Annunciazione (Domenico Beccafumi)

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sarteano ChSMartino D.Beccafumi Annunciazione 1545-46ca.jpg
Domenico Beccafumi, Annunciazione (1545 - 1546), olio su tavola
Annunciazione
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Siena
Comune

Sarteano

Località
Diocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Chiesa di San Martino in Foro, parete sinistra
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Sarteano
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto pala d'altare
Soggetto Natività di Maria Vergine
Datazione 1545 - 1546 ca.
Datazione
Datazione Fine del {{{fine del}}}
inizio del {{{inizio del}}}
Ambito culturale
Autore

Domenico Beccafumi
detto Mecarino

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 237 cm; l. 222 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

<span class="geo-dms" title="Mappe, foto aeree ed altre informazioni per Errore nell'espressione: operatore < inatteso.°Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: carattere di punteggiatura "{" non riconosciuto. Errore nell'espressione: operatore < inatteso.°Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: carattere di punteggiatura "{" non riconosciuto.">Errore nell'espressione: operatore < inatteso.°Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: carattere di punteggiatura "{" non riconosciuto. Errore nell'espressione: operatore < inatteso.°Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: operatore < inatteso.Errore nell'espressione: carattere di punteggiatura "{" non riconosciuto. / {{{latitudine_d}}}, {{{longitudine_d}}} {{{{{sigla paese}}}}}


Collegamenti esterni
Virgolette aperte.png

26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine"....
34 Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei. 39
Virgolette chiuse.png

L’Annunciazione è una pala d'altare, eseguita tra il 1545 ed il 1546, ad olio su tavola, da Domenico Beccafumi (14861551), ubicato nella Chiesa di San Martino in Foro di Sarteano (Siena).

Descrizione

Ambientazione

L’Annunciazione si svolge in un'ambientazione tradizionale con un grande arco aperto su un paesaggio lacustre - ispirato dal Perugino - caratterizzato da un cielo scuro e livido, che si va illuminandosi, sul quale si stagliano due alberi: uno spoglio, l'altro frondoso a simboleggiare l'avvento di tempi nuovi e cieli nuovi (Ap 21,1-5 ).

Soggetto

Nella scena compaiono:

  • a sinistra: San Gabriele arcangelo, vestito con un manto leggero svolazzante, poiché sta ancora fluttuando a mezz'aria, appare congelato nello slancio, racchiuso nella contemplazione della Madonna alla quale sta annunciando la volontà divina. I suoi occhi sono socchiusi, le palpebre abbassate, come se non si ritenesse degno di fissare il suo sguardo su colei che Dio ha prescelto, come se avesse bisogno di un maggiore sforzo di concentrazione per eseguire quel mandato, straordinario, che gli è stato affidato. L'arcangelo contempla Colei che è "piena di grazia" e le sue braccia si incrociano sul petto, in gesto obbediente, remissivo persino, a sfiorare appena il giglio (simbolo di purezza) che ha tra le mani.
  • a destra: Maria Vergine, seduta, avvolta in un mantello blu, è colta di sorpresa, mentre sta leggendo un libro, al saluto dell'arcangelo. Il suo volto, innaturalmente reclinato sulla spalla destra, esprime un dolce sentimento di pudore accentuato dalla morbida torsione del corpo esile e dalla mano destra che, tirando una falda del manto verso il collo, accompagna in modo armonico lo spontaneo e timido ritirarsi dell'intera figura.
  • in alto, Colomba dello Spirito Santo, appare avvolta nella luce divina, che squarcia le tenebre della stanza e presto inonderà ogni cosa.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • La pala mostra i caratteri stilistici della tarda attività di Domenico Beccafumi, evidenziando chiari riferimenti alla pittura michelangiolesca che l'artista ebbe modo di conoscere durante il soggiorno romano. La Vergine, infatti, emerge dall'oscurità in modo deciso, pur conservando un atteggiamento timido, tipico della più antica tradizione iconografica senese; infatti, il gesto di ritrosia di Maria ricorda, aggiornandolo in chiave moderna, la celebre Annunciazione (1333), opera di Simone Martini. Mentre, la resa muscolare della corporatura della Madonna, ed in particolare del braccio destro, evidenzia un collegamento diretto con il Giudizio Universale (1536 - 1541), dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina.
  • Il senso teatrale dell'insieme è accentuato dal drappo verde che sta avvolto nella parte superiore come una specie di sipario.
  • Il pittore realizza in questa opera una complessa orchestrazione di luci incidenti e una colorazione preziosa e ricercata. Non proviene, infatti, dall'apertura sul cielo nello sfondo il fascio che rischiara Maria, ma da destra, proiettando un'ombra netta sul pavimento e rischiarando anche l'arcangelo. Si tratta di un'angolazione molto originale, probabilmente legata alla disposizione della pala nella chiesa, poiché tradizionalmente è da dietro l'angelo che proviene la luce a simboleggiare la volontà divina.

Notizie storico-critiche

La pala è menzionata in un documento del 1548 - conservato presso l'Archivio di Stato di Siena - dove Domenico Beccafumi si lamenta con i governatori della città toscana per non essere stato ancora, dopo due anni, pagato per il suo lavoro commissionatogli da Antonio di Gabriello da Sarteano per la cappella di famiglia nella Chiesa di San Martino in Foro. Inoltre, nel documento si riferisce che l'opera era stata collocata sull'altare intorno al 1546 e che era corredata di una predella, oggi andata perduta, dove erano raffigurati:

Bibliografia
  • G. Agosti et. al., Domenico Beccafumi e il suo tempo, Editore Electa, Milano 1990
  • Paolo Biscottini (a cura di), Domenico Beccafumi. Annunciazione, Editore Grafiche Colombo, Milano 2003
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 3, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1991, p. 137 ISBN 9788842445234
  • Anna Maria Francini Ciaranfi, Beccafumi, Editore Sansoni, Firenze 1967
  • Donato Sanminiatelli, Domenico Beccafumi, Editore Bramante, Milano 1967
  • Pietro Torriti, Domenico Beccafumi. L'opera completa, Editore Electa, Milano 1997 ISBN 9788843559060
  • Stefano Zuffi, La pittura italiana, Editore Mondadori-Electa, Milano 1997, p. 171 ISBN 9788843559114
Voci correlate
Collegamenti esterni
Firma documento.png

Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 agosto 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.