Utente:Giancarlo Rossi-Fedele/Libano

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Il Libano è uno Stato del Vicino Oriente che si affaccia sul settore orientale del mar Mediterraneo. Il Libano confina a nord e ad est con la Siria e a sud con Israele. Ad ovest si affaccia sul Mare Mediterraneo.

La superficie del Libano è di 10.452 km quadrati. La capitale è Beirut. Le attività economiche principali sono i servizi bancari e finanziari, tradizionalmente sostenuti da un regime economico libero-scambista e competitivo, e il turismo.

I libanesi non formano una nazione nel senso di una comune appartenenza etnica e religiosa. Il senso di appartenenza alla nazione è relativo al percorso storico comune e all’orgoglio di rappresentare un fattore "particolare" nella regione del Vicino Oriente. Quella cattolica costituisce l'unica maggioranza relativa nella Terra Santa.

Il Libano è una nazione inserita nella Lega Araba, anche se per il suo particolare melting pot "etnico-religioso" vede contemporaneamente se stessa come nazione levantina o mediterranea.

Grafia ed etimologia

  • arabo: لبنان‎, Lubnān;
  • arabo: لبنانالجمهورية اللبنانية, al-Jumhūriyya al-Lubnāniyya; (nome ufficiale)
  • francese: Liban, oppure République libanaise
  • inglese: Lebanon

Secondo una ricostruzione etimologica molto diffusa quanto non scientifica, il termine Lubnān sarebbe stato utilizzato a partire dall'ottavo secolo dell'era comune e deriverebbe dalla radice trilittera l-b-n, la stessa della parola laban (ossia "latte"), per via della somiglianza tra i massicci montuosi coperti di neve e il colore del latte.

Citazioni bibliche

La ricerca del nome "Libano" sul sito La Parola, fornisce 67 citazioni bibliche, tutte presenti nell'Antico Testamento.

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Geografia

Il Libano si trova in Asia e più precisamente nell'Asia occidentale o Medio Oriente, di cui è il paese più piccolo per superficie. Lungo 250 km e largo da 25 a 60 km, confina con il Mar Mediterraneo a ovest per una costa lunga 225 km, con la Siria a nord e ad est (per 375 km), con Israele a sud (per 79 km). Il confine nord con la Siria è segnato in buona parte dal fiume Nahr al-Kabir, mentre a sud il punto più estremo sulla costa è segnato dal promontorio di Ras Naqura. Il confine con la alture del Golan (de jure in Siria ma occupate da Israele dal 1967) è contestato dal Libano in una piccola area chiamata Fattorie di Sheb'a, nonostante il confine sia stato demarcato dalle Nazioni Unite.[1]

  • Superficie: 10.452 km²
  • Paesi confinanti: Siria a est e a nord, Israele a sud.

Morfologia

Il territorio[2] è prevalentemente montuoso e percorso in direzione NS dalle catene parallele del Libano vicino alla costa e boscoso e del più arido Antilibano verso la Siria. Esse sono retrostanti alla costa, arrivano a 3000 m e sono per lo più soggette a precipitazioni, relativamente abbondanti. La stretta fascia costiera ad ovest del paese è raggiunta da ampi terrazzi digradanti su promontori rocciosi da sempre favorevoli alla portualità. La regione compresa tra le catene montuose è un altopiano che prende il nome di valle della Beqāʿ, da cui scorrono verso nord l'Oronte e verso sud il Litani. Il versante orientale del paese è occupata dalla parte meno ripida e più discontinua dei suoi rilievi. Nel complesso la presenza di fiumi è tale da consentire l'irrigazione del terreno coltivabile.

  • Monti principali:
  • Qurnat al-Sawda' 3083 m (a nord della valle della Beqaa)
  • Monte Hermon (a nord del Golan, sul confine con la Siria.

Idrografia

  • Fiumi principali:
  • Laghi principali: Lago di Qara'un

Clima

  • Clima: Mediterraneo - temperato
  • Temperatura marina: 28° (media estiva)

Il Libano ha un clima mediterraneo moderato. Sulla costa gli inverni sono freschi e piovosi e le estati calde e umide. A maggiori altitudini, le temperature invernali scendono sotto lo zero con frequenti nevicate, anche abbondanti, mentre le estati sono tiepide e secche.[3] Benché in generale il Libano goda di precipitazioni annue abbastanza elevate in confronto agli aridi paesi circostanti, alcune aree nord-orientali sono più aride perché le cime della catena occidentale bloccano molte nubi nati sul Mediterraneo.[4]

Nell'antichità, il Libano ospitava grandi foreste di cedro del Libano, oggi simbolo nazionale.[5] Tuttavia, millenni di sfruttamento commerciale (per edilizia e cantieri navali) senza alcuna politica di riforestazione hanno fortemente ridotto la loro estensione.[5]

Demografia

I residenti in Libano sono stati stimati in 3.577.000 nel 2005 (densità: 344 ab/km²) e in 3.925.502 nel luglio 2007.[6]

Etnie e Religioni

chiesa accanto ad una moschea a Beirut.

