Erode il Grande: differenze tra le versioni

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Il racconto non compare in altri vangeli canonici. Nel ''Vangelo secondo Luca'', ad un mese circa dalla nascita, [[Gesù]] è portato al tempio e poi la famiglia ritorna a [[Nazaret]].<ref>Vangelo secondo Luca, {{passo biblico|Lc|2,21-39}}</ref>
 
== Erode secondo le fonti non cristiane ==
Le principali fonti documentali non cristiane su Erode il Grande sono le opere [[Guerra Giudaica (libro)|Guerra Giudaica]] ([[75]] d.C.) e [[Antichità Giudaiche]] ([[93]]-[[94]] d.C.), entrambe dello storico ebraico [[Flavio Giuseppe]]. Questi attinge le notizie dagli scritti perduti di Nicola di Damasco, ministro di Erode. Flavio Giuseppe cita anche un libro autobiografico di Memorie, scritte da Erode<ref> Ant.giud., XV, 174</ref>, ma non si sa se abbia potuto consultarle direttamente.
 
Le vicende personali, politiche e militari di Erode il Grande sono narrate nel Libro I, cap. 10-33, della Guerra Giudaica e nei Libri XIV, XV, XVI, XVII delle Antichità giudaiche.
 
Gli avvenimenti narrati da Matteo non sono riportati da Giuseppe Flavio, ma non sono affatto inverosimili, se rapportati al carattere sospettoso e sanguinario del sovrano ed alla quantità impressionante di delitti da lui orditi durante la vita.
 
In assoluta coerenza con il quadro che emerge dai Vangeli, Giuseppe Flavio descrive Erode in questi termini:
 
*Fu uomo ugualmente crudele verso tutti, facile all'ira, incurante della giustizia.<ref>Ant.giud., XVII, 191</ref>
 
*Favorito quant'altri mai dalla fortuna: da uomo comune quale era, fu fatto re, passò attraverso pericoli innumerevoli, si ingegnò per superarli tutti, e visse fino a un'età molto avanzata. Negli affari domestici e nelle relazioni con i figli, almeno a suo modo di vedere godette una grande fortuna in quanto non andò bene per quelli che egli considerò suoi nemici: ma a mio modo di vedere fu totalmente sventurato.<ref>Ant.giud., XVII, 192</ref>
 
Lo scrittore romano Macrobio, vissuto nel [[V secolo]], riporta un motto di Augusto, mettendolo arbitrariamente in relazione con la strage degli innocenti, nella quale ipotizza la morte di un figlio di Erode di soli due anni di età:
 
{{quote|(Augustus) cum audisset inter pueros quos in Syria Herodes rex Judaeorum intra bimatum iussit interfici filium quoque eius occisum, ait: Melius est Herodis porcum esse quam filium.|Saturnal., II, 4, 11}}
 
In realtà la battuta di Augusto ("Meglio essere un maiale di Erode che un figlio") è probabilmente autentica, ma riferita all’uccisione dei due figli di Erode, Alessandro ed Aristobulo, ordinata dal padre per il sospetto che tramassero contro di lui per sottrargli il trono.
Ottaviano ironizza sul fatto che Erode, in quanto giudaizzato, non poteva mangiare carne di maiale e quindi non ne ammazzava, mentre non si faceva alcuno scupolo nei riguardi dei suoi stessi figli.
Macrobio forse fu tratto in inganno dal fatto che questi eventi risalgono al [[7 a.C.]], uno degli anni in cui è possibile collocare la strage degli innocenti.
 
Talvolta si assiste a qualche maldestro tentativo di riabilitare la figura di Erode, soprattutto in funzione polemica contro i Vangeli, ma le efferatezze compiute dal re furono talmente tante e ben documentate che tale operazione è semplicemente assurda.
 
