Caritas Italiana

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Caritas Italiana
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Associazioni di livello pontificio

Altri nomi
Sigla

Presidente

Ivano Volonté
Prima fondazione
Fondatore
Nome
Data
Luogo
Sigla
Fondazione
Fondatore Giovanni Nervo
Cofondatore
Luogo Roma
Data 2 luglio 1971
Prima approvazione
Da
Luogo
Data
Documento decreto n. 1727/71
Approvazione definitiva
Da Conferenza Episcopale Italiana
Luogo Roma
Data
Documento
Soppressione {{{soppressione}}}
Filiali
Finalità
Promozione della carità
Costituzione interna
Data costituzione interna
Motto
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Santo patrono
Collegamenti esterni

Sito ufficiale

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La Caritas Italiana è l'organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica (art. 1 dello Statuto).
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La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) per la promozione della carità.

Fondata nel 1971, per volontà di papa Paolo VI, per opera di Giovanni Nervo, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, ha prevalente funzione pedagogica, cioè di far crescere nelle persone e nelle comunità, una forma di solidarietà cristiana. Per raggiungere questo traguardo, la Caritas Italiana ogni anno propone una serie di corsi, convegni, seminari di studio e approfondimento.

Esistono più di duecento Caritas diocesane, impegnate nell'animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi come i Centri d'Ascolto, gli Osservatori delle Povertà e delle Risorse, le Caritas parrocchiali e i centri di accoglienza.

La Caritas è, inoltre, chiamata a coordinare le iniziative e i servizi che si richiamano allo spirito e alla morale cristiana. Ad essa spetta sempre l'organizzazione e la gestione delle emergenze, sia nel territorio italiano, che in altri paesi stranieri. Negli interventi internazionali vale il principio della sussidiarietà, nel senso di integrare gli sforzi che primariamente spettano a ciascuna Chiesa locale dei Paesi colpiti da calamità o in cammino verso lo sviluppo. Si cerca anche di creare le condizioni di intervento per le Caritas diocesane disponibili ai gemellaggi, preziosa occasione di reciprocità.

Costante è il collegamento con le altre Caritas nazionali, direttamente e attraverso la "rete" di Caritas Internationalis, che raccoglie in federazione 162 organizzazioni.

Storia

Nel 1970 papa Paolo VI sciolse la Pontificia Opera Missionaria, l'ente caritatevole sostenuto dai cattolici americani e alle dirette dipendenze della Sede Apostolica, il quale aveva gestito le opere benefiche in Italia durante le due Guerre Mondiali e nel primo dopoguerra.

A seguito delle raccomandazioni del Pontefice, i vescovi della CEI votarono una delibera in occasione della loro VII Assemblea Generale, durante la sessione del 14 novembre 1970. Con decreto n. 1727/71 del 2 luglio 1971, la Conferenza Episcopale Italiana approvò il primo statuto delle Caritas diocesane italiane, incaricate delle attività caritative e assistenziali della Chiesa.

Il 28 settembre 1972 ebbe luogo il primo incontro nazionale delle Opere diocesane di assistenza. Tre anni più tardi, a Napoli si tenne il primo convegno italiano congiunto fra Chiesa e laicato dal titolo "Volontariato e promozione umana", dedicato alle questione del nascente Terzo Settore.

Dal 1970 al 2000

Nel primo Convegno ecclesiale su Evangelizzazione e promozione umana, tenutosi a Roma nel 1976, viene lanciata ai giovani la proposta dell'obiezione e del servizio civile e alle ragazze quella dell'Anno di volontariato sociale (Avs). Il 10 giugno 1977, la Caritas Italiana e il Ministero della Difesa firmarono una convenzione che inseriva l'ex Pontificia Opera Missionaria nell'elenco degli enti nei quali gli obiettori di coscienza italiani avevano facoltà di svolgere il servizio civile. Tale elenco pubblico era disponibile presso i distretti militari. Gli obiettori di coscienza rappresenteranno non solo una notevole presenza nei servizi promossi dalle Caritas diocesane, ma anche il segno di una presenza di pace che per molti giovani continua nella professione, nella famiglia, nella società e nella Chiesa.

