Risurrezione di Lazzaro (Sebastiano del Piombo)

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Sebastiano del Piombo, Resurrezione di Lazzaro (1516 - 1519 ca.), olio su tavola trasportata su tela
Risurrezione di Lazzaro
Opera d'arte
Stato

bandiera Regno Unito

Nazione bandiera Inghilterra
Regione ecclesiastica [[|]]
Contea City of London
Comune

Londra

Località
Diocesi Westminster
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica National Gallery, sala 8
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Narbona (Francia)
Luogo di provenienza Cattedrale di San Giusto
Oggetto pala d'altare
Soggetto Resurrezione di Lazzaro
Datazione 1517 - 1519 ca.
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Sebastiano del Piombo (Sebastiano Luciani)
detto del Piombo

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tavola trasportata su tela
Misure h. 381 cm; l. 289,6 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note
opera firmata

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Collegamenti esterni
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Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva , gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a : «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». le disse:...
«Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era , vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». Intanto , ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse : «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse : «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
Virgolette chiuse.png

La Risurrezione di Lazzaro è una pala d'altare, eseguita tra il 1516 ed il 1519 circa, ad olio su tavola trasportata su tela, da Sebastiano Luciani detto Sebastiano del Piombo (1485 - 1547), proveniente dalla Cattedrale di San Giusto di Narbona ed ora conservata presso la National Gallery di Londra (Gran Bretagna).

Descrizione

Soggetto

La scena del dipinto si svolge in un sepolcreto, fuori della città di Betania, dove compaiono:

  • Gesù Cristo, rialzato leggermente su un gradino, concentrato e teso, assume una posa energica e con un gesto eloquente, indica Lazzaro, suscitando un'ondata di sgomento fra i presenti.
  • Lazzaro di Betania emerge dalla tomba sepolcro, seminudo, avvolto ancora parzialmente da bende e teli funerari, ma con un fisico muscoloso, ispirato alle figure michelangiolesche.
  • Maria, sorella di Lazzaro, è inginocchiata davanti a Gesù, in una posa che esprime adorazione e trasporto.
  • Marta, altra sorella di Lazzaro, in piedi accanto a Gesù, reagisce animatamente al gesto di Cristo, come tipico del suo carattere pratico ed impulsivo.
  • Astanti, si coprono il volto e si turano il naso per il fetore che proviene dal sarcofago, dopo quattro giorni di sepoltura. Essi si accalcano a gruppi sul primo piano, anche troppo affollato, mentre il respiro si allarga nel paesaggio nello sfondo, con ancora due gruppi di figure come quinte e una veduta cittadina con rovine e un ponte che ricorda Roma.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Su tutte le due figure presenti campeggiano, in primo piano, quella di Gesù Cristo e di Lazzaro. Ai loro lati si aprono due ali di persone, che formano un motivo da U, dando senso di profondità alla scena, che è poi ulteriormente accentuato dallo splendido paesaggio, posto in alto.
  • Il pittore ha immaginato che la Resurrezione di Lazzaro avvenga a Roma, sulle rive del Tevere, ed in un flusso tenebroso di luce si vede in lontananza, dietro alle sacre figure, la sponda del fiume, con delle donne che vanno a lavare i panni (un semplice episodio di vita quotidiana): si vedono in lontananza. In primo piano giganteggiano le figure sacre, e Gesù sembra un antico romano, un oratore, un uomo che sta pronunciando una sentenza che resterà solenne nella storia; e di fronte a lui Lazzaro, che si risveglia dalla tomba, e sembra un titano, un pugile, che è stato colpito duramente, ma che è ancora forte e potente.
  • La luce che pervade il paesaggio, ma anche la scena inferiore, ricorda molto la pittura veneziana di Giorgione. L'illuminazione, creata da un cielo nuvoloso dal quale filtra una luce polarizzata, crea effetti chiaroscurali che danno grande risalto ai colori delle vesti dei personaggi. L'alternanza di luci e ombre molto incise, insieme al vario cromatismo della scena, rendono questo dipinto uno dei migliori esempi di quella pittura tonale, nata a Venezia in quegli anni.

Notizie storico-critiche

Il cardinale Giulio de' Medici (futuro papa Clemente VII) commissionò tra il 1516 ed il 1517 due dipinti destinati alla Cattedrale di San Giusto di Narbona, città di cui era divenuto vescovo nel 1515: la Trasfigurazione di Gesù Cristo oggi alla Pinacoteca Vaticana a Roma, per la quale fu dato incarico a Raffaello Sanzio e la Resurrezione di Lazzaro, ordinata a Sebastiano del Piombo.

Nell'abituale contesa tra Raffaello e Michelangelo alla corte papale fu naturale per il Buonarroti aiutare l'amico veneziano, offrendogli i propri disegni per la pala d'altare, in particolare per le figure di Gesù Cristo e di Lazzaro, del quale rimane un disegno autografo conservato al British Museum di Londra.

In una lettera di Leonardo Sellaio a Michelangelo Buonarroti, datata 19 gennaio 1517, accenna alla doppia commissione, ricordando il disappunto di Raffaello Sanzio per essere finito in quella sorta di competizione:

« Ora mi pare che Raffaello metta sottosopra el mondo, perché lui [il Piombo] non la faca [faccia], per non venire a' paraghonj. »

Indipendentemente dal contributo o meno di Michelangelo alla sua genesi, il dipinto è tuttavia di grande impatto e risulta una delle opere meglio riuscite di Sebastiano del Piombo.

I due artisti ritardarono il più possibile il completamento delle rispettive opere per non rivelarsi per primi. Alla fine fu Sebastiano del Piombo a consegnare la pala d'altare, che fu spedita in Francia, mentre quella di Raffaello rimase incompleta dopo la morte dell'artista, nel 1520 e successivamente trattenuta a Roma.

L'opera di Sebastiano del Piombo, dopo la secolarizzazione, passò per varie collezioni private, prima di essere acquistata dal museo londinese nel 1824, dagli Angerstein.

Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 3, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 148 - 151 ISBN 9788842445234
  • Claudio Strinati (a cura di), Sebastiano del Piombo (1485-1547). Catalogo della mostra. (Roma, 8 febbraio-18 maggio 2008; Berlino, 28 giugno-28 settembre 2008), Editore 24 Ore Cultura, Milano 2008 ISBN 9788871795683
  • Federico Zeri (a cura di), Sebastiano del Piombo. Resurrezione di Lazzaro, col. "Cento Dipinti", Editore Rizzoli, Milano 1998
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori-Electa, Milano 2002, p. 219 ISBN 9788843582594
Voci correlate
Collegamenti esterni