Cena in casa di Simone il fariseo (Paolo Veronese)

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Milano PinBrera P.Veronese CenacasaSimonefariseo.part 1570ca.JPG
Paolo Veronese, Cena in casa di Simone il fariseo (part. Santa Maria Maddalena unge i piedi di Gesù), 1570 ca., olio su tela
Cena in casa di Simone il fariseo
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Lombardia
Regione ecclesiastica Lombardia
Provincia Milano
Comune

Stemma Milano

Località
Diocesi Milano
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Pinacoteca di Brera, sala 9
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Venezia
Luogo di provenienza Convento di San Sebastiano, refettorio
Oggetto dipinto
Soggetto Santa Maria Maddalena unge i piedi di Gesù Cristo, durante la cena in casa di Simone il fariseo
Datazione 1570 ca.
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Paolo Veronese (Paolo Caliari)
detto Paolo Veronese

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tela
Misure h. 275 cm; l. 710 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. 39A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». 40Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: ««Maestro, di' pure». 41«Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?»....
43Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!».
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Cena in casa di Simone il fariseo è un dipinto, eseguito nel 1570 circa, ad olio su tela, da Paolo Caliari, detto Paolo Veronese (1528 - 1588), proveniente dal refettorio del Convento di San Sebastiano a Venezia ed ora conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Descrizione

Ambientazione

La scena, calata in un'ambientazione metaforica, all'epoca del pittore, si svolge all'interno di un banchetto mondano della Venezia del tempo, fedelmente rappresentato nella ricchezza dei costumi degli invitati, delle stoviglie e delle pietanze.

L'azione si svolge entro una monumentale scenografia architettonica che fa da cornice alla scena, di stampo classico, derivata dalle coeve architetture di Andrea Palladio, con il quale Paolo Veronese aveva collaborato alla decorazione di Villa Barbaro a Maser. La scena è, infatti, ambientata nella corte di una lussuosa villa di campagna, della quale s'intravede il giardino di là del portale che occupa il centro del dipinto. L'effetto d'imponenza è ottenuto anche grazie alla struttura compositiva rigidamente simmetrica delle architetture e dei tavoli disposti a "L".

Soggetto

Nel dipinto compaiono:

  • a sinistra:
    • Gesù Cristo, tranquillamente seduto, sulla quale convergono gli sguardi di vari commensali, risponde con pacatezza alle perplessità di Simone il fariseo;
    • Maria Maddalena, prostrata ai piedi di Gesù, compie un atto di profonda umiltà; ella, con un olio profumato, conservato in un vasetto di alabastro gli unge i piedi, per poi asciugarli con i suoi stessi capelli, in atto di autentico pentimento;
    • San Pietro apostolo seduto accanto a Gesù: il Vangelo non cita la presenza degli Apostoli, ma il pittore presume che alla cena siano stati invitati anche loro.
    • Simone il fariseo, seduto di fronte a Gesù, deplora che Gesù si lasci accostare da una peccatrice, ponendosi domande interiori, intuite da Cristo.
  • a destra:
    • Giuda Iscariota che si alza velocemente dalla sedia, è scandalizzato per l'irruzione di Maria Maddalena. In realtà nell'episodio del Vangelo di Luca, non appare, mentre è presente nella cena iconografiamente simile a Betania (Gv 12,1-8 ): esplicita in tal senso è la borsa, la cui presenza allude sia alla sua attività di amministratore del piccolo patrimonio comune degli Apostoli, sia al sacchetto di trenta denari d'argento ricevuto per il tradimento. Qui affiora la sovrapposizione visiva fra le due scene.

Inoltre, nella scena sono presenti, resi con grande cura, numerosi personaggi di contorno e dettagli profani, che le conferiscono un notevole senso di movimento, quali la zuffa fra animali al centro del dipinto. Per questi particolari irriverenti il dipinto fu tra quelli citati nel processo dell'Inquisizione subito da Paolo Veronese nel 1573. Il pittore di difese dalle accuse affermando:

« I pittori si prendono la licenza dei poeti e dei matti. »
Paolo Veronese, Cena in casa di Simone il fariseo (1570 ca.), olio su tela

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • L'opera fu realizzata durante la fase matura dell'artista, quando era a capo di una delle più affermate botteghe pittoriche veneziane. Essa è parte della celebre serie delle monumentali "Cene", dipinte da Paolo Veronese per decorare i cenacoli dei conventi cittadini, tra le quali si ricordano:
  • Nelle "Cene" di Paolo Veronese emerge un grandioso spaccato di vita quotidiana della ricca Venezia che, pur sull'orlo del sisastro economico, continua a celebrarsi pomposamente in feste e banchetti, con una ritualità ed uno sfarzo che rimarranno insuperati fino al XVIII secolo.
  • La scena è dipinta con una caratteristica visione da sotto in su, in considerazione dell'originaria collocazione dell'opera in posizione rialzata rispetto allo spettatore. Tale taglio compositivo conferisce imponenza e monumentalità a tutte le figure. La grande ricchezza cromatica che caratterizzava il dipinto, e che costituisce una delle maggiori peculiarità dell'arte di Paolo Veronese, è purtroppo offuscata dalle condizioni non ottimali del dipinto, sottoposto a puliture e ridipinture nel corso dei secoli.

Notizie storico-critiche

Il dipinto fu realizzato da Paolo Veronese, per il Convento di San Sebastiano a Venezia, che ospitava i frati della Congregazione di San Girolamo. L'opera fu eseguita nel 1570 circa, pochi anni dalla costruzione del convento avvenuta nella prima metà del XVI secolo.

Per la chiesa del monastero il pittore realizzò un importante ciclo d'opere, ancora in situ, e in essa fu sepolto alla sua morte a testimonianza della devozione che lo legava a questo luogo.

Nel 1817, il dipinto pervenne alla Pinacoteca di Brera, in seguito delle soppressioni dei conventi deliberate da Napoleone Bonaparte.

Bibliografia
  • Stefano Zuffi (a cura di), Brera. Guida alla Pinacoteca, Editore Mondadori Electa, Milano 1999, p. 52 ISBN 9788843570935
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori Electa, Milano 2002, pp. 190 - 191 ISBN 9788843582594
Voci correlate
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 1 marzo 2020 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.