Ipogeo di via Dino Compagni (Roma)

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Ipogeo di via Dino Compagni
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Roma IpogeoD.Compagni Cristo+Samaritanaalpozzo IV.jpg
Ambito romano, Gesù Cristo e la Samaritana al pozzo (prima metà del IV secolo), affresco
Altro nome
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Romana
Cristiana
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Sepolcro ipogeo
Dedicazione
Dedicazione non cristiana
Fondatore
Data fondazione
Architetto
Scopritore Antonio Ferrua
Data scoperta 1955
Datazione prima metà del IV secolo
Inizio della costruzione
Completamento
Distruzione
Soppressione
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Preesistenze
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località o frazione
Diocesi Diocesi di Roma
Vicariatus Urbis
Altitudine massima m slm
Altitudine minima m slm
Dimensioni
Superficie m2
Altezza m
Larghezza 40 m
Lunghezza 30 m
Volume m3
Profondità {{{Profondità}}} m
Diametro {{{Diametro}}} m
Inclinazione °
Primi scavi
Datazione scavi 1955 - 1956
Organizzazione scavi Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Archeologi
Secondi scavi
Datazione scavi {{{Datazione scavi2}}}
Organizzazione scavi {{{Organizzazione scavi2}}}
Archeologi
Terzi scavi
Datazione scavi {{{Datazione scavi3}}}
Organizzazione scavi {{{Organizzazione scavi3}}}
Archeologi
Amministrazione
Proprietà
Parte di
Ente Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Responsabile
Indirizzo Via Dino Compagni - Roma (RM)
Telefono +39 06 4465610
Fax +39 06 4467625
Posta elettronica pcas@arcsacra.va
Sito web [ sito web ufficiale]
Sito web 2
Informazioni
Note
Coordinate geografiche
41°52′18″N 12°31′03″E / 41.871555, 12.517532 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Ipogeo di via Dino Compagni (Roma)
Dati UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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L'Ipogeo di via Dino Compagni è un'area funeraria, situata a Roma, posta lungo la via omonima, nelle vicinanze della via Latina, nel moderno quartiere Appio Latino. Il cimitero è conosciuto anche col nome di catacomba della via Latina.

Storia

L'ipogeo, di cui le fonti antiche tacciono totalmente, fu scoperto casualmente nel 1955 mentre si stavano realizzando le fondazioni di alcuni edifici residenziali. Il ritrovamento, però, venne taciuto fino alla fine dei lavori di costruzione del palazzo sovrastante e questo provocò gravi danni alle strutture de sepolcro ed alla decorazione pittorica. Solo a novembre di quell'anno l'ingegnere Mario Santa Maria, responsabile del cantiere, informò del ritrovamento dell'area funeraria la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Seguendo le indicazioni del direttore dei lavori, padre Antonio Ferrua fece scavare un pozzo di 16 metri e, calatosi all'interno, constatò la presenza di un ipogeo e degli ingenti danni provocati dai lavori sovrastanti: il crollo di parte degli intonaci, provocato dai pilastri di fondazione che avevano invaso alcuni ambienti, colate di cemento e danni prodotto da improvvisati tombaroli che avevano cercato di trafugare i dipinti staccatesi dalle pareti. Nonostante tutto questo, dopo una lunga opera di recupero e restauro, iniziata il 2 novembre 1955 e terminata il 15 giugno 1956, ci si rese conto della bellezza e ricchezza delle decorazioni pittoriche presenti, tanto che molti studiosi dell'arte paleocristiana, l'hanno definita la "pinacoteca del IV secolo", tra i quali Leonella De Santis la quale riferisce a proposito:

« Nei sotterranei l'atmosfera è magnetica, l'emozione è grande. I colori, luminosi, avvolgono il visitatore con caldi toni rossi, bruni e violacei, con chiare pennellate gialle, ocra, arancione e vibranti tocchi azzurri, verdi e grigi: le scene dipinte, oltre un centinaio, rimbalzano da una parete all'altra creando un caleidoscopio variopinto e variegato (..) A ragion veduta viene definita dagli studiosi la "pinacoteca del IV secolo" »
(L. De Santis, op. cit., p. 281)

Descrizione

Pianta dell'ipogeo

L'ipogeo, databile alla prima metà del IV secolo, si presenta come un complesso funerario concepito e realizzato unitariamente, come si può comprendere già solo dall'esame della pianta di notevole regolarità: esso si trova ad una profondità variabile (tra i 12,92 e i 16,20 metri) ed è formato da due gallerie parallele di 30 metri, distanti circa 18 metri l'una dall'altra, tagliate perpendicolarmente da un corridoio di oltre 40 metri, intorno a cui si dispongono 14 cubicoli interdipendenti, ampi e forniti di nicchioni o di profondi arcosoli, ai quali sono collegati ambienti poligonali con camere dipendenti su ciascun lato. Elementi decorativi (stucchi, colonne e modanature), particolarmente curati, sono distribuiti con una certa abbondanza su tutto il complesso funerario.

