San Girolamo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Nacque a Stridone in Istria da genitori abbienti. Studiò a [[Roma]], allievo di Mario Vittorino ed Elio Donato. Fu battezzato a 19 anni. Nel [[372]] si recò ad [[Antiochia di Siria]], ospite di [[Evagrio Pontico]]. Si stabilì poco dopo nel deserto di Chalcis (oggi Qinnasrin, sito archeologico) 40 km a sud-est di Aleppo (oggi Qinnasrin, sito archeologico) per trascorrervi alcuni anni come eremita. Scrisse in quel tempo la ''Vita Pauli monachi'' (Vita di Paolo eremita) gettando le basi dell’eremitismo occidentale. Nel [[379]] su consiglio di Evagrio Pontico, accettò di essere [[ordinazione presbiterale|ordinato presbitero]] da Paolino, vescovo di Antiochia di Siria, a condizione di essere esentato dal servizio presso una chiesa, poiché avvertì che la sua vera vocazione era quella eremitica. In quell'anno si recò a Costantinopoli dove poté perfezionare lo studio del greco sotto la guida di [[Gregorio Nazianzeno]] (uno dei "[[Padri Cappadoci]]"). Risalgono a questo periodo le letture dei testi di [[Origene]] e di [[Eusebio]]. Nel [[382]] tornò a Roma insieme al vescovo di Antiochia di Siria Paolino e fu ospitato dalla nobildonna [[Santa Paola Romana|Paola]] e da sua figlia Eustochio. Divenne segretario di [[Papa Damaso I]], tradusse i [[Vangeli]] dal greco in latino e conseguì un notevole successo personale, ma alla morte del Papa nel [[384]] il suo prestigio scemò perchè il clero romano mal sopportava le sue austerità ascetiche. Nel [[385]] partì in nave da Roma-Ostia col fratello Paoliniano, il [[presbitero]] Vincenzo e altri asceti suoi seguaci. Si stabilì a [[Betlemme]], dove fondò un [[monastero]] maschile e uno femminile. Là venne raggiunto da Paola, benefattrice di quei monasteri e dalla figlia di Paola,lei Eustochio. Girolamo trascorse gli ultimi 14 anni della sua vita come [[eremita]] in una grotta contigua a quella della Natività a [[Betlemme]], traducendo l'[[Antico Testamento]] dall'ebraico in latino. Morì nel [[420]] mentre traduceva il libro del profeta [[Geremia (profeta)|Geremia]] nel [[420]].
 
Le sue [[reliquia|reliquie]] sono conservate nell'[[urna]] di porfido dell'[[altare]] papale della [[Basilica di Santa Maria Maggiore]] in Roma. I resti pervennero alla Basilica nel [[XII secolo]] e furono riposti all'ingresso dell' ''Antrum Praesepi''; nel [[1409]] la famiglia Guaschi li fece collocare in un altare appositamente costruito. Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale [[Pietro Morosini]], le [[ossa]] furono riposte in una cassetta d'argento del costo di 100 fiorini. Per la costruzione della [[cappella Sistina]] o del [[Santissimo Sacramento]], papa [[Sisto V]] fece demolire la precedente, dedicata a San Girolamo, al cui altare quattrocentesco si veneravano i resti. Secondo una leggenda il [[canonico]] Ludovico Cerasola, per evitare un'eventuale loro [[traslazione]] alla chiesa di S. Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra del presbiterio. In seguito il cardinale [[Domenico Pinelli]] riesumò la cassa d'argento contenente il corpo di San Girolamo e la pose sotto la [[confessione]]. Rinvenuta la cassetta nel 1747 fu collocata definitivamente all'altare del Papa.
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