La popolazione libanese comprende diversi gruppi religiosi. Lo stato riconosce ufficialmente 18 confessioni, sotto elencate. La religione si fonde con il riferimento etnico.

Le confessioni riconosciute sono:

Dal 1932 non sono più stati eseguiti censimenti ufficiali a causa della grande sensibilità dei libanesi nei confronti dei rapporti numerici fra le varie confessioni religiose. Sulla base di nuovi dati, infatti, i rapporti di forza cambierebbero e di conseguenza andrebbe cambiata anche la costituzione e quanto in essa previsto per la vita politica libanese. Tra l'altro, il censimento del 1932, svolto sotto il mandato francese, contò solo i cittadini libanesi residenti in Libano nel 1932, escludendo i libanesi emigrati e i residenti non libanesi. Risultarono 785.742 cittadini libanesi residenti: 63% cristiani, in maggioranza maroniti, 35% musulmani e 2% di altre piccole minoranze.[senza fonte]

Mentre un tempo i cristiani costituivano la maggioranza, attualmente, secondo le stime del governo statunitense, i musulmani sono all'incirca il 60% della popolazione libanese[7]. Alcuni drusi focalizzano la loro identità in senso lato, dissociandosi dall'essere accomunati classicamente con i musulmani.[8] Numerosi cristiani maroniti non si identificano come arabi, ma come semiti etnicamente discendenti dai fenici[9][10] e dalla mescolanza di popoli che vivevano in Siria e in Libano prima dell'arrivo degli arabi (principalmente siriaci e bizantini).

Successivamente i maroniti si sarebbero mescolati anche con gli eruopei arrivati nelle crociate. Numerosi storici hanno tuttavia contestato o criticato queste tesi.[11] È da sottolineare che, secondo alcune opinioni attuali, è considerato arabo qualsiasi persona avente la lingua araba come lingua madre, a prescindere dai riferimenti genealogici.

Chiesa cattolica in Libano

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa cattolica in Libano
Cattedrale armeno-cattolica di San Gregorio Armeno in Beirut

I cristiani, sopratutto cattolici, sono concentrati perlopiù nella zona centrale del Monte Libano e nella parte est di Beirut. Si tratta di un gruppo molto attivo: ad esempio, come fa notare p. Paul Karam, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Libano, è stato "tradotto in arabo il testo del beato Paolo Manna, PIME, ‘Osservazioni sul nuovo metodo di evangelizzazione’, primo libro in lingua araba per la formazione e l’animazione missionaria"[12].

Cattolici di Rito Latino

Armeno-cattolici

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa armeno-cattolica

Chiesa Maronita

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa Maronita

Chiesa Melchita (rito greco-cattolico)

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa Melchita

I Melchiti greco-cattolici tendono a concentrarsi maggiormente sulle loro origini greche. Si distinguono da altri Cristiani d'Oriente in quanto usano, come lingua liturgica, sia il greco che l'arabo.[13][14] .

Ebrei in Libano

sinagoga a Deir al-Qamar risalente al 600 dopo Cristo

Esiste anche una comunità ebraica composta attualmente da circa 100 individui; la maggior parte degli ebrei libanesi ha infatti scelto di lasciare il paese a causa della guerra civile.[15] Gli ebrei libanesi vedono loro stessi indistintamente come "arabi giudei" o come "popolo levantino"; ad ogni modo la comunità è tradizionalmente riferita al mondo "mizrahi" (Ebrei d'Oriente). Dal 1 gennaio 2009 è stato istituito il sito ufficiale della comunità ebraica libanese che va ad affiancare il blog di discussione nato nel 2006.[16][17]

Musulmani in Libano

Sul territorio, gli sciiti sono concentrati soprattutto nel sud del paese, nella periferia meridionale di Beirut e nella Valle della Bekaa, mentre i sunniti soprattutto attorno a Tripoli, Sidone e nella parte ovest di Beirut. I cristiani sono concentrati perlopiù nella zona centrale del Monte Libano e nella parte est di Beirut, mentre i drusi si trovano nel massiccio dello Shuf (a sud-est di Beirut).

