Gender

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Simbolo transgender che unisce il simbolo maschile, femminile e la loro unione (da gender.wikia.org).
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Maschio e femmina li creò.
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Nell'ambito della dottrina, della morale e del magistero cattolico, con gender (inglese: "genere" sessuale) si intende un'ideologia che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un'identità personale e un'intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L'identità umana viene consegnata a un'opzione individualistica, anche mutevole nel tempo» (Papa Francesco, Amoris laetitia 56).

Definizioni

Il tema gender ha affinità con la psicologia e la psichiatria che identificano nel disturbo dell'identità di genere o disforia di genere (DSM-5 del 2013[1] gender dysphoria 302.6, 302.85; ICD-10-2010[2] gender identity disorder F64.2, F64.8, F64.9) una condizione disfunzionale della psiche, distinta dall'orientamento di genere omo/etero, di recente derubricata (ICD-11-2019 gender incongruence) come condizione medica (non disturbo) per evitare stigmi personali.

Distinta è l'applicazione del termine gender in ambito economico, sociale, psicologico, medico, dove con "gender studies" si intendono le ricerche volte a evidenziare le naturali e complementari differenze tra maschi e femmine in ambito anatomico-fisiologico-mentale. Con una connotazione negativa, gender gap indica le disparità di trattamento socio-economico delle donne rispetto agli uomini nel mondo del lavoro.

Magistero

Papa Giovanni Paolo II già nel 2001 ha scritto: "Preoccupazione desta pure la crescente divulgazione nei fori internazionali di fuorvianti concezioni della sessualità e della dignità e missione della donna, soggiacenti a determinate ideologie sul «genere» («gender»)"[3].

Papa Benedetto XVI nel 2012 ha detto: "La profonda erroneità di questa teoria (gender) e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente è evidente. L'uomo contesta di avere una natura precostituita dalla sua corporeità, che caratterizza l'essere umano. Nega la propria natura e decide che essa non gli è data come fatto precostituito, ma che è lui stesso a crearsela. Secondo il racconto biblico della creazione, appartiene all'essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina. Questa dualità è essenziale per l'essere umano, così come Dio l'ha dato. Proprio questa dualità come dato di partenza viene contestata".[4] E ancora nel 2013: "Il no a filosofie come quella del gender si motiva per il fatto che la reciprocità tra maschile e femminile è espressione della bellezza della natura voluta dal Creatore".[5]

Papa Francesco, in diversi pronunciamenti e con gesti concreti, ha più volte ribadito la considerazione di una dignitosa differenza e complementarità tra donna e uomo, al contempo esortando a comprensione e coinvolgimento umano, ecclesiale, pastorale delle persone che mostrano confusione sulla propria identità di genere o che hanno cambiato sesso con interventi ormonali o chirurgici, condannando però fermamente la «colonizzazione ideologica» da parte di alcuni adulti e insegnanti in particolare a danno di bambini e ragazzi di età scolare.[6]

Nel 2015 il Cardinale Willem Eijk, Arcivescovo di Utrecht, nell'ambito dell'Incontro delle Commissioni dottrinali europee, ha pubblicato la relazione "L'antropologia cristiana e la teoria del genere"[7] dove evidenzia la profonda e incolmabile distanza tra le due prospettive.

L'enciclica Amoris laetitia (2016) tratta del gender al nº 56 dove riprende le conclusioni del Sinodo dei vescovi sulla famiglia del 2015.

Nel 2019 la Congregazione per l'educazione cattolica ha pubblicato il documento Maschio e femmina li creò "sulla questione del gender nell'educazione" dove tratta del pericolo più volte evidenziato da papa Francesco e dal magistero recente di una "colonizzazione ideologica", in particolare nelle scuole, circa tematiche di morale sessuale e di identità di genere.

Femminismo

Sulla stessa linea del magistero cattolico e papale, numerose femministe che si identificano nella sinistra e contrastano il sessismo (inteso come svalutazione della femminilità) vedono l'indottrinamento fluido gender-queer come contrario ai valori di specificità propri delle donne che hanno caratterizzato il '68 e le proteste degli anni '70 (cfr. p. es. Alessandra Asteriti).[8] Queste femministe sono indicate dai gruppi che promuovono l'ideologia gender come TERF (Trans-Exclusionary Radical Feminist, femministe radicali che escludono i trans), termine nel quale le femministe non si riconoscono e che giudicano dispregiativo nelle intenzioni.