All'inizio degli anni Ottanta il documento della Cei Chiesa italiana e prospettive del Paese (1981) indica a tutta la Chiesa la strada del ripartire dagli ultimi; tanti servizi sorti, ma anche tutta una spiritualità che li sostiene, non sarebbero comprensibili al di fuori di quella impostazione evangelicamente coraggiosa.

Il Convegno ecclesiale di Loreto lancia la proposta degli Osservatori permanenti dei bisogni e delle povertà; emergenze e problemi internazionali aprono sempre più la Chiesa e la Caritas alla dimensione planetaria maturando la convinzione di non poter separare la condivisione dalla giustizia, grazie in particolare al decisivo apporto della Sollicitudo Rei Socialis.

Gli anni Novanta sono, per la Chiesa italiana, quelli degli Orientamenti pastorali Evangelizzazione e testimonianza della carità. Tra gli obiettivi indicati dalla Cei c'è la costituzione della Caritas in ogni parrocchia.

Si moltiplicano le emergenze internazionali e i relativi impegni e presenze: ciclone in Bangladesh (1991), smembramento dell'ex-Jugoslavia e violenze in tutti i Balcani, Ruanda e intera regione africana dei Grandi Laghi.

Varie le emergenze in Italia, tra cui l'alluvione in Piemonte nel novembre 1994, il terremoto in Umbria e Marche (autunno 1997) e l'alluvione in Campania (giugno 1998).

Dal 2000 al 2011

Il percorso della Caritas Italiana e delle Caritas diocesane nell'anno del Giubileo è caratterizzato da cammini di carità, con quattro grandi ambiti dell'impegno a livello nazionale e diocesano: il debito estero, la tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale, il carcere, la disoccupazione giovanile. Inoltre è da ricordare l'impegno diocesano e parrocchiale su: povertà di strada, devianza minorile, immigrazione, insediamenti di nomadi. Il 2000 è anche l'anno internazionale del volontariato e la Caritas Italiana approfondisce questo tema.

Anche altri aspetti caratterizzano socialmente l'anno: il travagliato iter della legge per il riconoscimento del diritto d'asilo a chi fugge da regimi oppressivi e, più in generale, il fenomeno immigrazione. Di grande rilievo il dibattito sul futuro di obiezione di coscienza e servizio civile dopo l'abolizione della leva militare.

A livello planetario, il 2000 è segnato da eventi significativi: le alluvioni in Venezuela, Mozambico e golfo del Bengala, la siccità nel Corno d'Africa, i violenti conflitti interni in Colombia, Angola, Sudan, Repubblica democratica del Congo, Indonesia e Palestina. Prospettive di ripresa si registrano invece in altre aree del pianeta: in America centrale e in Turchia, in Somalia, in Etiopia ed Eritrea, in Ruanda. La Caritas Italiana non fa mancare il suo sostegno in tutte queste aree.

Il 2001 si apre con gravi emergenze: i terremoti in America centrale e in India, l'acuirsi della crisi in Terra Santa, gli scontri in Macedonia, i terribili attentati terroristici dell'11 settembre, gli attacchi in Afghanistan e l'incubo della guerra globale.

Nel 2002 continua l'impegno per i profughi dell'Afghanistan, ma è anche l'anno della ricerca sui conflitti dimenticati e dell'avvio di una presenza fissa di Caritas Italiana a Gerusalemme. Ad ottobre, le emergenze in Sicilia, Molise e Puglia attivano la rete di solidarietà rilanciando l'esperienza dei gemellaggi. A dicembre, un Convegno ricorda i trenta anni di obiezione di coscienza e i venticinque di servizio civile in Caritas, e fa il punto sull'avvio del Servizio civile volontario.

2003. « Cercare Dio per ottenere la pace, ma anche costruire qui e adesso le condizioni di un ordine che escluda la guerra e garantisca lo sviluppo dell'umanità nella giustizia.» Le parole del direttore, mons. Vittorio Nozza, ricordano lo sforzo della Caritas per la costruzione di una cultura di pace, in un anno segnato purtroppo dalla guerra e dalla lotta al terrorismo internazionale. Nel mese di marzo, la rete internazionale delle Caritas si mobilita per fronteggiare gli effetti della guerra in Iraq. E la riflessione su percorsi di giustizia e pace prosegue a giugno con il 29° Convegno nazionale dal titolo: Scelte di giustizia, cammini di pace. Si prosegue con un altro Convegno di confronto, ricerca e approfondimento: "Pacem in terris: impegno permanente" (Bergamo, 22-23 ottobre). Alla fine di dicembre un violento terremoto colpisce l'Iran. Altra mobilitazione della rete internazionale delle Caritas per l'emergenza. La Caritas Italiana coordina gli interventi, cominciando subito a pensare alla riabilitazione e alla ricostruzione.

