Mistica: differenze tra le versioni

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{{Quote iniziale
|virgolettegrandi=
|Il progresso spirituale tende all'unione sempre più intima con [[Cristo]]. Questa unione si chiama '''"mistica"''', perché partecipa al '''[[mistero]]''' di Cristo mediante i [[sacramenti]] -i santi misteri- e in lui, al mistero della [[Santissima Trinità]]. [[Dio]] [[Vocazione|chiama]] tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad alcuni sono concesse [[Grazia|grazie]] speciali o segni straordinari di questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti.|[[Catechismo della Chiesa cattolica|C.C.C.]], n°º 2014
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|Così la [[preghiera]] contemplativa è la più semplice espressione del '''mistero''' della preghiera. La preghiera contemplativa è un '''dono''', una grazia: non può essere accolta che nell'[[umiltà]] e nella [[povertà]]...|[[Catechismo della Chiesa Cattolica|C.C.C.]], n°º 2713
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|La preghiera contemplativa è '''unione''' alla preghiera di Cristo nella misura in cui fa partecipare al suo '''mistero'''.|[[Catechismo della Chiesa Cattolica|C.C.C.]], n°º 2718
}}
 
L'esperienza mistica cristiana non è soggettività pura, non è una mente suggestionata che produce il proprio oggetto, ma è la disponibilità a ricevere da Dio una nuova forma del proprio essere, in altre parole è una ubbidienza in risposta a un amore gratuito e trasformante. Nel [[cattolicesimo]], questa esperienza del mistero di Cristo -anche se non simulata- non può diventare né oggetto di vanto né esoterica, cioè sfuggente all'assimilazione e alla comunione con la Chiesa; proprio qui sta un criterio per determinarne la genuinità o la illusorietà.
 
Il termine ''esperienza'' non va inteso secondo il metodo scientifico moderno, ossìa come procedimento che si può ripetere a volontà al di fuori dello sperimentatore; infatti non è accostabile al misticismo cristiano ciò che si ottiene come esito di tecniche di meditazione, delle quali uno sperimentatore si sia reso padrone<ref>Sulle tecniche di autoinduzione a stati alterati di coscienza, [[Santa Teresa d'Ávila]] scrisse: "''Pensare di giungere all'estasi in questo modo, equivale a pensare che se Dio vuol far volare un rospo, sta ad aspettare che il rospo voli da se stesso"'' ({{Autore|[[Luigi Borriello]]-[[Giovanna della Croce]]}} (a cura di), ''Teresa di Gesù. Opere complete'', [[Edizioni Paoline]], [[Milano]] [[1998]], c.12, n.5).<br />
Vedasi specialmente la ''Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della meditazione cristiana'', del card. [[Joseph Ratzinger]] Prefetto della [[Sacra Congregazione per la Dottrina della [[Fede]] in data [[15 ottobre]] [[1989]], della quale si offre il testo con link sul web: [http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19891015_meditazione-cristiana_it.html Lettera ai Vescovi sulla meditazione]</ref>. L'esperienza mistica cristiana dipende interamente dalla libertà dello Spirito Santo che concede grazie secondo la propria volontà, con disegni imperscrutabili per chiunque. È un dono concesso per [[grazia]], rivelato alla [[fede]] e operante nella [[carità]], ossìa nell'amore. Quindi la vita mistica cristiana è cosa ben diversa da un'esperienza psichica trafficabile o rivolta al proselitismo.
 
{{Quote|''Nello sguardo di Gesù... si coglie la profondità di un amore eterno e infinito che tocca le radici dell'essere. La persona che se ne lascia afferrare, non può non abbandonare tutto e seguirlo. Come Paolo, essa considera tutto il resto "una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù", a confronto del quale non esita a ritenere ogni cosa "come spazzatura al fine di guadagnare Cristo" ({{pb|Fil|3,8}}). La sua aspirazione è di immedesimarsi con Lui, assumendone i sentimenti e la forma di vita''.|[[Esortazione apostolica]] di [[Giovanni Paolo II]] ''Vita consecrata'', 18.}}
 
== Ineffabilità e spogliamento ==
Nell'esperienza mistagogica, cioè di iniziazione al ''mistero cristiano'', la persona celestiale che agisce insegna al percipiente a gioire come lei, a soffrire come lei, a desiderare come lei, ad amare come lei, in una frase: gli rapisce e gli affina personalmente il [[cuore]] e la mente. Quando la nostalgia di Dio per l'uomo e dell'uomo per Dio diventano incontro, esplode nell'uomo la gioia della salvezza ({{Pb|Gb|42,5}}). È una scuola soprannaturale di comunione a tu per tu (con una rarissima convenienza pedagogica di prodigi). Dopo una tale esperienza -o successione di "lezioni"- chi l'ha vissuta parla di se stesso come di uno che è stato rimodellato energicamente dalla persona ultraterrena, la quale l'ha invitato a incarnare i suoi lineamenti spirituali. Il mistico non può fare altro: non riesce ad analizzare con logiche scientiste la propria esperienza, perché essa è inesprimibile (ineffabile) e comunica solo una luce che può essere intuita, tutt'al più, con il linguaggio poetico -perché esso si affida a cenni e simboli- come fece [[San Giovanni della Croce]].
 