Molti milioni di libanesi hanno lasciato la madrepatria per trasferirsi negli Stati Uniti, in Sud America (soprattutto in Argentina e Brasile), in alcuni paesi africani, come il Senegal e la Costa d'Avorio (da cui poi sono stati cacciati), in Australia e in Europa, specialmente in Francia. Si calcolano 18 milioni di persone di varia ascendenza libanese (tra figli e nipoti), di cui 8 milioni in Brasile. I libanesi della diaspora sono soprattutto di religione cristiana; si spiega così, insieme al tasso di crescita più elevato presso la popolazione musulmana, il cambiamento nei rapporti numerici, nonché la richiesta dei politici libanesi cristiani di concedere il diritto di voto agli espatriati.

L'importanza degli equilibri religiosi ha fatto sì che ai rifugiati armeni di religione cristiana sia stata concessa la cittadinanza libanese, che è invece negata ai profughi palestinesi, richiesta quest'ultima sostenuta dai musulmani sunniti.

Lingue

La lingua ufficiale è l'arabo standard moderno. L’arabo parlato correntemente dalla popolazione differisce dall’arabo standard utilizzato nella forma scritta e per alcuni costituisce addirittura una lingua "neo-araba"[18] o persino una lingua semitica a sé stante.[19][20]

Il francese costituisce una seconda lingua diffusa. L’articolo 11 della Costituzione Libanese dichiara la presenza diretta ed indiretta rispettivamente all’arabo ed al francese. Esso cita come seguente: "L’arabo è la lingua nazionale ufficiale. La legge determina i casi in cui la lingua francese può essere utilizzata".[21] In Libano si pubblicano quattro quotidiani e un settimanale di cinema in francese ed è presente Radio Liban con le sue trasmissioni francofone. Si stima che la metà dei libanesi sia francofona.[22] Inoltre in Libano si trova la più importante università francofona tra quelle presenti in Paesi in cui il francese non sia lingua materna dominante della popolazione. Il Libano è membro dell'Organizzazione Internazionale della Francofonia e la capitale Beirut, già città ospitante del congresso biennale del 2002, è stata scelta come organizzatrice dei Jeux de la Francophonie del 2009.

La comunità armena conserva il proprio idioma (affiancato alla lingua araba).

Città principali

Storia

Storia antica e moderna

I più antichi insediamenti umani in Libano risalgono al 7000 a.C., in particolare a Byblos, la più antica città del mondo abitata con continuità[23].

Nell'antichità il Libano fu la sede della civiltà dei Fenici, che nel VI secolo a.C. fu incorporata da Ciro il Grande nell'Impero Persiano e due secoli più tardi entrò nell'orbita dei regni ellenistici successori di Alessandro Magno. Nel I secolo a.C. ebbe luogo la conquista romana, che si protrasse (prima nell'ambito di un impero unificato, poi nel seno dell'Impero romano d'Oriente) fino all'invasione araba. Sia in epoca ellenistica che romana, la massima parte del territorio libanese (fra cui la cosiddetta Celesiria) fu considerata, anche sotto il profilo politico, appartenente alla Siria.

La conquista, già nel VII secolo, da parte degli arabi mossi dall'Islam cambiò definitivamente la storia e la civiltà del paese, che pure vide un periodo di dominazione cristiana all'epoca delle crociate (XII e XIII secolo). L'Impero Ottomano dominò anche il Libano, come parte della Grande Siria, dal 1516 fino alla battaglia di Megiddo al termine della prima guerra mondiale (settembre 1918). Ciò che differenzia e rende unico il Libano è il suo costante ruolo di crocevia e ponte tra il mondo cristiano ed islamico: da rimarcare sono i contatti frequenti tra il libano e l'Europa ed in particolare con la Francia e con l'Italia: i rapporti con l'Italia affondano le loro radici nella penetrazione commerciale pisana, veneziana e genovese all'indomani della caduta dell'Impero bizantino ed alla costante permanenza di basi militari e commerciali veneziane nelle vicinanze del Libano fino al XVIII secolo. Curioso e rimarchevole è l'episodio che lega la Toscana alla storia del Libano e che rimonta agli inizii del XVII, quando il Granduca di Toscana Cosimo II, ospitò a lungo e strinse un'alleanza con l'emiro libanese Fakhr al-Din, secondo la quale, mediante l'ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, il primo si impegnava ad aiutare il secondo a liberare il Libano dal giogo ottomano.Tale alleanza non andò a buon fine vista la prematura morte del Granduca e la sua difficile successione da parte di suo figlio appena undicenne. I rapporti con la Francia risalgono circa a cinquant'anni dopo i tentativi toscani quando i re di francia ottengono,nel quadro dell'alleanza che aveva siglato con l'impero ottomano ai danni dell'impero Asburgico, uno statuto di particolare autonomia e libertà per i cristiani del Libano. Proprio per via di questi rapporti storici, la Francia al momento della caduta dell'impero ottomano volle ottenere nel Trattato di Pace di Versailles il protettorato sul Libano e la Siria . Sempre in virtù dei legami storici di commercio e di rapporti degli stati pre-unitari italiani coi paesi levantini ed in particolare il Libano, a tutt'oggi l'Italia è il primo partner commerciale della Repubblica del Libano.