Anche per il 2004 pace, giustizia e cura del creato sono le linee che guidano cammini, scelte e prassi della Caritas Italiana. Due i Convegni sul tema: Responsabilità per l'ambiente. Gesti di amore per il cielo e per la terra (Campobasso, 23-25 aprile) e Riconciliazione e Giustizia (Roma, 25-27 novembre). Ma l'anno pastorale 2004-2005 vede anche la Caritas condividere con l'intera Chiesa la riflessione sulla parrocchia, anticipata dal Convegno unitario catechesi, Liturgia e Carità La parrocchia vive la domenica, organizzato dalla Cei (Lecce 14-17 giugno 2004). Molte le attività di studio e ricerca. Il 26 dicembre uno tsunami sconvolge l'Oceano Indiano, provocando un disastro senza precedenti, con 190 mila vittime accertate. Caritas Italiana, in collegamento con la rete internazionale e le Chiese locali, è da subito accanto alla popolazione colpita.

La lista dei guasti del creato continua ad allungarsi nel 2005: guerre, attentati, terremoti, alluvioni, inondazioni e uragani. Il lavoro della Caritas di lettura e intervento nei contesti nazionale e internazionale, è orientato dal documento "Partire dai poveri per costruire comunità". Dopo il 30° Convegno nazionale delle Caritas diocesane (Fiuggi, 13-16 giugno), la verifica delle prassi pastorali si concentra sul tema Parrocchia, territorio, Caritas parrocchiale. Una riflessione che chiede di moltiplicare gli sforzi per la promozione del metodo di lavoro ascoltare-osservare-discernere anche attraverso i Centri di Ascolto, gli Osservatori delle povertà e delle risorse, i Laboratori diocesani per le Caritas parrocchiali.

Il 2006 è caratterizzato dal cammino verso il Convegno ecclesiale nazionale di Verona (16-20 ottobre 2006). Con tre seminari, a febbraio, marzo e settembre, si cerca di agevolare la partecipazione attiva delle Caritas ai percorsi diocesani e regionali di preparazione. Di fronte poi alla ricchezza della prima enciclica di Benedetto XVI, a settembre il Consiglio Permanente della Cei indica cinque prospettive prioritarie: a) avviare un tavolo permanente di riflessione e approfondimento socio-pastorale; b) elaborare un piano formativo globale Caritas; c) accompagnare e curare le Caritas diocesane; d) rinnovare la progettazione socio-pastorale; e) sostenere una corretta progettualità e presenza nella dimensione europea.

Filo conduttore, nel 2007, è il tema dell'animatore/animazione pastorale Caritas nel servizio ai Poveri, alla Chiesa e al Territorio/mondo. Attraverso tre Forum di approfondimento (novembre 2006, gennaio e aprile 2007) si cerca di collegarlo con: il messaggio proposto da Benedetto XVI nell'Enciclica Deus Caritas est, la conclusione dell'itinerario di verifica Quale Caritas per i prossimi anni? e del trittico parrocchia-territorio, parrocchia-Caritas parrocchiale, parrocchia-animatore Caritas. Le riflessioni elaborate trovano sintesi e maturazione nel corso del 31° Convegno nazionale delle Caritas diocesane (Montecatini Terme, 25-28 giugno).

Tenendo presente anche la "Nota pastorale dopo Verona", nel 2008 si cerca di coniugare il conoscere, il curare e il tessere in rete le opere della Chiesa locale. Il valore educativo e di animazione dell'opera è al centro del 32° Convegno nazionale dal titolo Amiamoci coi fatti e nella verità (1Gv 3,18). I volti, le opere, il bene comune (Assisi, 23-26 giugno 2008), in cui sono rilanciate altre due piste di lavoro per i prossimi anni: cura, accompagnamento e valorizzazione dei luoghi pastorali propri e delle opere delle Caritas diocesane; elaborazione e realizzazione di un piano formativo a partire dalle prassi in atto.

