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|didascalia=Concilio Vaticano I
|data = [[8 dicembre]] [[1869]],<br />[[20 ottobre]] [[1870]]
|precedente=[[Concilio di Trento]]
|successivo=[[Concilio Vaticano II]]
== La decisione di [[Pio IX]] ==
[[Papa Pio IX]] ebbe l'idea di indire un Concilio alcuni giorni prima della pubblicazione del [[Sillabo]], l'[[8 dicembre]] [[1864]].
Il Concilio rientrava poi in un preciso progetto unitario, ossia la difesa dell'ordine soprannaturale dagli attacchi della cultura contemporanea, progetto che si era già concretizzato nella proclamazione del dogma dell'[[Immacolata Concezione]] ([[8 dicembre]] [[1854]]), nel Sillabo ([[8 dicembre]] [[1864]]) e appunto nel Vaticano I ([[8 dicembre]] [[1869]]). La scelta dell'[[8 dicembre]] non era dunque casuale.
== La preparazione ==
[[File:Concilio Vaticano I.jpg|350px|thumb|right|Concilio Vaticano I, proclamazione del [[dogma]] dell'[[infallibilità pontificia]]]]
Non mancarono i dubbi sull'opportunità di convocare un concilio per le condizioni generali in Europa (ascesa della Prussia a danno dell'Austria, evoluzione liberale dell'impero francese, il forte anticlericalismo portoghese, la crisi spagnola) e per le condizioni dello Stato pontificio (o meglio, di ciò che ne restava, con la spada di Damocle di una possibile annessione al regno d'Italia). Ma alla fine, grazie anche all'influsso di eminenti personalità quali il cardinal Reisach, monsignor Manning e monsignor Dupanloup, il concilio venne annunziato pubblicamente il [[29 giugno]] [[1867]] in occasione delle feste del centenario di [[san Pietro]]; esattamente un anno dopo esso venne indetto per l'[[8 dicembre]] [[1869]].
Subito dopo l'annuncio ufficiale vennero composte alcune commissioni preparatorie, cui presero parte un centinaio di consultori, che dovevano stendere gli schemi provvisori dei futuri decreti. Sette erano le commissioni, il cui lavoro portò in due anni alla preparazione di 50 schemi (di cui solo 2 arrivarono in porto):
* commissione cerimoniale.
Accanto a questo, verso la fine di [[novembre]]
L'opinione pubblica intanto seguiva con un certo interesse la preparazione del concilio. Il [[6 febbraio]] [[1869]], la [[Civiltà Cattolica]], organo dei [[Gesuiti]], nella corrispondenza dalla Francia, riferiva che alcuni cattolici francesi erano favorevoli
* non tutti conoscevano appieno l'evoluzione del [[dogma]] ed erano contrari a ciò che non si trovasse nella Scrittura;
* alcuni papi avevano sbagliato ([[Papa Liberio|Liberio]] nella controversia [[Arianesimo|ariana]] e [[Papa Onorio|Onorio]] in quella [[Monoteismo|monotelitica]]);
== I lavori del Concilio ==
All'apertura del concilio, l'[[8 dicembre]] [[1869]] furono presenti oltre 700 vescovi (su circa un migliaio), di cui 200 italiani, 150 circa di lingua inglese, 30 dall'America latina, 40 dai paesi tedeschi e 50 dall'Oriente. Subito l'episcopato si divise in due gruppi: la maggioranza infallibilista (italiani, spagnoli, americani, irlandesi, vescovi missionari e molti francesi, svizzeri, belgi) e la minoranza antiinfallibilista (quasi tutti i vescovi di lingua tedesca e molti francesi: Dupanloup, Darboy, Maret, Ketteler, Rauscher, Strossmayer).
=== La Costituzione ''Dei Filius'' ===
{{vedi anche|Dei Filius}}
Alla fine del mese di [[dicembre]] cominciarono le discussioni sul primo schema preparatorio sugli ''errori del razionalismo'', schema che venne però ben presto bocciato, perché oscuro e prolisso. Da regolamento una speciale commissione (la ''deputazione della [[fede]]'') venne incaricata di preparare un'altra redazione. Così chi pensava
Il nuovo testo fu presentato all'assemblea conciliare nel mese di [[marzo]] [[1870]]
In essa viene affermato che:
* esiste un Dio personale, ''« un solo Dio, vero e vivo »'', che ha creato liberamente il mondo e lo governa con la sua provvidenza.
* l'esistenza di Dio può essere conosciuta e dimostrata con la ragione, fatta salva la necessità della rivelazione.
* la fede è un dono soprannaturale di Dio
* non vi è opposizione tra fede e ragione, ''« due ordini di conoscenza distinti »'' ma non contraddittori.
{{vedi anche|Pastor Aeternus}}
Ma fin dai primi giorni del Concilio ciò che interessava maggiormente l'opinione pubblica
Il [[21 gennaio]] [[1870]], un mese e mezzo dopo l'apertura del Concilio, fu sottoposto ai Padri conciliari un lungo schema dottrinale sulla chiesa (''De Ecclesia''), in cui però mancava ogni accenno all'infallibilità pontificia. Su intervento dello stesso [[Papa Pio IX|Pio IX]] venne aggiunto allo schema un capitolo dedicato all'infallibilità del magistero pontificio; ma in questo modo lo schema risultava ancora più lungo del testo originale. Così alcuni Padri conciliari proposero di iniziare immediatamente l'esame e la discussione dell'ultimo capitolo dello schema sulla chiesa, quello che parlava dell'infallibilità del papa. Alla fine di [[aprile]] il Papa approvò il procedimento
La discussione su questo nuovo schema si prolungò vivacissima, tra interminabili discussioni, dal [[13 maggio]] al [[18 luglio]] [[1870]]. Il [[13 luglio]] si votò lo schema nel suo insieme: 50 Padri circa non parteciparono alla seduta
La Costituzione afferma che:
== La sospensione del Concilio ==
Il [[26 luglio]] fu distribuito ai padri conciliari un nuovo schema da discutere relativo alle [[Missione|missioni]] della Chiesa. Ma ormai il Concilio languiva. Il giorno dopo l'approvazione della ''[[Pastor Aeternus]]'' scoppiava la guerra franco-prussiana, che mise in difficoltà molti vescovi, soprattutto ovviamente quelli francesi e tedeschi
{{Concili ecumenici}}
* {{autore|[[Giuseppe Alberigo]]}} (a cura di), ''Decisioni dei Concili Ecumenici'', [[Torino]] [[1978]], pp. 754-779
* {{autore|[[Giuseppe Alberigo]]}} (a cura di), ''Il Concilio Vaticano I ([[1869]]-[[1870]]) '', in "Storia dei Concili Ecumenici", Editore Queriniana, [[Brescia]] [[1990]], pp. 367-396
* {{Autore|[[Giacomo Martina]]}},
{{Sezione accessoria|Voci correlate}}
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