Mandato francese

Dopo la dissoluzione dell'Impero Ottomano al termine della prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni affidò la Grande Siria, comprese le cinque province che oggi costituiscono il Libano, al controllo della Francia con un Mandato. Il 26 aprile 1920 la Conferenza di Sanremo definì limiti e compiti di tale protettorato; tali decisioni furono ratificate dalla Società delle Nazioni il 24 luglio 1922 ed entrarono formalmente in vigore il 29 settembre 1923.

Tuttavia, già a partire dal 1 settembre 1920, per decreto dell'alto commissario generale Henri Gouraud, la Francia istituì come indipendente sotto proprio mandato, lo Stato del Grande Libano, una delle tante enclavi etniche dell'ampia e indifferenziata area siriana (bilād al-Shām ), in gran maggioranza cristiana (principalmente maronita) ma con ampie componenti musulmane (sunnite, sciite) e druse), con capitale Beirut. Il 1º settembre 1926 la Francia istituì la Repubblica Libanese, da ora in poi separata dalla Siria, anche se amministrata sotto lo stesso mandato.

Nel marzo 1922 venne istituito un "consiglio rappresentativo" di 30 deputati eletti a doppio turno in collegi confessionali-territoriali con mandato quadriennale, che fu eletto per la prima volta nel maggio 1922[24]. Tale consiglio ratificò la Costituzione libanese, che fu promulgata il 23 maggio 1926, in base alla quale esso mutò il proprio nome in "Consiglio parlamentare libanese".

Indipendenza

Il Libano ottenne l'indipendenza nel 1943, durante la seconda guerra mondiale quando la Francia era occupata dalla Germania nazista o sotto il regime fantoccio di Vichy. Perciò il Regno Unito, che aveva varie forme di controllo su Sudan, Egitto, Palestina, Giordania e Iraq, occupò militarmente Siria e Libano. Subito dopo il generale antinazista francese Charles de Gaulle visitò l'area e nel 1941 annunciò che il Libano sarebbe divenuto indipendente. Nel 1943 si tennero le elezioni, sulla base di un decreto che stabiliva il principio di 6/5 per il rapporto cristiani/musulmani (in vigore fino all'accordo di Ta'if del 1989) e 55 eletti. Nel 1943 il nuovo governo libanese abolì unilateralmente il mandato: i Francesi esautorarono i membri del governo libanese, imprigionandoli, per rilasciarli dopo aver accettando l'indipendenza del Libano. Nel 1946 le truppe francesi abbandonarono il paese.

Il Patto Nazionale del 1943, mai formalizzato per iscritto, richiede la divisione delle cariche fra i principali gruppi religiosi: il presidente cristiano maronita, il primo ministro musulmano sunnita, il presidente del parlamento musulmano sciita, e altri alti funzionari greco-ortodossi o drusi. Tale patto è ancora risppettato.

La legge elettorale è stata modificata più volte, sempre salvando il principio 6/5, in particolare nel 1953 per riconoscere alle donne il diritto di voto. Le elezioni dal 1960 al 1996 hanno avuto luogo con la legge elettorale del 1960, che prevedeva 99 deputati da eleggere in 26 circoscrizioni. Tuttavia l'accordo di Ta'if (del 1990) ha modificato la Costituzione per istituire la parità parlamentare tra cristiani e musulmani e fissare in 128 il numero dei deputati.

Il 29 novembre 1947, come tutti i paesi arabi, il Libano non accettò la risoluzione 181 dell'ONU che ripartiva il territorio della Palestina mandataria fra uno stato ebraico (Israele) e uno stato arabo (Palestina) a partire dal 1948. Di conseguenza, al termine del mandato britannico (14 maggio 1948) Israele proclamò l'indipendenza e la Lega Araba, incluso il Libano, gli dichiarò la guerra, durante la quale il Libano non invase Israele ma si limitò a dare sostegno logistico all'Esercito di Liberazione Arabo. Sconfitto quest'ultimo nella Operazione Hiram, fu stipulato un armistizio fra Israele e Libano (23 marzo 1949); tuttavia (fino al 2007) non fu firmato alcun trattato di pace.