L'ipogeo, nel quale sono presenti circa quattrocento inumazioni, è un complesso funerario misto, che comprende tombe di persone sia di religione cristiana sia romana, evidentemente membri della stessa famiglia o di più nuclei familiari imparentati tra loro, dei quali non si conoscono i nomi: questo elemento si deduce dal fatto che nell'ipogeo non si trovano solo soggetti chiaramente cristiani, ma anche scene desunte dalla vita quotidiana, immagini simboliche e temi ispirati alla mitologia romana.

Prima galleria

L'antico ingresso è oggi ostruito da un edificio di recente costruzione; si accede all'ipogeo da una botola nel marciapiede all'incrocio tra via Latina e via Dino Compagni.

Dopo una lunga scalinata si entra in una galleria su cui si aprono una serie di cubicoli, decorati con Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Il primo cubicolo (A), al quale si accede, è un ambiente quadrato, con tre arcosoli simmetrici e volta a crociera ribassata, decorato da alcuni interessanti dipinti:

In fondo alla galleria, e quindi in posizione enfatica, si trova il nucleo più importante di questa parte dell'ipogeo:

  • Cubicolo B è un ambiente quadrato, di notevole interesse architettonico, che presenta negli angoli quattro colonne, ricavate nella roccia e dipinte a finto marmo, le quali sostengono architravi e timpani. Anche questo cubicolo è decorato con soggetti biblici, tra i quali si notano:
  • Cubicolo C è un ambiente quadrangolare, decorato con soggetti biblici, tra i quali si notano:

Seconda galleria

Poco più avanti, tramite scale, si accede ad un vestibolo (D) su cui si aprono lateralmente due cubicoli:

Cubicolo E con l'arcosolio di fondo con Tellus (IV secolo)
  • Cubicolo E destinato ad una sola deposizione, nell'arcosolio di fondo, fiancheggiato da due colonne, decorato con una figura mitologica romana rappresentante:
    • Tellus (la terra divinizzata): in origine questo soggetto fu erroneamente interpretato come la Morte di Cleopatra, perché è presentata una figura femminile, distesa su un campo di grano e papaveri con un serpente attorcigliato al braccio sinistro.
  • Cubicolo F, sul lato opposto, ha una pianta ovale con tre arcosoli. La decorazione è molto simile a quella del cubicolo precedente, nel senso che la rappresentazione figurata si limita alla lunetta centrale dell'arcosolio, mentre tutto il resto è riempito con motivi geometrici e floreali. Tra i dipinti si notano:

Corridoio

Proseguendo più avanti si entra nell'atrio G, con il quale inizia un nuovo settore, certamente omogeneo, dell'ipogeo. Sui lati di esso si aprono:

  • a sinistra, un lungo corridoio (6) senza arcosoli, ma con loculi destinati a persone socialmente inferiori, forse il personale servile delle famiglie al quale apparteneva il complesso funerario;
  • a destra, una scala che conduce ad una profonda cisterna (5), alimentata da un pozzo.

Il corridoio H porta al grande atrio I, di forma esagonale, con colonne ricavate nel tufo agli angoli. La decorazione pittorica di questo ambiente presenta:

Ambito romano, Lezione di anatomia su un cadavere (prima metà del IV secolo), affresco
  • nell'arcosolio a sinistra: Gesù Cristo in trono tra san Pietro, san Paolo, Mosè e Giobbe;
  • nell'arcosolio a destra: Lezione di anatomia su un cadavere: questo è un soggetto assolutamente eccezionale, che fa pensare che si tratti del sepolcro di uno o più romani, fra i quali era forse un medico;
  • nella volta: nel tondo centrale: Uomo a mezzo busto con un "rotulus" e un codice sullo sfondo; nelle sei vele: Uomini a mezzo busto con "rotuli" e codici, separati da cassette di "rotuli": è evidente che si è voluto caratterizzare come intellettuali alcune delle persone deposte in questo ambiente, ciò che conferma il significato realistico della Lezione di anatomia.

Nelle pareti limitrofe all'ingresso si aprono due cubicoli mai utilizzati (a e b), mentre nelle altre due laterali, verso il fondo, sono sistemati due profondi arcosoli a tre deposizioni.

L'ambiente successivo (L) costituisce il vestibolo del cubicolo M, che può considerarsi come parte di una tomba complessa, che comprendeva anche i cubicoli N e O. Gli ambienti L e M sono decorati con soggetti biblici, tra i quali si notano:

Ambito romano, Sansone uccide il leone (prima metà del IV secolo), affresco

Il lungo corridoio prosegue fino agli ultimi due ambienti:

  • Cubicolo N, particolarmente monumentale, con quattro colonne agli angoli ricavate nella roccia, ma con basi e capitelli di marmo, decorato con scene di mitologia romana, tra le quali si notano:
    • Ercole e l'idra di Lerna;
    • Ercole nel giardino delle Esperidi.
  • Cubicolo O, che comprende un solo arcosolio, e quindi una sola deposizione, chiusa da una lastra marmorea imitante un sarcofago strigilato. La decorazione dell'ambiente presenta soggetti biblici, tra i quali si evidenziano:
    • Tre giovani ebrei nella fornace ardente;
    • Moltiplicazione dei pani e dei pesci;
    • Resurrezione di Lazzaro;
    • Fuga dall'Egitto e passaggio del mar Rosso.
Note
  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 19 marzo 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.