In Italia confronta l'indicazione ministeriale Linee Guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo del 2018[9], curato dalla linguista Cecilia Robustelli. In esso si legge in particolare: "Ottenere la parità di diritti fra uomini e donne non richiedeva più cancellare le differenze tra uomo e donna e rendere la donna "uguale" all'uomo ma, al contrario, riconoscere le differenze di genere e impegnarsi per la costruzione dell'identità di genere" (p. 11). Per contrastare l'androcentrismo (cioè il prevalere dell'elemento maschile a discapito di quello femminile) raccomanda l'uso delle forme femminili nei titoli per differenziare e valorizzare il ruolo delle donne: p. es. avvocata, ministra, sindaca, la direttrice, la capo dipartimento, le alunne e gli alunni (non solo il generico "alunni"). L'indicazione ministeriale è in netto contrasto con la prassi degli attivisti pro-gender che tende a fare uso frequente dell'asterisco (p.es. alunn*) o dello shwa (p.es. alunn) come sostitutivo della declinazione nei testi scritti.

Regno Unito

Richieste di cambiamento genere nel Regno Unito per anno e genere alla nascita (fonte: The Economist). L'insediamento del governo del conservatore Boris Johnson ha coinciso con una discontinuità nel costante aumento delle richieste.

Spesso alcuni pensatori e gruppi riconducibili agli ambienti dell'attivismo LGBT (comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender) negano l'esistenza di pressioni su bimbi e ragazzi in età scolare finalizzate a creare confusione nell'identità di genere e spingere al cambiamento di sesso, additando in "gruppi conservatori cattolici" l'invenzione del gender.

Il tema però, al di fuori di dibattiti ideologici e mediatici e al di fuori della sfera culturale cattolica, è da alcuni anni particolarmente sentito anche nel Regno Unito dove è notevolmente cresciuto il numero di bambini e soprattutto bambine che chiedono "spontaneamente" di cambiare sesso per via ormonale o chirurgica: nell'anno 2009/10 i casi trattati sono stati 97, nel 2019/20 2.728;[10] i dati resi noti riferiscono che nel 2009/10 hanno iniziato il trattamento 32 femmine e 40 maschi, nel 2018/19 624 maschi e 1.740 femmine.[11]

L'istituto medico Tavistock & Portman gestito dal National Health Service (il Servizio Sanitario Nazionale inglese), l'unico che si occupa di tali trattamenti nel Regno Unito, è additato per aver iniziato numerosi trattamenti di blocco della crescita sessuale anche di bambini di 10-11 anni, con accuse di inizio trattamento anche a 3 anni.

La scrittrice inglese J. K. Rowling, "mamma" di Harry Potter, a partire dal 2019 ha pubblicato numerosi tweet e interviste a favore della naturale distinzione biologica maschio/femmina ricevendo numerose e pesanti accuse di omotransfobia.

Il 24 settembre 2020 il Department for Education (Ministero dell'educazione inglese) ha pubblicato le linee guida "Plan your relationships, sex and health curriculum" (online) dove tra l'altro si afferma che non sentirsi a proprio agio nel proprio corpo non significa dover intraprendere un percorso di cambio di sesso irreversibile.

Il 1º dicembre 2020 l'Alta Corte inglese ha accolto la denuncia di Keira Bell (Bell v Tavistock), già ragazzina che iniziò il cambiamento di sesso FtM (da femmina a maschio) all'età di 13 anni e che subì a 20 anni una mastectomia (rimozione chirurgica irreversibile dei seni), stabilendo che i minori non possono essere consapevoli delle conseguenze irreversibili di un percorso di cambiamento di genere e subordinando l'assenso al percorso del cambiamento di genere al parere di un tribunale. Il successivo ricorso in appello dell'istituto ha portato alla sentenza del 17 settembre 2021 (online) che conferma sostanzialmente la sentenza di primo grado: le richieste di cambiamento di sesso sotto i 14 anni è altamente improbabile (“highly unlikely”) che abbiano un valido consenso ed è improbabile che ci sia a 14 o 15 anni. L'avallo per intraprendere un cambiamento a 16-17 anni viene demandato alla prudenza dei medici, non più al parere del tribunale come stabilito in primo grado.

