San Francesco d'Assisi: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|altri Santi omonimi|[[San Francesco (disambigua)]]}}
{{Persona
|quote brano = Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole.
|quote citazione =
|fase canonizz=San
|AnnoMorte = 1226
|Sepoltura=[[Basilica di San Francesco (Assisi)]]
|età= 44 o [[45]]
|Epoca=1100
|Epoca=1200
|lPR=Assisi
|aPR=1205
|gmS= 16 luglio
|aS=1228
|pS=Gregorio IX
|venerato da = [[Chiesa cattolica]]
|santuario principale= [[Assisi]], [[Basilica di San Francesco (Assisi)|Basilica di San Francesco]]
|ricorrenza= 4 ottobre
|attributi= [[stigmate]], [[crocifisso]]
|patrono di= [[Italia]], animali, uccelli, commercianti, cordai, ecologia, floricoltori, mercanti, tappezzieri, poeti
|sb=21750
|martirologio=[[Festa (liturgia)|Festa]] di san Francesco, che, dopo una spensierata gioventù, ad [[Assisi]] in [[Umbria]] si [[conversione|convertì]] ada una [[vita]] [[Vangelo|evangelica]], per [[servizio|servire]] [[Gesù]] [[Cristo]] che aveva incontrato in particolare nei [[povertà|poveri]] e nei diseredati, facendosi egli stesso povero. Unì a sé in [[comunità]] i [[Frati Minori]]. A tutti, [[cammino|itinerando]], [[predicazione|predicò]] l'[[amore]] di [[Dio]], fino anche in [[Terra Santa]], cercando nelle sue [[parola|parole]] come nelle azioni la perfetta [[sequela]] di Cristo, e volle [[morte|morire]] sulla nuda [[terra]].
|martirologionumero=1
|Categoria1=Assisi|Francesco, San
=== Figlio di mercanti ===
 
Nacque nel [[1181]] o [[1182]] da Pietro Bernardone dei Moriconi e dalla nobile Pica Bourlemont, in una [[famiglia]] della ricca borghesia emergente della città di Assisi.
 
Sua madre gli mise il nome dell'[[San Giovanni apostolo ed evangelista|apostolo Giovanni]], ma il padre decise di chiamare il figlio Francesco, in onore di quella terra di [[Francia]] che aveva dato alla [[famiglia]] [[ricchezza]] e benessere.
Nel [[1054]] scoppiò una prima [[guerra]] tra Assisi a [[Perugia]]; tra le due città esisteva una rivalità irriducibile: Perugia era [[papa|papale]], mentre Assisi, insieme a [[Foligno]] e [[Todi]], era imperiale. Del [[1202]] è la battaglia di Collestrada, vicino a Perugia; Francesco vi partecipò come i suoi coetanei.
 
A seguito della vittoria dei perugini Francesco venne catturato, e rimase prigioniero nelle [[carceri]] di Perugia per un anno. La prigionia fu per lui un'esperienza fondamentale, che lo indusse ada un totale ripensamento della sua [[vita]]. Fu in questo periodo che iniziò a maturare in lui l'esigenza insopprimibile di scoprire quel valore che riterrà poi decisivo nella vita di ogni uomo: la [[pace]] donata da [[Cristo]].
 
La guerra terminò nel [[1203]], e Francesco ottenne la [[libertà]] grazie ada un trattato sui prigionieri di guerra che, in caso di [[malattia]], ne imponeva la liberazione dietro il pagamento di un riscatto: incombenza a cui provvide il padre, Pietro di Bernardone.
 
Francesco, tornato a casa, recuperò gradatamente la salute. Trascorrendo molto tempo tra i possedimenti del padre in luoghi bellissimi e appartati, si risvegliò in lui uno sguardo contemplativo sulla [[natura]], vista come opera mirabile di [[Dio]].
Ormai Francesco non è più lo stesso di prima: rifugge la compagnia; preferisce la [[solitudine]]; si accompagna di frequente a mendicanti e straccioni.
 
A [[Roma]], dove viene mandato dal padre a vendere una partita di merce, non solo distribuisce il [[denaro]] ricavato ai poveri, ma scambia le sue vesti con quelle di un mendicante, e si mette a chiedere l'[[elemosina]] davanti alla porta di [[Basilica di San Pietro|San Pietro]].
 