Nel 2009 la crisi economica e finanziaria produce forti ricadute sociali, sia nel Nord che nel Sud del mondo. Ripensare i modelli di sviluppo nell'ottica del bene comune diventa fondamentale. In Italia il terremoto in Abruzzo e i vari fondi anticrisi vedono la Caritas in prima fila, in un lavoro di coordinamento e collegamento, a servizio delle iniziative ecclesiali. Il 33° Convegno nazionale dal titolo Non conformatevi a questo mondo - Rm 12,2. Per un discernimento comunitario - Torino, 22-25 giugno 2009) conferma la priorità dell'accompagnamento formativo-educativo, con due importanti bussole: gli Orientamenti pastorali per il nuovo decennio e l'enciclica di Benedetto XVI, "Caritas in veritate".

Grande attenzione mediatica nella prima emergenza per i terremoti che tra gennaio e febbraio 2010 hanno distrutto Haiti e devastato il Cile. Caritas Italiana si è subito attivata. Poi la pronta mobilitazione anche per le altre grandi emergenze come Pakistan e Indonesia e le alluvioni che hanno colpito l'Italia da Nord a Sud. Ma il 2010 è soprattutto l'Anno europeo di lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Per l'occasione è stata promossa la campagna "Zero Poverty" delle Chiese europee e della rete Caritas, che si è protratta per l'intero anno, grazie a una pluralità di strumenti ed eventi messi a disposizione delle Caritas diocesane per la sensibilizzazione e l’animazione nei territori. Sempre nello stesso anno prende il via il Censimento dei servizi ecclesiali sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali. Infine gli Orientamenti pastorali dei vescovi italiani per il 2010-2020 Educare alla vita buona del Vangelo confermano al centro dell'azione della Caritas proprio la sfida educativa, nella prospettiva immediata del 2011, anno europeo del volontariato e anno in cui Caritas Italiana compie 40 anni.

Caritas nel 2016

Il 2016 è l'anno del Giubileo della Misericordia e il 45° di Caritas Italiana « Un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio.» Così papa Francesco nella Bolla di indizione Misericordiae Vultus ha annunciato un Anno Santo straordinario iniziato nella solennità dell'Immacolata Concezione del 2015 e che si è concluso il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'universo e volto vivo della misericordia del Padre. Proprio su questi temi oltre 600 direttori, animatori e operatori delle 220 Caritas diocesane e di Caritas Italiana si sono confrontati a Sacrofano, dal 18 al 21 aprile 2016 nel loro 38° Convegno nazionale Misericordiosi come il Padre. «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36)".

Nell'anno in cui Caritas Italiana compie 45 anni, l'incontro è servito a fare un sintetico bilancio dell'impegno pastorale a servizio dei poveri e della Chiesa in Italia per orientarne il cammino futuro, alla luce delle tematiche legate all’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, all'Anno giubilare, all'enciclica Laudato Si'’, all'esortazione apostolica Amoris Laetitia e alle ulteriori indicazioni che Papa Francesco ha dato nel discorso del 21 aprile durante l'udienza concessa alla Caritas. « Di fronte alle sfide e alle contraddizioni del nostro tempo – ha detto il Santo Padre - ecco l'obiettivo principale del vostro essere e del vostro agire: essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli – in Italia, in Europa, nel mondo.»

Molte le iniziative, tra cui una campagna giubilare con MISSIO e FOCSIV per Il diritto di rimanere nella propria terra. L'emergenza più grande che Caritas ha dovuto affrontare in Italia è stato sicuramente il terremoto, che con varie scosse a partire dal 24 agosto, ha colpito Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, provocando quasi 300 vittime. Caritas – grazie al contributo Cei 8x1000 e alla colletta nazionale del 18 settembre indetta dalla stessa Cei in tutte le parrocchie - ha subito avviato gli interventi necessari e attivato gemellaggi di solidarietà in costante contatto con Diocesi, Delegazioni Caritas locali. Sul versante internazionale– grazie anche al contributo del Comitato CEI 8x1000 - dall’inizio della guerra a tutto il 2016, Caritas ha sostenuto Caritas Siria e le Caritas nazionali dei Paesi del Medio Oriente che hanno accolto i rifugiati.

