Apocrifi: differenze tra le versioni

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Il termine '''apocrifo''' è una traslitterazione del [[lingua greca|greco]] ''{{Traslittera|απόκρυφος''|GrecoTr}} (ἀπό = ''da'' + κρύπτω = ''nascondere''), indicante "ciò che è tenuto nascosto", "ciò che è tenuto lontano (dall'uso)". L'uso odierno del termine è circostanziato prevalentemente alla tradizione [[giudeo]]-cristiana, all'interno della quale è stata coniato. In essa con ''apocrifo'' si intende un testo non [[canone della Bibbia|canonico]], cioè non incluso nell'elenco dei libri della [[Bibbia]] ritenuti da parte del [[Magistero ecclesiastico]] autentici ed [[ispirazione|ispirati]]. Non sono cioè [[Parola di Dio|Parola del Signore]], come ad esempio i [[Vangeli]] canonici di [[Vangelo secondo Matteo|San Matteo]], [[Vangelo secondo Marco|San Marco]], [[Vangelo secondo Luca|San Luca]] e [[Vangelo secondo Giovanni|San Giovanni]] o altri testi compresi dalla Sacra Scrittura ufficiale.
 
La [[Chiesa]], pur autorizzandone la lettura, invita alla [[prudenza]] affinché quanto essi affermano non sia considerato automaticamente veritiero e non vi si attinga per la propria [[salvezza]]. Essi, che sono di numero elevatissimo sia riguardo all'[[Antico Testamento|Antico]] che al [[Nuovo Testamento]], riguardano per lo più scritti a volte intrisi di [[leggenda|leggende]] e dal carattere a volte fantastico e fiabesco, che nello specifico della vita del Signore presentano grosso modo un [[Gesù Cristo|Gesù]] fautore di miracoli e di prodigi, a volte anche esibizionista e impertinente, forse con il solo scopo di mostrare come e quanto egli sia [[Dio]].

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