Dopo l'armistizio del 1949 il Libano non ha più partecipato militarmente ad alcun conflitto arabo-israeliano: non alla crisi di Suez (1956), né alla guerra dei sei giorni (1967), né alla guerra del Kippur (1973). Dopo il conflitto arabo-israeliano del 1948, in Libano giunsero più di 100.000 profughi palestinesi in fuga dopo la proclamazione dello Stato di Israele, mentre le risoluzioni delle Nazioni Unite non venivano applicate.

Guerra civile libanese

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Guerra civile libanese

Invasione israeliana del 1982

Nel 1982 il Paese subì una invasione israeliana, l'operazione militare "Pace in Galilea", che provocò la prima guerra israelo-libanese. Era stata voluta dal governo israeliano per sradicare dal Libano la presenza armata palestinese ma si spinse ben oltre il sud del Libano, arrivando fino a Beirut dove aveva sede l'OLP. Il 14 settembre 1982, il neo eletto presidente della Repubblica Bashir Gemayel venne uciso in un attentato esplosivo (organizzato dai Siriani) insieme a 25 persone, nella parte orientale di Beirut. L'intervento internazionale consentì di evitare un bagno di sangue e lo sgombero della dirigenza dell'OLP e di molte unità armate palestinesi. La dirigenza dell'OLP si rifugiò a Tunisi ma ciò non impedì che si perpetrassero atrocità contro la popolazione civile come la strage di Damour e il massacro nei campi-profughi di Sabra e Shatila, ghetto di Beirut, operati il primo dai profughi palestinesi del campo di Tell al-Za'tar e il secondo da unità cristiane guidate da Elie Hobeika, sotto lo sguardo distratto delle autorità militari israeliane.

Presidente della Repubblica fu eletto Amin Gemayel, fratello di Bashir. Resterà presidente fino al 1988.

Guerra dell'estate 2006

Il 12 luglio 2006, le milizie del gruppo radicale sciita Hezbollah, filo-siriane ed iraniane, attaccarono una pattuglia delle IDF in perlustrazione nei pressi del villaggio di Zar'it, uccidendo tre soldati e sequestrandone due.[25][26][27].

Israele iniziò così un'offensiva militare contro il Libano, diretta a neutralizzare il dispositivo armato di Hezbollah, Nei giorni seguenti, i bombardamenti aerei IDF abbatterono quasi totalmente ciò che il Libano si era impegnato a recuperare in dieci anni di pace: le infrastrutture moderne e i ponti vennero distrutti. Altre spedizioni aeree colpirono l'aeroporto di Beirut, i porti, le centrali elettriche e le principali vie di collegamento terrestre con la Siria, i quartieri sciiti della periferia meridionale di Beirut e diversi villaggi nel Libano meridionale, provocando molte vittime civili. Tutto ciò, secondo il governo israeliano, serviva a colpire le forze di Hezbollah.

Sul terreno le forze armate israeliane incontrarono una forte resistenza offerta dai miliziani Hezbollah, che applicando tattiche di guerriglia distrussero diversi carri israeliani Merkava, che riuscìrono ad abbattere anche elicotteri. Nonostante un'ingente appoggio di artiglieria e supporto aereo, gli israeliani in un mese riuscirono ad avanzare solo di alcuni chilometri all'interno del territorio libanese. Durante gli scontri Hezbollah lanciò migliaia di missili sul territorio israeliano, causando molte vittime fra la popolazione civile nel nord d'Israele.

L'11 agosto 2006, dopo un lungo stallo in cui non si riusciva a giungere ad una tregua tra le parti per consentire l'apertura di corridoi umanitari, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votò all'unanimità la Risoluzione 1701.[28] Il testo della risoluzione chiede l'immediata cessazione delle ostilità tra Israele e Hezbollah, il ritiro degli israeliani dal Libano, e lo schieramento dell'UNIFIL e di truppe regolari libanesi, creando una zona cuscinetto "libera da ogni personale armato che non sia quello delle Nazioni Unite e delle forze armate regolari libanesi" per 12 miglia tra la frontiera con Israele lungo il fiume Litani.

Poco prima del 14 agosto ci furono i più pesanti attacchi aerei da parte di Israele su obiettivi libanesi: ciò era dovuto al fatto che Israele sapeva dell'imminente cessate il fuoco. Il 14 agosto 2006, subito dopo l'annuncio del cessate il fuoco e la fine delle azioni militari, il governo libanese avviò il dispiegamento delle proprie forze armate lungo il confine meridionale.