Il 2017: per uno sviluppo umano integrale

Per uno sviluppo umano integrale è stato il titolo e il tema del 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che si è svolto a Castellaneta Marina (TA),dal 27 marzo al 30 marzo 2017. Da 155 Diocesi sono arrivati oltre 500 tra direttori e operatori di Caritas diocesane e di Caritas Italiana per riflettere sulle questioni dello sviluppo, nelle dimensioni della pastorale, della cultura e dell'operatività concreta, a livello nazionale, europeo e internazionale, con l'obiettivo di orientare il cammino futuro, alla luce delle tematiche legate al nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale istituito da Papa Francesco.

« Vogliamo essere Chiesa esperta di umano. Non solo servizi, abbiamo da ricevere e da dare. Il nostro compito è di scandalizzare attraverso la profezia.» Così ha detto S.E. il Cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas Italiana, nel suo saluto di apertura. Un invito a superare quell'idea delle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e a mettere in discussione le macro-relazioni, agendo quotidianamente per la dignità di ogni uomo e di tutto l'uomo. Una carità dunque più ampia, diretta e indiretta, volta a promuovere, emancipare persone e realtà, lavorare in rete, in alleanza con altri soggetti.

Di fronte a muri ed egoismi, alla questione migranti spesso strumentalizzata a livello nazionale e internazionale, allo strapotere di economia e mercati, Caritas continua ad operare in difesa della dignità del lavoro - che è al centro della Settimana Sociale dei Cattolici a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017 - della qualità della vita sulla terra, della salvaguardia dei beni comuni. Non può infatti esserci vero sviluppo senza inclusione e coesione sociale, dunque senza giustizia e solidarietà. Qualunque crescita, anche quella del Pil, va accompagnata e sostenuta con politiche sociali reali, efficaci, lungimiranti, che attivino la comunità, rifiutino l'assistenzialismo, contrastino la povertà, governino gli squilibri del mercato del lavoro e del rapporto tra domanda e offerta di servizi. Tutto questo non è impossibile, ma occorre che l'agenda politica assuma, coraggiosamente e definitivamente, il welfare come fattore di sviluppo e non come costo. In questa direzione va il memorandum per condividere il percorso di attuazione della legge delega di contrasto alla povertà firmato tra Governo e Alleanza contro la povertà, co-promossa da Caritas Italiana.

Il 2018: carità è cultura

Mentre volge al termine il decennio caratterizzato dagli Orientamenti pastorali dell'episcopato italiano Educare alla vita buona del Vangelo, il quadro generale in cui ci muoviamo, la prospettiva di lavoro, il traguardo, resta quello dello sviluppo umano integrale, nella linea del Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Un tema che Caritas ha rilanciato nel 40° Convegno nazionale che si è svolto dal 16 al 19 aprile ad Abano Terme nella diocesi di Padova. Un momento di confronto fondamentale per tutto il nostro servizio. Tre parole hanno orientato le riflessioni: giovani, comunità, condivisione. Tre le indicazioni emerse, da rilanciare nelle comunità sui territori: stare al passo coi tempi, essere capaci di dare risposte che sapientemente colgano le nuove povertà, saper camminare insieme ai giovani condividendo i loro problemi anche se non abbiamo soluzioni. Interrogativi aperti a cui dare risposte nuove e credibili ad ogni livello: culturale, educativo, sociale ed economico. E, per noi, pastorale.

Per sensibilizzare le comunità e trovare delle alternative all'aumento delle disuguaglianze Caritas Italiana, le Ong della Focsiv e la Fondazione Missio hanno promosso una grande campagna aperta a tutti, costruita dal basso con un metodo partecipativo e che ha già visto l'adesione di molti altri organismi. Dal micro al macro, con responsabilità, uniti in un progetto di redistribuzione planetaria della ricchezza e delle opportunità, in nome del quale realizzare anche una modifica della scala delle priorità. Sul piano nazionale l'auspicio e l'appello al nuovo Governo e al nuovo Parlamento è di proseguire e intensificare l’impegno per le persone più deboli e lavorare per un Paese che – a valle di una gravissima crisi economica – cerchi nonostante tutto di costruire territori accoglienti e inclusivi anche per i più poveri, che non dia più per scontata non solo la povertà conclamata, ma anche la dispersione scolastica dei minori, l'esclusione dei giovani che non studiano e non lavorano, la disperazione dei disoccupati, il degrado delle periferie, ecc.