Nel [[1205]], poi, nella chiesina di [[San Damiano (chiesa di Assisi)|San Damiano]] ode il [[crocifisso di San Damiano|crocifisso]] che gli dice:
{{quote|Francesco, non vedi che la mia [[casa]] sta crollando? Va' dunque e restauramela.}}
 
Capendo quelle parole come una richiesta di un restauro fisico della piccola chiesetta, fece incetta di stoffe nel negozio del padre e andò a Foligno a venderle; vendette anche il [[cavallo]], tornò a casa a piedi e offrì il [[denaro]] ricavato al [[sacerdote]] di San Damiano. Ciò rese furente il [[padre]], e in città tutti pensarono che avesse perso la testa o che fosse preda di qualche influenza maligna. Tutta la città fu solidale con il padre, che vedeva dissolte le speranze riposte nel figlio.
 
=== Di fronte al Vescovo ===
 
Pietro di Bernardone cercò, all'inizio, di segregare il [[figlio]] per nasconderlo alla gente. Poi, vista la sua impotenza di fronte all'irriducibile "testardaggine" di Francesco, decise di denunciarlo ai Consoli, non tanto per il danno economico subito, quanto piuttosto con la segreta speranza che il giovane cambiasse atteggiamento. La colpa di Francesco prevedeva una pena molto dura: il bando dalla città. Il giovane, però, si appellò al [[Vescovo]], in forza di una [[bolla]] di [[papa Innocenzo III|Innocenzo III]], nella quale si affermava che nessun [[religioso]] poteva essere giudicato senza il consenso del suo [[superiore]]. Francesco si era affidato ormai alle cure del sacerdote di San Damiano, e si considera perciò uomo di [[Chiesa]], e come tale giudicabile solo dalle autorità ecclesiali.
 
Tutta la città di Assisi si radunò per quel giudizio, svoltosi un giorno di [[gennaio]] o [[febbraio]] del [[1206]]. Il processo si svolse all'aperto, sulla piazza di Santa Maria Maggiore, davanti al palazzo del Vescovo. "tutta Assisi"<ref>[[San Bonaventura da Bagnoregio]], ''Leggenda maggiore'', cap. II.</ref> fu presente al giudizio.
 
Il figlio, non appena il padre finì di parlare
 
=== Un uomo nuovo ===
[[File:Subiaco Mon.S.Benedetto Cap.S.Gregorio Amb.romano S.Francesco ante1224.jpg‎jpg|thumb|250px|right|{{Autore|Ambito romano}}, ''San Francesco d'Assisi e committente'' (ante [[1224]]), affresco; Subiaco, [[Sacro Speco]]]]
 
Agli inizi del [[1207]] partì per [[Gubbio]]. Era inverno e probabilmente c'era molta [[neve]].
Poco prima di Caprignone, o poco dopo Valfabbrica<ref>Gli studiosi non sono concordi nell'identificare il luogo dell'accaduto.</ref> gli venne sbarrata la strada. Alla domanda su chi fosse, Francesco rispose: "Sono l'araldo del Gran [[Re]]; vi interessa questo?". I briganti lo percossero e lo gettarono in una fossa piena di neve, dicendo: "Stattene lì, zotico araldo di [[Dio]]!". Ma Francesco, appena i briganti furono spariti, balzò fuori dalla fossa e, tutto contento, riprese a cantare a gran voce, tessendo le lodi del [[creazione|Creatore]] di tutte le cose.
 
Un [[monastero]] accolse Francesco dopo l'aggressione<ref>Non v'è certezza su quale fosse tale monastero: per alcuni sarebbe quello di Santa Maria di Valfabbrica, per altri quello di [[San Verecondo]] de Spissis, oggi [[Vallingegno]].</ref>, ed egli fu inviato in cucina a fare lo sguattero, ma da lì Francesco ripartì quasi subito, e si incamminò verso [[Gubbio]]. Il giovane aveva da sempre qui diversi amici, ede uno di essi, Federico Spadalonga, lo accolse benevolmente e lo rivestì.
 