Note
  1. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, noto anche con la sigla DSM derivante dall'originario titolo dell'edizione statunitense Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Il DSM-5 è l'edizione e i cambiamenti approvati dalla fondazione dell'APA (American Psychiatric Association) il 1º dicembre 2012
  2. La classificazione ICD (dall'inglese International Classification of Diseases) è la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità.
  3. Giovanni Paolo II, "Messaggio al Card. Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (22 novembre 2001)", online.
  4. Papa Benedetto XVI, "Presentazione degli auguri natalizi della Curia Romana (21 dicembre 2012)", online.
  5. Papa Benedetto XVI, "Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio "Cor Unum" (19 gennaio 2013)", online.
  6. Cfr. in particolare Viaggio Apostolico in Georgia e Azerbaijan: Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dall'Azerbaijan (Volo Papale, 2 ottobre 2016), online: "Io ho accompagnato nella mia vita di sacerdote, di vescovo - anche di Papa - ho accompagnato persone con tendenza omosessuale e anche con pratiche omosessuali. Le ho accompagnate, le ho avvicinate al Signore, alcuni non possono, ma le ho accompagnate e mai ho abbandonato qualcuno. Questo è ciò che va fatto. Le persone si devono accompagnare come le accompagna Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, Gesù non gli dirà sicuramente: "Vattene via perché sei omosessuale!", no. Quello che io ho detto riguarda quella cattiveria che oggi si fa con l'indottrinamento della teoria del gender. Mi raccontava un papà francese che a tavola parlavano con i figli - cattolico lui, cattolica la moglie, i figli cattolici, ma all'acqua di rose, però cattolici - e ha domandato al ragazzo di dieci anni: "E tu che cosa voi fare quando diventi grande?" - "La ragazza". E il papà si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria del gender. E questo è contro le cose naturali. Una cosa è che una persona abbia questa tendenza, questa opzione e c'è anche chi cambia il sesso. E un'altra cosa è fare l'insegnamento nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità. Queste io le chiamo "colonizzazioni ideologiche". L'anno scorso ho ricevuto una lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia da bambino e da ragazzo. Era una bambina, una ragazza e ha sofferto tanto, perché si sentiva ragazzo ma era fisicamente una ragazza. L'ha raccontato alla mamma, quando era già ventenne, 22 anni e le ha detto che avrebbe voluto fare l'intervento chirurgico e tutte queste cose. E la mamma gli ha chiesto di non farlo finché lei era viva. Era anziana, ed è morta presto. Ha fatto l'intervento. È un impiegato di un ministero di una città della Spagna. È andato dal vescovo. Il vescovo lo ha accompagnato tanto, un bravo vescovo: "perdeva" tempo per accompagnare quest'uomo. Poi si è sposato. Ha cambiato la sua identità civile, si è sposato e mi ha scritto la lettera che per lui sarebbe stata una consolazione venire con la sua sposa: lui, che era lei, ma è lui. E li ho ricevuti. Erano contenti. E nel quartiere dove lui abitava c'era un vecchio sacerdote, ottantenne, il vecchio parroco, che aveva lasciato la parrocchia e aiutava le suore, lì, nella parrocchia... E c'era il nuovo [parroco]. Quando il nuovo lo vedeva, lo sgridava dal marciapiede: "Andrai all'inferno!". Quando trovava il vecchio, questo gli diceva: "Da quanto non ti confessi? Vieni, vieni, andiamo che ti confesso e così potrai fare la Comunione". Hai capito? La vita è la vita e le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è il peccato. Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a non dire: "È tutto lo stesso, facciamo festa". No, questo no. Ma ogni caso accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo. Questo è quello che farebbe Gesù oggi. Per favore, non dite: "Il Papa santificherà i trans!". Per favore! Perché io vedo già i titoli dei giornali... No, no. C'è qualche dubbio su quello che ho detto? Voglio essere chiaro. È un problema di morale. È un problema. È un problema umano. E si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità".
  7. Willem Jacobus Card. Eijk, "L'antropologia cristiana e la teoria del genere", Esztergom, 14 gennaio 2015, online.
  8. Alessandra Asteriti, 16 dicembre 2020, "L'identità di genere è contro le donne", su repubblica.it, online.
  9. MIUR 2018 (Ministero dell'Istruzione Ministero dell'Università e della Ricerca) cfr. online
  10. "Referrals to GIDS (Gender Identity Development Service), financial years 2015-16 to 2019-20", online.
  11. Andrew Gilligan, 30 giugno 2019, "Tavistock clinic reveals surge in girls switching gender", Times, online.
Voci correlate