Il 2019: carità dinamica per educare al cambiamento

Per costruire concretamente il nostro cammino in questo nuovo anno pastorale partiamo da un materiale prezioso: i sassi di carità, emersi dagli spazi di confronto dei direttori e degli operatori nel 41° Convegno nazionale (Scanzano Jonico, 25-28 marzo 2019). Consapevoli che la dimensione missionaria anima ogni ambito dell'azione della Chiesa, in cui Dio stesso, nei fatti, nei volti, negli avvenimenti della storia invita al cambiamento e provoca le nostre comunità, dobbiamo tenere presente che la carità può e deve educare a una logica di cambiamento culturale positivo e quindi dobbiamo chiederci quali sono gli elementi essenziali da presidiare. In particolare si ribadiscono due impegni cardine della nostra azione di Chiesa: l'accoglienza del povero e il contrasto alle povertà e alle disuguaglianze che Caritas deve collocare in una dimensione pedagogica capace di generare buona cultura, nell'ottica dello sviluppo umano integrale.

Elementi essenziali, sostenibili nel tempo e soprattutto trasferibili ai diversi destinatari e ambiti di intervento, sono: lo sviluppo e l'animazione della comunità, la qualità pastorale delle opere, la costruzione di reti e collaborazioni territoriali, la formazione degli operatori e della comunità. Si delineano così sfide e prospettive di lavoro futuro nell'ottica di una carità che deve essere dinamica, innovativa, attenta ai cambiamenti culturali, ai nuovi fenomeni, capace di discernere i bisogni e i segni dei tempi.

Tutto questo cogliendo il metodo che ci proviene dal magistero di papa Francesco e ci invita a considerare che la pedagogia della carità oggi non può prescindere da un costante ed approfondito discernimento, che deve essere parte integrante del percorso metodologico della Caritas, elemento centrale e cruciale di tutto il nostro operare.

Il 2020: carità e missione, con la "lente della pandemia"

Niente sarà più come prima. In questo anno, partendo da questa premessa, dobbiamo applicare la “lente della pandemia”, con le sue conseguenze, a tutte le nostre iniziative e attività. Davanti ai continui mutamenti di questo periodo dobbiamo cercare di decodificare quanto il Signore ci sta comunicando, e quindi comprendere quale può essere l'indirizzo da dover dare ad ogni nostra azione. Caritas ha avuto modo di intensificare l'impegno soprattutto nei territori mettendo in atto essenzialmente il trinomio dato dal nostro metodo: ascoltare, osservare, discernere per agire, al fine di poter individuare e quindi percorrere le strade più opportune in vista di un maggiore ed efficace ruolo di animazione.

Ascoltare e osservare per comprendere meglio le cause e le conseguenze della pandemia del coronavirus. Discernere come Dio ci sta chiamando a rispondere, mobilitarsi e agire per una migliore cura delle persone più vulnerabili, contribuendo a far sì che la società che rinascerà al termine della pandemia sia più sicura, più giusta, più umana. Questo incontro di Chiesa e di popolo, che deve trovarci tutti uniti, può essere stimolo e motivo di impegno e di speranza per affrontare i nuovi problemi che presenta l'evolversi della società in tutto il paese e nel mondo intero. Solidarietà e carità che acquistano senso pieno solo se vissute nella dimensione comunitaria. Come? Favorendo il rinnovamento evangelico delle nostre comunità, valorizzando le dimensioni della pastorale, il quotidiano lavoro e il volto bello delle tante esperienze che fioriscono in ogni comunità, incrementando in esse la dimensione profetica che Caritas, come da mandato statutario, è chiamata a portare avanti a favore degli ultimi, in dialogo costante e con una funzione di stimolo nei confronti delle istituzioni.

Insieme a una molteplicità di bisogni è emersa e continua ad emergere anche una notevole ricchezza di valori composta soprattutto da relazioni solidali e inclusive nelle comunità. « Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo – sottolinea Papa Francesco - è che nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti.» Considerando poi che il quinto anniversario dell'Enciclica “Laudato Si'” cade nel pieno di questa emergenza mondiale occorre aver presente che gli insegnamenti dell'Enciclica risultano particolarmente rilevanti in questo contesto. La Laudato Si' insegna come soltanto con l'impegno di tutti possiamo rialzarci e sconfiggere anche il virus dell'egoismo sociale con gli anticorpi di giustizia, carità e solidarietà. Per essere costruttori di un mondo più giusto e sostenibile, di uno sviluppo umano integrale che non lasci indietro nessuno.