Invio di truppe di pace italo-francesi nell'ambito dell'UNIFIL

Il 25 agosto 2006, il vertice dell'Unione Europea a Bruxelles stabilì l'invio di 7.000 militari europei per costituire la forza multinazionale di interposizione nel Libano meridionale (UNIFIL). Le truppe multinazionali (guidate dalla Francia, a cui è subentrata l'Italia nel febbraio 2007) secondo la R-1701 intraprenderanno inoltre azioni per assicurare che l'area operativa non sia utilizzata per attività offensive. Non avranno il compito di disarmare i Hezbollah, missione che spetterebbe alle truppe libanesi, assieme alla sorveglianza del confine con la Siria.

La crisi politica innescata dalle dimissioni dal governo Siniora di cinque ministri legati ai partiti filo-siriani Hezbollah e Amal, dovuta alle divergenze riguardanti in parte l'istituzione del Tribunale speciale per il Libano, istituito per indagare sull'assassinio di Rafiq al-Hariri, e in parte la richiesta non accolta di un rimpasto di governo che assegni maggiore potere alla componente sciita, si aggravò ulteriormente dopo l'assassinio del ministro dell'industria Pierre Amin Gemayel, avvenuto il 21 novembre 2006.

Elezione di Michel Suleiman nel 2008

Dopo gli scontri avvenuti agli inizi di Maggio 2008, una mediazione internazionale guidata dalla diplomazia del Qatar ha permesso alle fazioni politiche locali di accordarsi per l'elezione del generale Michel Suleiman alla presidenza della repubblica e per la formazione di un governo di unità nazionale, in vista delle elezioni parlamentari previste per la primavera del 2009 che si sono svolte regolarmente.

Attualmente, le componenti politiche stanno discutendo su come raggiungere un accordo nazionale che rispetti tutte le parti in causa. Per il momento regna un clima di fiducia e di collaborazione e sembra sia stata recuperata la tradizionale capacità, tipicamente libanese, di tolleranza nei confronti delle numerose confessioni religiose presenti in Libano.

Il governo israeliano ha dichiarato che riterrà responsabile il governo libanese di qualsiasi azione offensiva perpetrata nei confronti di Israele. I libanesi lo percepiscono come un minaccioso avvertimento verso azioni di gruppi terroristici libanesi come Hezbollah o altri, di cui verrà ritenuto responsabile tutto il paese, premessa di un nuovo attacco di Israele.

Ordinamento dello Stato

Il Libano è una repubblica parlamentare.

Dal punto di vista costituzionale, il Libano può essere definito una repubblica semipresidenziale perché il presidente della repubblica, per quanto non eletto direttamente dal corpo elettorale, condivide il potere esecutivo con il primo ministro, partecipando alle sedute del Consiglio dei ministri, nominando e revocando il primo ministro. Il presidente della repubblica è eletto ogni sei anni da parte dei deputati.

Il potere legislativo è affidato all'Assemblea dei deputati (Majlis al-Nuwwāb), composta da 128 deputati eletti ogni cinque anni (in precedenza, ogni quattro) mediante suffragio universale diretto. Il diritto di voto si esercita a partire dall'età di ventuno anni.

L'elemento più importante del sistema politico libanese è il confessionalismo, ossia un assetto istituzionale in cui l'appartenenza religiosa di ogni singolo cittadino diventa il principio ordinatore della rappresentanza politica e il cardine del sistema giuridico. Anche gli incarichi amministrativi sono suddivisi tra le differenti confessioni religiose secondo un meccanismo predeterminato di quote riservate in funzione del suo peso demografico e sociale.

In base a una convenzione costituzionale risalente al "patto nazionale" (al-mīthāq al-watanī) del 1943, che integra o interpreta la costituzione del 23 maggio 1926, le più alte cariche dello stato sono assegnate ai tre gruppi principali:

Gli accordi di Tā'if del 1989 non hanno modificato questo sistema, ma si sono limitati a riequilibrare i rapporti di forza tra le confessioni maggiori, endo in modo che il numero di deputati musulmani fosse pari al numero di quelli cristiani, e aumentando i poteri del primo ministro a scapito del presidente della repubblica.

Per quanto riguarda il Parlamento, i seggi in palio sono attribuiti in base sia ad un criterio geografico sia ad un criterio confessionale, attraverso una minuziosa ripartizione che cerca di riflettere gli equilibri demografici esistenti tanto a livello nazionale quanto a livello locale.

I seggi sono attribuiti attraverso un sistema proporzionale a preferenze multiple.

Politica

Il sistema politico è dominato da alleanze elettorali ad hoc, costituite mediante negoziazioni e compromessi attorno a figure di notabili locali e personalità influenti di ciascun collegio elettorale. Queste liste non hanno una base ideologica e spesso non risultano nella formazione di gruppi parlamentari ben identificabili.