Sempre a Gubbio, poi, Francesco "amante di ogni forma di [[umiltà]], si trasferì presso i [[lebbra|lebbrosi]], restando con loro e servendo a loro tutti con somma cura"; si trattava del lebbrosario di [[San Lazzaro]]. Nel suo ''Testamento'', Francesco disse chiaramente che la vera svolta verso la piena [[conversione]] ebbe inizio per lui quando si accostò a quelle persone.
=== Il ritorno ad Assisi ===
 
Passati alcuni mesi dell'anno [[1207]] e placatosi lo scandalo sollevato dalla rinuncia dei beni paterni, Francesco ritorna ad Assisi. Per un certo periodo se ne sta solo, impegnato a riparare alcune chiese in rovina come San Pietro (al tempo, fuori le mura), la ''Porziuncola'' a Santa Maria degli Angeli e ''San Damiano''. L'alacrità e l'impegno che mette nel lavorare convince col tempo alcune persone che vanno ad aiutarlo; riferendosi a [[San Damiano (chiesa di Assisi)|San Damiano]] diceva: {{Quote|Qui sorgerà un monastero di signore, e per la fama della loro santa vita, sarà glorificato in tutta la chiesa il nostro [[Dio|Padre Celeste]].}} Le parole del Santo si riveleranno profetiche perché di lì a poco, nel [[1211]] (o [[1212]]) [[Santa Chiara|Chiara]], dopo aver vestito a Santa Maria degli Angeli lo stesso abito religioso di Francesco, troverà qui stabile dimora, fondando, a sua volta, un [[istituto religioso|Ordine]] femminile. Per Francesco, San Damiano ha un valore particolare. Tra le sue mura trova sempre pace e consolazione. Nel [[1225]], dopo aver ricevuto le [[stigmate]] sul [[monte della Verna]] (luogo su cui sorgerà l'omonimo [[Santuario della Verna|Santuario]]), vi soggiorna alcuni giorni per riposarsi. Secondo la tradizione, è qui che il Frate improvvisa le prime strofe del ''[[Cantico delle Creature]]''.
 
=== La predicazione ===
I primi anni della conversione sono caratterizzati dalla [[preghiera]], dal servizio ai lebbrosi, dal lavoro manuale e dall'[[elemosina]]. Ma nel [[1208]], dopo aver ascoltato la parola del [[Vangelo]] nella chiesa di ''[[San Nicolò]]'' ad Assisi, Francesco sente fermamente di dover portare la [[Parola di Dio]] per le strade del mondo. Inizia così la sua [[predicazione]], dapprima nei dintorni di Assisi, poi sempre più lontano. Ben presto altre persone si aggregano a lui e, con le prime adesioni, si forma il primo nucleo della [[comunità]] di [[frate|frati]]. Uno di essi è [[Bernardo di Quintavalle]], suo amico d'infanzia. Per un breve periodo, nel [[1209]] Francesco e i suoi si istallano nel "tugurio" di ''Rivotorto'', sulla strada verso Foligno, che i frati hanno scelto perché vicino ada un ospedale di lebbrosi. Ma il posto scelto è umido e malsano e sarà presto abbandonato. Francesco, con i suoi primi compagni (frate Leone, frate Masseo, frate Elia Bombarone, frate Ginepro, e nel [[1214]] i primi frati "dotti", tra cui [[Tommaso da Celano]], uno dei principali biografi del Santo e forse [[Giovanni da Pian di Carpine]]) si stabilisce vicino alla piccola badia di Santa Maria degli Angeli, sulla pianura del Tescio, in località "[[Porziuncola]]". Abbandonata in mezzo al bosco di cerri, viene concessa a Francesco e ai suoi frati dall'Abate di ''San Benedetto del Subasio'', intorno al [[1209]]. Da qui partiranno le prime [[missione|missioni]] [[apostolo|apostoliche]] verso i quattro angoli della terra.
 
