San Lazzaro mendicante

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San Lazzaro mendicante
Personaggio del Nuovo Testamento
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battezzato
Santo
Lazzaro della parabola
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Jan Geernaert, Statua di san Lazzaro mendicante (1751), legno policromo; Piacenza, Galleria Alberoni.
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
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Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione pre-canonizzazione
Ricorrenza 21 giugno
Altre ricorrenze
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Attributi seminudo con piaghe, bastone, cane
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Lebbrosi
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Incoronazione
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Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
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Consorte

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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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San Lazzaro mendicante († ...) è protagonista assieme al ricco epulone dell'omonima parabola.

La figura di Lazzaro e la scena del banchetto ha sempre ispirato la fantasia degli artisti, che in tutti i secoli lo hanno raffigurato, contribuendo così ad innalzarlo ad un simbolo della povertà e della sofferenza, premiata da Dio, quando accettate con rassegnazione e speranza nella Sua Divina Misericordia.

Per questo Lazzaro venne considerato come un santo, anche se la sua figura era in realtà fantasiosa ma simbolica; il moderno Martirologio Romano non ne fa più menzione.

Egli è stato considerato il patrono dei lebbrosi, quando la lebbra era una malattia molto più diffusa di oggi in tante parti del mondo; dal suo nome scaturì la denominazione del lazzaretto, sorta di ricovero e cura per i lebbrosi o malati infettivi da tenere in isolamento, il primo di questi lazzaretti sorse a Venezia nell’isola di San Lazzaro.

Il nome è oggi poco usato e comunque chi lo porta pensa piuttosto all'altro Lazzaro quello di Betania.

Nell'arte

Nell'iconografia tradizionale san Lazzaro viene raffigurato, seminudo, in vesti da mendicante con piaghe, un bastone ed accompagnato da un cane.

Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che lo raffigurano, si ricorda:

  • San Lazzaro mendicante (XII secolo), affresco staccato, proveniente dalla Chiesa di San Clemente a Taüll, attualmente conservato nel Museo Nacional de Arte de Cataluña a Barcellona.
  • Statua di san Lazzaro mendicante (1751), in legno policromo, opera dello scultore fiammingo Jan Geernaert, conservata presso il Galleria Alberoni di Piacenza.
  • Parabola di Lazzaro e del ricco epulone (1886), olio su tela, del pittore russo Fyodor Andreyevich Bronnikov.