Giansenismo: differenze tra le versioni

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Con il breve ''Universi dominici gregis'' (luglio [[1708]]) [[papa Clemente XI]] aveva condannato il libro vietandone la stampa. Ma in Francia il breve pontificio non ebbe nessun effetto (sia il papa che Luigi XIV erano impegnati nella [[guerra di successione spagnola]]), tanto che nel [[1710]] uscì una seconda edizione delle ''Réflexions morales''. Lo stesso episcopato francese era diviso, ed il Quesnel era difeso dallo stesso arcivescovo di Parigi, Noailles.
 
Nel novembre del [[1711]] il re Luigi XIV domandò al papa una nuova bolla (ma rispettosa delle libertà [[gallicanesimo|gallicane]]) che egli stesso si impegnava a far pubblicare. L'[[8 settembre]] [[1713]] usciva la bolla ''[[Unigenitus Dei Filius]]'' che condannava 101 proposizioni estratte dal libro di Quesnel.
 
Ma in Francia le cose non andarono come il re desiderava. Il Noailles e altri 48 prelati si rifiutarono di accettare semplicemente ed immediatamente la bolla di [[Clemente XI]], e nemmeno accettarono di partecipare ad un sinodo nazionale per confermare la bolla. Nel frattempo moriva Luigi XIV e il debole periodo di reggenza che ne seguì fu tutto a vantaggio degli oppositori. Quattro vescovi, il Noailles e la Sorbona si appellarono ben presto ad un concilio ecumenico contro la bolla. Ormai la Francia era divisa in due: gli appellanti e coloro che avevano accettato la bolla ''Unigenitus''.
 
== Giansenismo in Italia ==
[[File:Tamburini.jpg|thumb|right|250|Pietro Tamburini (1727-1827), importante teologo giansenista italiano]]
 
In [[Italia]] ebbe un'influenza limitata, fatta salva l'opera del [[vescovo]] di [[Pistoia]] e [[Prato]], [[Scipione de' Ricci]], che riuscì ad influenzare il [[clero]] e i politici toscani, soprattutto il granduca Pietro Leopoldo organizzando il [[Sinodo di Pistoia]] per promuovere il Giansenismo. Tale [[sinodo]] fu condannato da [[papa Pio VI]] con la bolla ''[[Auctorem Fidei]]'' del [[28 agosto]] [[1794]].
 
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