[[Immagine:Giotto - Legend of St Francis - -07- - Confirmation of the Rule.jpg|thumb|300px| {{Autore|[[Giotto]]}}, ''[[Innocenzo III conferma la Regola francescana]]'' ([[1290]] - [[1295]]), affresco; [[Assisi]], [[Basilica di San Francesco (Assisi)|Basilica di San Francesco]],]]
 
Nel [[1210]] a [[Roma]] Francesco, proponendo a [[papa Innocenzo III]] il suo [[Regola di San Francesco d'Assisi#Propositum del [[1210]] o Prima Regola|Propositum o Prima Regola]], ne riceve l'approvazione per il suo "[[Ordine dei Frati Minori|Ordo fratum minorum]]".
 
Alla Porziuncola Francesco scrive nel [[1221]] la [[Regola di San Francesco d'Assisi#Regola non bollata del [[1221|Regola non bollata]]. La meno rigorosa [[Regola di San Francesco d'Assisi#Regola bollata del [[1223|Regola bollata]], viene scritta con il cardinale Ugolino d'Ostia (il futuro [[papa Gregorio IX]]) e approvata da [[papa Onorio III]] nel [[1223]]. Sempre alla Porziuncola si tengono i primi [[Capitolo|Capitoli Generali]] detti anche ''capitoli delle stuoie'', vi si celebra l'[[indulgenza]] del [[1216]] concessa a Francesco, in una visione, dallo stesso [[Cristo]].
 
=== Pellegrino del mondo, paladino di pace ===
 
Col tempo la fama di Francesco cresce enormemente e cresce in maniera esponenziale anche la schiera dei frati (già 7000 in nel [[1215]]). Nel [[1217]] Francesco presiede il capitolo generale di Assisi, che organizza la grande espansione dell'ordine in Italia e invia missioni in Germania, Francia e Spagna. La pacifica rivoluzione che il nuovo Ordine sta compiendo comincia ada essere palese a tutti. Iniziano però anche i primi problemi: Francesco ha paura che, ingrandendosi senza controllo, la [[fraternità]] minoritica devii dai propositi iniziali.
 
Per dare l'esempio e per potersi dedicare completamente alla sua missione, nel [[1220]], tornato da un viaggio in Egitto e in [[Palestina]], rinuncia al governo dell'Ordine in favore dell'amico e seguace [[Pietro Cattani]]. È in questo periodo che ''nascono'' i Capitoli Generali: sorgono con l'esigenza di impostare la vita comunitaria, di organizzare l'attività di [[preghiera]], di rinsaldare l'unità interna ed esterna, di decidere nuove missioni.
 
Ed è la Porziuncola la sede in cui si ospitano tutti i capitoli più importanti. Il concetto di [[pellegrinaggio|pellegrino]] e uomo del mondo, comunque, rimane per Francesco uno dei capisaldi delcapisaldidel proprio ideale di vita. Con il risultato che la ''vulgi pietas'' e la devozione dei [[Discepolo|discepoli]] collegano idealmente alla tradizione [[bibbia|biblica]] e al [[Vangelo]] ogni passaggio e ogni atto del Santo in relazione ai luoghi del suo peregrinare quale annunciatore di [[Cristo]]. A ''Greccio'' (sulla strada che da Stroncone prosegue verso il reatino), nel [[Natale]] del [[1223]] Francesco rievoca la nascita di Gesù Cristo e dove è nata la tradizione del [[Presepe]].
 
Oltre alla vita attiva Francesco sente continuamente l'esigenza di ritirarsi in posti solitari per ritemprarsi e pregare. Ad esempio, ''l'eremo delle Carceri'' di Assisi, sulle pendici del [[monte Subasio]], offre al frate quel necessario silenzio e quella pace che gli consentono un più intimo colloquio con il Cristo.
 
=== L'Ordine Minoritico ===
San Francesco d'Assisi fondò tre ordini riconosciuti dalla Chiesa, esistenti tutt'oggi, aventi costituzioni proprie.
 
Il primo ordine è quello dei [[Ordine francescano|frati minori]], che seguono la regola approvata dal [[papa Onorio III]], ossia la Regola bollata (1223), che a sua volta si divide in tre rami: [[Frati Minori Conventuali]], [[Ordine dei Frati Minori|Frati Minori Osservanti]], e [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Frati Minori Cappuccini]], hanno ciascuno la loro propria organizzazione e struttura legale, ma hanno in comune San Francesco come loro Padre e Fondatore.
Il secondo ordine è quello delle [[Clarisse]] fondato da [[Santa Chiara d'Assisi|santa Chiara d'Assisi]] con la [[Regola di San Francesco]], monache di [[clausura]], che attualmente, come i frati, sono presenti in tutto il mondo.
 
