Vangelo, con la sua intransigenza impraticabile, fu considerata come una "etica provvisoria", la morale di gente che non pensava ad organizzare ragionevolmente la vita sopra questa terra, ma che viveva nell'attesa del [[Regno di Dio]]: questa concezione era un rovesciamento completo delle posizioni della scuola di Harnack. In Italia Ernesto Buonaiuti svolse con passione eloquente il concetto che il [[Vangelo]] nega radicalmente il mondo dal punto di vista del [[Regno di Dio]] e che per questa negazione diventa paradossalmente capace di agire su di esso.
 
In anni più recenti si è tornati ad una visione meno eccessiva, riconoscendo che nel [[Nuovo Testamento]] l'escatologia non è soltanto un evento futuro, ma è già attuata (l'"[[escatologia realizzata]]" di [[Charles Harold Dodd]]) o almeno iniziata ([[Joachim Jeremias]], [[Oscar Cullmann]]). La venuta di [[Gesù]] è l'evento escatologico, che segna la fine dell'"antico [[eone]]", cioè del mondo del [[peccato]] trionfante, della separazione ostile da Dio, della condanna e della morte e l'inaugurazione del "nuovo eone", dell'era nuova in cui sono all'opera le potenze della [[grazia]], del [[perdono]], della vita. In particolare la [[Morte di Gesù|morte]] e la [[risurrezione]]Risurrezione di Gesù Cristo]] segnano la vittoria decisiva sulle potenze di [[Satana]], anche se le conseguenze di questa vittoria non potranno essere manifestate prima dell'avvento finale del Regno (il ''Victory Day'', [[Cullmann]]).
 
Il tempo che intercorre tra la vittoria potenziale di Cristo (la sua [[morte]] e risurrezione) e la sua manifestazione gloriosa (la ''[[parusia]]'' o secondo avvento) è un tempo di attesa, di [[pazienza]] divina, di [[penitenza]], di lotta, ma anche e soprattutto di grazia; è il "tempo della [[Chiesa]]," la quale è già, in questo mondo, se non il "[[Regno di Dio]]" nella sua pienezza, una anticipazione di esso: il "Regno di [[Cristo]]", in cui si manifestano, nei doni dello [[Spirito Santo]] ([[carismi]]) e nella rigenerazione e [[santificazione]] dei credenti, la potenza del nuovo eone. L'esistenza della Chiesa nel mondo è dunque fino dal tempo presente una "esistenza escatologica" ([[Rudolf Bultmann]]).

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