Chiesa Cattolica in Arabia Saudita

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Benedetto XVI e re Abdullah bin Abdulaziz al-Saud

La Chiesa cattolica in Arabia Saudita non ha una giurisdizione territoriale, poiché la Santa Sede non ha rapporti diplomatici con la nazione saudita[1].

Estensione territoriale

Il territorio del Paese è compreso nel Vicariato Apostolico di Arabia, che ha la sede ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti.

Aspetti pastorali

In Arabia Saudita il culto cristiano è proibito per legge.

È vietata qualsiasi manifestazione pubblica di fede; un corpo speciale, la polizia religiosa ha il compito di impedire le celebrazioni, anche clandestine.

Ai sacerdoti è negato l'ingresso nel Paese; è vietato esporre qualsiasi icona o immagine di Cristo; la conversione al cristianesimo è un reato spesso punito con la condanna a morte.

Nel novembre 2007 il Papa ha ricevuto in udienza il re Abdullah.

Statistiche

Nel Paese esiste una consistente comunità cattolica, formata esclusivamente da lavoratori immigrati: in prevalenza filippini (circa 1,4 milioni, per l'85% cattolici) e indiani (di cui non si conosce con esattezza il numero).

Note
  1. L'attuale Arabia Saudita è stata fondata da Abdulaziz al-Saud, che ne è poi stato re dal 1932 al 1953. Sulla sua figura è stato prodotto, da Siria e Libano, un film (in lingua inglese), nel 2012, dal titolo King of the Sands ("Il re delle sabbie"); la pellicola ha suscitato molte polemiche in Arabia Saudita, costituendo quindi un atto del contrasto politico tra Siria ed Arabia. Vedi Naman Tarcha, Il re delle sabbie: una guerra annunciata.
Bibliografia
  • Chiara Zappa, Noi, Cristiani d'Arabia, EMI, Bologna 2011.
Voci correlate