Il terzo ordine nacque per i [[laico|laici]], o meglio per i [[secolare|secolari]], cioè coloro che pur non entrando in [[convento]], vivono nelle loro famiglie la spiritualità francescana. Viene chiamato [[Ordine Francescano Secolare]] conosciuto anche come O.F.S.
 
Oltre al Terz'Ordine Secolare, vi è anche il T.O.R., il Terz'Ordine Regolare (frati, monache e suore).
=== Spirito missionario ===
 
Alla preghiera e alla [[meditazione]] la Regola francescana aggiunge lo spirito [[missione|missionario]]. Quasi in simbiosi con i [[precetti evangelici]], assumendo una condotta completamente divergente rispetto al comune intendimento, a Francesco interessano soprattutto i ceti sociali più deboli, va verso quel prossimo che dalla moderna società viene rifiutato, cioè verso il povero, il malato, il perdente, l'ultimo: Francesco vuole essere il minore tra i minori. Si sostiene inoltre che egli applichi ai compagni l'appellativo ''minores'', dato universalmente ai popolani, perché lui stesso vuole incarnare l'ideale di uomo del popolo. EdE Assisi e Santa Maria degli Angeli sono il cuore pulsante da cui parte e ritorna l'attività missionaria di questo nuovo ordine dei "minori", come d'ora in avanti verranno chiamati tutti coloro che seguiranno il fondatore. Francesco dà l'esempio, mostrando un'ansia frenetica e una febbrile sollecitudine nella diffusione del messaggio [[Vangelo|evangelico]]. In prima persona vive un incessante vagare per raggiungere con la Parola molti luoghi, portandosi fino ai confini dell'Europa.
 
=== La predica agli uccelli ===
Più che la cronaca di un avvenimento, viene descritto un passo di vera poesia:
 
{{quote|E passando oltre con quello fervore, levò gli occhi e vide alquanti arbori allato alla via, in su' quali era quasi infinita moltitudine d'uccelli. E entrò nel campo e cominciò a predicare alli uccelli ch'erano in terra; e subitamente quelli ch'erano in su gli arbori se ne vennono a lui insieme tutti quanti e stettono fermi, mentre che santo Francesco compiè di predicare (...) Finalmente compiuta la predicazione, santo Francesco fece loro il segno della croce e diè loro licenza di partirsi; e allora tutti quelli uccelli si levarono in aria con maravigliosi canti, e poi secondo la croce c'aveva fatta loro santo Francesco si divisoro in quattro parti (...) e ciascuna schiera n'andava cantando maravigliosi canti.}}
 
=== La morte ===
=== Le Fonti Francescane ===
 
Le ''[[Fonti Francescane]]'' sono una raccolta di testi sulla storia dell'Ordine francescano, attualmente pubblicata dal Consorzio di case editrici EFR - Editrici Francescane, costituito il [[31 marzo]] [[1995]] dall'intesa tra quattro case editrici francescane italiane: le Edizioni Biblioteca Francescana di Milano, le Edizioni Messaggero di Padova, le Edizioni Porziuncola di Santa Maria degli Angeli (PG) e la Libreria Internazionale Edizioni Francescane di Vicenza.
 
Comprendono gli scritti e le biografie di Francesco e Chiara d'Assisi. I testi sono basati sugli originali, mantengono la terminologia biblica, ecclesiale e teologica. La prima edizione è del [[1977]]; la seconda, ampliata è del [[2004]].
 
Sviluppata in collaborazione con i Frati Minori di Assisi da "Matitegiovanotte. Forlì", dal [[2013]] è disponibile anche una "app" dedicata a San Francesco<ref>[http://www.appsanfrancesco.org/ ''San Francesco'']]</ref>, con contenuti tratti dalle Fonti Francescane<ref>[http://www.zenit.org/it/articles/prima-app-dedicata-a-san-francesco?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+zenit%2Fitalian+(ZENIT+Italiano) ''Prima "app" dedicata a San Francesco'']</ref>.

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