Anche le formazioni più strutturate, come HizbAllah, Amal, le Forze Libanesi e il Partito Progressista Socialista, evitano di schierare liste di partito, preferendo partecipare a coalizioni allargate. Fa eccezione il neonato Partito Verde che ha preferito cercare un patto ecologico con le diverse forze politiche piuttosto che schierarsi nella battaglia elettorale [29].

Suddivisioni amministrative

La Repubblica del Libano è divisa in sei governatorati (muhāfaza), a loro volta divisi in 25 distretti (qadā'). L'unita amministrativa minima è il municipio (baladiyya).

  • Governatorato della Beqa' (capoluogo Zahle)
    • Distretto di Hermel (Hermel)
    • Distretto di Baalbek (città storica di Baalbek, nota anche come "Heliopoli")
    • Distretto di Zahle (Zahle)
    • Distretto di Bekaa Ovest (Joub Jannine)
    • Distretto di Rashaya (Rashaya)
  • Governatorato del Monte Libano (capoluogo Baabda)
    • Distretto di Jbeil (Jbeil, l'antica Biblo)
    • Distretto di Kisrawan (Jounieh)
    • Distretto di Metn (Jdaidet El Matn)
    • Distretto di Baabda (Baabda)
    • Distretto di Aley (Aley)
    • Distretto di Chouf (Beiteddine)
La valle di Qadisha
  • Governatorato del Nord Libano (capoluogo Tripoli)
    • Distretto di Akkar (Halba)
    • Distretto di Miniye e Dinniye (Minieh)
    • Distretto di Tripoli (Tripoli)
    • Distretto di Zgharta (Zgharta)
    • Distretto di Bsharre (Bsharre)
    • Distretto di Koura (Koura)
    • Distretto di Batrun (Batrun)
  • Governatorato di Nabatiye (capoluogo Nabatiye)
    • Distretto di Nabatiye (Nabatye)
    • Distretto di Marjuyun (Marjayoun)
    • Distretto di Hasbaya (Hasbaya)
    • Distretto di Bent Jbail (Bent Jbail)

Economia

Moneta: Lira libanese (100 piastre)

Il Libano ha una lunga tradizione di politiche economiche basate sulla concorrenza e il libero scambio, che prevedono una rigorosa applicazione del segreto bancario, anche se recentemente è stato approvato un testo di legge contro il riciclaggio di denaro, e l'assenza di restrizioni riguardanti i movimenti di capitale e gli investimenti diretti dall'estero.

La guerra civile (1975-1990) ha danneggiato seriamente le infrastrutture del paese, ma non ne ha intaccato il ruolo e la reputazione di hub regionale dei servizi bancari, finanziari e assicurativi.

Nella prima metà degli anni novanta la ripresa economica, per quanto eccessivamente focalizzata sulla ricostruzione della capitale e sulle grandi opere, è stata favorita da un settore bancario finanziariamente solido e da un sistema di piccole e medie imprese dotate di grandi capacità di recupero, oltre che dalle rimesse provenienti dai libanesi residenti all'estero.

Tra il 2000 e il 2005 la crescita si è attestata su tassi prossimi allo zero (0.5% nel 2005), mentre il debito pubblico, cresciuto a dismisura negli anni del conflitto, è giunto nel 2005 al 200.7% del PIL. L'indice dei prezzi al consumo è ora sotto controllo, con un livello del 2.4% nel 2005, mentre il tasso di disoccupazione viene stimato intorno al 18% della forza lavoro.

L'Italia è il primo partner commerciale del Libano[30] e contribuisce all'11.2% delle importazioni complessive del Paese.

Cultura

Il Libano è stato per millenni un punto di incontro tra civiltà differenti ed è abitato da diciotto confessioni religiose, ciascuna dotata di identità distinta, ed offre, di conseguenza, un panorama culturale straordinariamente ricco e stratificato.

L'UNESCO ha riconosciuto cinque siti libanesi come patrimonio mondiale dell'umanità: Anjar, Baalbek, Byblos, Tiro e la valle di Qadisha.

Tra gli scrittori libanesi si ricordano Ali Ahmed Said, Hoda Barakat, Elias Khoury, Rashid Daif, Georges Schehadé e Samir Kassir.

Numerosi festival sono organizzati durante il periodo estivo, spesso all'interno di monumenti e siti archeologici. Il programma di questi festival comprende generalmente un mix di spettacoli teatrali, opera lirica, musical, concerti di musica classica e musica pop. I festival più importanti si svolgono a Baalbek, Beiteddine e Byblos.