In questo scenario globale occorre infine tener presente che nel 2021 ricorrono i 50 anni dalla istituzione di Caritas Italiana. A maggior ragione siamo pertanto chiamati a proseguire il percorso già avviato per rispondere, con metodo fortemente partecipativo, alle nuove sfide.

Il 2021: l'anno del 50°

Il 2021 è stato per Caritas Italiana significativo per molti motivi. Innanzitutto si è ricordato, con una serie di iniziative e incontri, il 50° della fondazione, avvenuta il 2 luglio 2021. Nell'incontro in Aula Paolo VI in Vaticano il 26 giugno, papa Francesco ci ha indicato tre strade su cui proseguire il percorso: la via degli ultimi, quella del Vangelo e quella della creatività. Il 2021 è stato altresì l’anno in cui don Elvio Damoli, dal 1996 al 2001 direttore della Caritas Italiana, è tornato alla casa del Padre. E anche l'anno in cui don Francesco Soddu(ch) è stato nominato Vescovo di Terni-Narni-Amelia e don Marco Pagniello è stato nominato nuovo direttore per il successivo quinquennio. La priorità è stata l'azione di animazione nella comunità, nel segno della pedagogia dei fatti, per una carità inclusiva, che punta allo sviluppo integrale di ogni persona, volto a creare una condivisione di vita, a restituire dignità ed assicurare inclusione sociale

Il 2021 è stato il secondo che ci ha visto tutti coinvolti dalla pandemia e dai suoi effetti sociali, come spiega bene il Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale dal titolo Oltre l’ostacolo. Il rapporto, edito dalla Caritas nel 2021, ha evidenziato come la rete Caritas, potendo contare su 6.780 servizi a livello diocesano e parrocchiale, e oltre 93mila volontari, ha sostenuto complessivamente più di 1,9 milioni di persone nel 2020. Nel 2021 è continuato l'impegno Caritas anche sul fronte dell'immigrazione e delle politiche migratorie, accoglienza ed assistenza ai rifugiati, non solo con la pubblicazione del 30° Rapporto Caritas-Migrantes sull'immigrazione, ma anche con i corridoi umanitari e quelli “universitari”.

Nove Dossier sono stati realizzati e pubblicati solo nel 2021. I Dossier con Dati e Testimonianze sono il frutto di un lavoro di analisi e studio di realtà complesse sulle quali Caritas fa luce, in sinergia e collaborazione con altri organismi. Caritas Italiana da ottobre 2018 ad oggi ne ha prodotti ben 74, tutti disponibili on line sulle tematiche di immigrazione, povertà, pandemia, condizioni paese e di aiuto internazionale.

A livello nazionale Caritas Italiana ha operato per fronteggiare le nuove povertà e i rischi derivanti dalla pandemia, facendo fronte anche alle emergenze. Tra le altre progettualità, 399 sono stati i progetti avviati da Caritas Italiana nel 2021 in 8 aree differenti, grazie ai fondi ricevuti dalla Conferenza Episcopale Italiana.

A livello internazionale Caritas Italiana ha operato in tutti e cinque i continenti avviando e perseguendo una molteplicità di programmi. Nel 2021 ha avuto sviluppo la campagna congiunta Caritas Focsiv: insieme per amore degli ultimi, promuovendo interventi in 45 paesi con 64 programmi. Nello scorso anno Caritas Italiana ha supportato 91 micro-realizzazioni per un totale che supera gli 449 mila euro.

Oltre 50 milioni di euro sono stati spesi nel 2021 da Caritas Italiana per supportare i programmi a favore delle fasce più deboli, mentre i costi di gestione del 2021 sono stati inferiori di oltre il 5% rispetto all'anno precedente.

Papa Bergoglio ha sin da subito invitato la Chiesa stessa ed i suoi vari organi ed associazioni a fornire il buon esempio e ad agire per aiutare soprattutto chi ogni giorno vive sofferenze drammatiche ed è sulla scia del messaggio lanciato dal nuovo Papa che la Caritas continua ad operare, anche per quanto riguarda la gestione dell'emergenza immigrazione.

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