Il mistico è una persona del tutto normale, con niente di vistoso o attraente che lo metta in evidenza e non è un cristiano più cristiano degli altri a motivo della vita contemplativa che conduce. Sovente però è ispirato a scegliere di vivere le [[virtù]] cristiane in modo eroico. Un mistico cristiano genuino si sottopone umilmente al discernimento dei sacri [[Pastore|pastori]]; anzi, è cosa simpatica osservare come i mistici veri si sottomettano volentieri al giudizio di certi [[sacerdoti]] o [[vescovi]] che mistici non sono mai stati. Un mistico autentico non si ostina in alcun modo, ha infatti una grande libertà interiore da ogni attaccamento e orgoglio e questo è un grande segno di [[kenosis|kenosi]] cristica, cioè di umile spogliamento spirituale (v. {{pb|Fil|2,6-9}}). Piuttosto che contrapporsi al clero, il mistico sincero rinuncia a tenersi avvinghiato alla propria esperienza e se ne espropria -magari con pena- nella certezza di essere così più vicino a quel Regno di Dio che gliel'ha donata a vantaggio di tutta la Chiesa. Ci troviamo qui ai vertici luminosi della sintesi tra libertà e obbedienza, tra istituzione e [[Coscienza morale|coscienza]] personale.
 
== Dalla sete di Dio all'imitazione di Cristo ==
Bibbia e liturgia sono quindi i luoghi naturali della contemplazione mistica cristiana, perché da essi passa la forza trasformante dello Spirito Santo. Tale forza, ispirando il credente verso la maturità spirituale, gli fa mettere in secondo piano la sua sete di Dio ({{pb|Sal|42}} e {{pb|Sal|63}}), per invitarlo a soddisfare la sete che Dio ha per gli uomini ({{pb|Gv|13,1}}; {{pb|1Gv|4,9-10.19}}; {{pb|Mt|25,40}}). Il credente infatti, scopre gradualmente che il massimo godimento estatico non è altro che uscire da se stesso per ricevere da Dio la forza di imitarlo nell'amare ({{pb|Ef|5,1}}; {{pb|1Gv|4,20-21}}). Egli, affidandosi totalmente a Dio nel far questo, viene conformato a lui, diventa mistico, cioè capace di vedere le cose dalla prospettiva di Dio, vivendo i suoi stessi sentimenti di carità ({{pb|Fil|2,5}}) e trasformandosi in un tabernacolo vivente dell'[[Amore|agape]] celeste.
 
Solo a quel punto il mistico, tornato tra gli uomini, diventa segno e punto di riferimento del popolo. Nella sua opera ''De diligendo Deo'', [[San Bernardo]] scrisse che prima di iniziare questo percorso spirituale, si amano gli altri per compiacere se stessi, poi si comincia ad amare Dio per compiacere se stessi, in seguito si impara ad amare Dio per compiacere Dio; alla fine si torna ad amare gli altri con abnegazione per imitare l'amore puro che Cristo ebbe e ha per noi. Si passa dunque dalla passione egoista, all'amore oblativo senza tornaconto o ''agape'' e quindi alla carità che è la sacramentalizzazione dell'agape.
 
[[Vladimir Sergeevič Solov'ev]] (†1900†[[1900]]), teologo ortodosso ecumenico che difese il primato papale, scrisse che anche l'amore coniugale cristiano compie una ''missione mistica'', celebrata nella fedeltà quotidiana, nel rispetto reciproco e nella rinuncia di sé per l'affermazione del partner, perché in tal modo trasforma la vita matrimoniale in una reciproca consacrazione e in una liturgia di ringraziamento ({{pb|Ef|5,25}}). Alla stessa riflessione giunsero i filosofi Raissa e [[Jacques Maritain]]. In effetti, se il rapporto coniugale diventa ''ternario'' (sposa-Dio-sposo) diventa simile alla vita trinitaria. Diventa dono di vedere Dio sempre più lucidamente come dimensione vera del sacramento. E nell'atto coniugale ognuno dei due può dire all'altro "''questo è il mio corpo, questo è il mio sangue offerto a te nella volontà fragile di essere una sola carne aperta alla vita''". Non manca nulla all'esperienza mistica: vi sono anche le notti dei sensi e dello spirito, al capezzale di un figlio malato, per il lavoro che all'improvviso viene a mancare, per l'adolescente che stavolta non rincasa... Qui la preghiera dei genitori raggiunge intensità altissime e Dio scende nel concreto di questa unità d'amore. Il matrimonio come sacramento è mistica delle vette.
 
== Effetti ==
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[[Categoria:Mistica|Mistica]] [[Categoria:Ascetismo|Ascetismo]] [[Categoria:Spiritualità| Spiritualità]]
 
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