Museo dei Tesori del Santuario di Oropa (Biella)

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Museo dei Tesori del Santuario di Oropa (Biella)
Oropa Santuario sedemuseo.jpg
Santuario della Madonna di Oropa, sede del museo
Altre denominazioni
Categoria Musei di santuario
Stato bandiera Italia
Regione ecclesiastica Regione ecclesiastica Piemonte
Regione Stemma Piemonte
Provincia Biella
Comune Biella
Località o frazione Oropa
Diocesi Diocesi di Biella
Indirizzo Via Santuario di Oropa, 480
13900 Biella (BI)
Telefono +39 0152 5551200
Fax +39 0152 5551219
Posta elettronica info@santuariodioropa.it
Sito web [1]
Facebook
Proprietà Santuario
Tipologia arte sacra, archeologico, architettura
Contenuti dipinti, disegni e grafica, ex voto, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica
Servizi accoglienza al pubblico, archivio storico, biblioteca, biglietteria, bookshop, caffetteria, fototeca, ristorante, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate
Sistema museale di appartenenza
Sede Museo Santuario della Madonna di Oropa
Datazione sede XVII - XVIII secolo
Sede Museo 2°
Datazione sede 2°
Fondatori
Data di fondazione 1913
Note
{{{Note}}}
Coordinate geografiche
45°35′44″N 8°01′29″E / 45.595438, 8.024795 bandiera Italia

Il Museo dei Tesori del Santuario di Oropa, situato nel territorio del comune di Biella, venne istituito nel 1913, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico, proveniente del Santuario della Madonna di Oropa, da lasciti e donazioni di privati.

Storia

Risale al 1913 una prima sala detta "del Tesoro", nel quale furono raccolti gli oggetti liturgici, i paramenti sacri e i gioielli di valore storico-artistico del Santuario.

Nel 1947 furono aperte ulteriori sale nelle quali vennero esposti gli antichi disegni e progetti del Santuario, i dipinti e gli oggetti più preziosi. Questo primo piccolo museo ebbe una breve esistenza e il materiale che lo costituiva fu successivamente collocato nei più diversi angoli del complesso santuariale.

Il Museo attuale è stato inaugurato nel 2003, dopo lunghi lavori di ristrutturazione e di riallestimento della sede espositiva.

Percorso espositivo e opere

L'itinerario museale, disposto su due livelli, si sviluppa in quattro sale espositive, lungo il quale sono esposte opere e suppellettile ecclesiastica, databili dal II secolo a.C. al XX secolo, e include anche la visita dell'appartamento reale dei Savoia.

Sale I e II

Nelle due sale, insieme ai reperti archeologici risalenti al II secolo a.C. rinvenuti ad Oropa, sono raccolte alcune delle più preziose testimonianze storico-artistiche del Santuario:

Sala III

Nella sala sono esposti preziosi paramenti sacri e suppellettile liturgica del Santuario:

Sala IV

Bertolero di Torino, Corona di stelle a due ordini (1720), oro, diamanti e pietre preziose

Nella sala sono conservati gli oggetti liturgici gli ex voto e i gioielli che hanno adornato la sacra statua, in occasione delle incoronazioni centenarie che si sono susseguite a cominciare dal 1620:

Appartamento reale dei Savoia

Completano la visita al Museo, l'Appartamento reale dei Savoia che testimonia i legami molto antichi tra il Santuario della Madonna di Oropa e la famiglia reale, infatti risulta dai documenti che sin dal XVII secolo una dignitosa residenza fosse a loro disposizione.

L'appartamento attuale risale alla prima metà del XVIII secolo: lo attestano i ritratti del Re di Sardegna Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III che furono i primi sovrani sabaudi ad utilizzarlo in occasione delle loro visite ad Oropa. Re Umberto I nel 1880, la regina Margherita tra il 1906 e il 1923, il futuro re Umberto II nel 1926 e la regina Maria Josè nel 1989 furono gli ultimi sovrani a fare visita al Santuario.

Nell'anticamera, nel salone e nelle due camere da letto, arredate con letti a baldacchino, sono conservati:

Galleria fotografica

Bibliografia
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Milano 2005, p. 183
  • Michele Ruffino (a cura di), Percorsi museali in Piemonte e Valle d'Aosta, Torino 2011, pp. 13 - 14
Voci correlate
Collegamenti esterni