Provengono dal Libano numerosi interpreti della musica araba contemporanea. Oltre ad artisti come Fairouz, celebre per la sua estensione vocale, lo spirito patriottico e le sue canzoni d'amore, e Marcel Khalife, noto per il suo impegno politico e come interprete di oud, uno strumento tradizionale simile al liuto, la nuova generazione dei cantanti di musica pop comprende nomi famosi in tutto il mondo arabo, come Nancy Ajram, Haifa Wehbe, Nawal Al Zoghbi, Elissa, Ragheb Alama e il cantante anglo-libanese Mika.

Sistema scolastico

Il Libano è considerato il paese con la più alta percentuale di alfabetizzazione nel mondo arabo e nella regione del Medio Oriente: l’86% della popolazione. Poiché il Libano non ha risorse naturali, cioè materie prime, le risorse umane sono le più importanti per il paese.

Il governo dedica al sistema scolastico molte risorse, investendo più del 15% delle entrate statali. In particolare, negli ultimi anni è attivo un grande progetto per introdurre le tecnologie dell’informazione nelle scuole pubbliche.

In Libano, l’età dell'obbligo scolastico è ancora 11 anni. Il sistema scolastico era basato sul baccalauréat francese, ma vari cambiamenti sono stati adottati. Ci sono due tipi di scuole, quelle private e quelle pubbliche. Lo studente deve imparare la lingua araba come lingua madre e può scegliere di imparare la lingua inglese o la lingua francese come prima lingua straniera. Inoltre, può scegliere una terza lingua come seconda lingua straniera.

Nonostante le similitudini fra i sistemi scolastici libanese ed italiano, l’età dell’obbligo, la struttura scolastica come il calendario scolastico, il sistema dei voti e i temi trattati nei curricula scolastici dei due paesi sono diversi.

Il Libano ospita numerose università, che seguono perlopiù il sistema accademico statunitense e offrono titoli di studio riconosciuti dagli atenei degli Stati Uniti. Tra le università più importanti spiccano, per prestigio, numero di iscritti, varietà di corsi e credibilità accademica, la American University of Beirut, fondata da missionari protestanti americani nell'ottobre 1866, l'Université Saint-Joseph, fondata dai padri gesuiti nel 1875, la Lebanese American University e l'Université Libanaise, che è l'unico ateneo statale del Paese.

Tutela dell'ambiente

Durante gli anni della guerra civile, l'ecosistema libanese ha subito danni molto ingenti. Alcune foreste furono abbattute o bruciate dai frequenti incendi provocati dalle bombe e la distruzione dei servizi ha comportato la dispersione di rifiuti solidi e liquidi.

Finita la guerra, i fondi vennero utilizzati per la ricostruzione di strade, città e attività, perciò il problema della tutela ambientale passò in secondo piano. Questo ha portato in alcune zone ad un'edilizia incontrollata e ad altri gravi reati, come il pompaggio nel sottosuolo di liquidi pericolosi.

Cedri sotto la neve nella Foresta dei cedri di Dio.

Attualmente nel Libano esiste la carica di ministro dell'ambiente, a dimostrazione di una certa sensibilità per le tematiche ambientali. Esistono anche diverse ONG che tutelano l'ambiente o stanno sensibilizando gli abitanti.

Aree protette

Le zone protette più importati del Libano sono:

  • Riserva naturale dei cedri dello Shuf
  • Riserva di Horsh Eden
  • Riserva delle foreste di Tannourine
  • Riserva delle coste di Tiro
  • Riserva delle Isole delle Palme
  • Palude di Aamiq
Voci correlate
Note
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  24. La composizione confessionale era: 6 sunniti, 5 sciiti, 2 drusi, 10 maroniti, 5 ortodossi, 1 greco-cattolico, 1 altre minoranze (armeni).
  25. Sulla vicenda si sono susseguite versioni discordanti relativamente al luogo esatto dell'incidente Da parte israeliana si è parlato di sconfinamento degli Hezbollah.
  26. GlobalResearch.ca:Who Really Started the War Against Lebanon?
  27. Secondo un documento dell'UNIFIL, «New hostilities on the Israeli-Lebanese border started on 12 July 2006 when Hizbollah launched several rockets from Lebanese territory across the Blue Line towards IDF positions near the coast and in the area of the Israeli town of Zarit. In parallel, Hizbollah fighters crossed the Blue Line into Israel, attacked an Israeli patrol and captured two Israeli soldiers, killed three others and wounded two more. The captured soldiers were taken into Lebanon. [...] Israel retaliated by ground, air and sea attacks. In addition to air strikes on Hizbollah positions, the IDF targeted numerous roads and bridges in southern Lebanon, within and outside the UNIFIL area of operations.»
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Collegamenti esterni

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