I delitti più eclatanti di Erode<ref>Tratto da [[Giuseppe Ricciotti]] - Vita di Gesù Cristo, [[1941]] - par. 9)</ref>:
* Nel [[37 a.C.]], appena conquistata Gerusalemme con l'aiuto delle legioni romane, Erode vi mise a morte quarantacinque partigiani del suo rivale, l'asmoneo Antigono, e molti membri del Sinedrio
* Nel [[35 a.C.]] fece affogare in una piscina di Gerico suo cognato Aristobulo, che egli stesso aveva eletto poco prima sommo sacerdote, sebbene fosse sedicenne, e che era fratello della sua prediletta moglie Mariamme.
* Nel [[34]] fece uccidere Giuseppe, che era insieme suo zio e suo cognato avendo sposato Salome sorella di Erode.
* Nel [[29 a.C.]] commise il suo delitto più tragico, che ricorda sotto vari aspetti l'uxoricidio di Otello. In quest'anno Erode, per semplici calunnie ordite in corte, uccide l'asmonea Mariamme sua moglie, di cui è perdutamente innamorato. Appena eseguita la sentenza, Erode sta per impazzire dal dolore e ordina ai servi di palazzo di chiamare ad alta voce la morta, come se fosse ancora viva.
* Pochi mesi dopo fa uccidere anche la suocera Alessandra, madre della morta Mariamme.
* Verso il [[25 a.C.]] fece uccidere suo cognato Kostobar, nuovo marito di sua sorella Salome, e alcuni partigiani degli Asmonei.
* Dalla prediletta Mariamme erano nati ad Erode alcuni figli, da lui prediletti in ricordo della loro madre, e due di essi, Alessandro ed Aristobulo, furono inviati da lui per educazione a Roma, ove trovarono benevola accoglienza nella corte di Augusto. Ma, tornati che furono a Gerusalemme, Erode uccise anche costoro, sebbene Augusto da Roma facesse di tutto per salvarli.
* Insieme con Alessandro ed Aristobulo, Erode fece uccidere a furia di popolo trecento ufficiali, accusati di parteggiare per i due giovani.
* Nel [[4 a.C.]], soltanto cinque giorni prima della morte, fece uccidere un altro suo figlio, il primogenito Antipatro, ch'egli già aveva designato erede al trono: di questa morte fu così soddisfatto che, sebbene si trovasse in condizioni disperate di salute, sembrò riaversi e migliorare.
* Quando poi fu proprio agli estremi, volle concludere la propria vita con un atto che ne fu un degno riassunto. Egli prevedeva che la sua morte avrebbe prodotto vivissimo giubilo fra i suoi sudditi, mentre desiderava molto d'essere accompagnato alla tomba fra abbondanti lacrime. A tale scopo chiamò da tutte le parti del regno a Gerico, ove giaceva ammalato, molti insigni Giudei, e giunti che furono li fece rinchiudere nell'ippodromo, raccomandando ansiosamente ai suoi familiari che subito dopo la sua morte se ne facesse macello là dentro all'ippodromo: così le desiderate lacrime per i suoi funerali sarebbero state assicurate, almeno da parte delle famiglie degli uccisi. Veramente qualche studioso moderno ha sospettato falsa questa notizia, ma in favore della sua esattezza sta la perfetta corrispondenza tra l'abituale «eroismo» di crudeltà dimostrato dall'uomo in tutta la sua vita, e questo straordinario «eroismo» riserbato per il punto di morte.
 
[[Giuseppe Ricciotti]] affronta anche il problema del perché la strage degli innocenti non sia stata registrata da Flavio Giuseppe al pari degli altri misfatti. Secondo l'esegeta, se anche lo storico ebreo avesse trovato nei documenti usati come fonte la notizia dell’eccidio (cosa nient’affatto certa), difficilmente avrebbe reputato interessante soffermarsi dinanzi a un gruppetto di insignificanti figli di pastori, dato che la biografia di Erode era già abbondantemente costellata di vittime illustri. Si badi che Ricciotti stima realisticamente in circa 20-25 il numero dei bambini trucidati a Betlemme e dintorni.<ref> Giuseppe Ricciotti - Vita di Gesù Cristo - 1941; par. 257.</ref>
 
Sulla storicità dell’episodio pesa il dubbio di un comportamento poco astuto da parte di Erode, che avrebbe potuto ottenere un miglior risultato mettendo alle costole dei Magi delle spie o dei sicari. Non è detto che questo non sia avvenuto, che essi abbiano fallito e che l’evangelista non ne sia mai venuto a conoscenza.
 
== Archeologia ==
Del regno di Erode il Grande ci sono pervenute parecchie monete. In esse, in ossequio alle norme della religione ebraica, non sono raffigurati esseri animati, ma non mancano simboli pagani ellenizzanti (es. un tripode sacrificale con la scritta "del re Erode" entro un cerchio di perline o l’elmo dei Dioscuri).
 
Erode fu un grande costruttore: la sua opera più prestigiosa fu la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, ma a lui si devono anche la Fortezza Antonia, Masada e l’Herodium, che ospitò la sua tomba.
 
Il complesso monumentale dell’Herodium è l’unico oggi noto che porti il suo nome. Constava di una collina artificiale posta circa 12 km a sud di Gerusalemme, sulla quale Erode fece costruire un palazzo fortificato, inclusivo del proprio mausoleo.
Flavio Giuseppe scrive:
{{quote|Dopo aver così eternata la memoria dei parenti e degli amici, non trascurò di lasciare ricordi di sé, ma eresse sui monti al confine con l'Arabia una fortezza chiamandola dal suo nome Erodio, e lo stesso nome diede a un colle artificiale a forma di mammella innalzato alla distanza di sessanta stadi da Gerusalemme e abbellito con più grandiosa munificenza.|Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica Libro I, 419-421 - 21, 10}}
 
{{quote|Racchiuse infatti la parte più elevata entro una cerchia di torri rotonde e riempì l'area così delimitata con alcuni maestosi palazzi che non solo costituivano uno spettacolo stupendo negli interni, ma anche all'esterno sui muri, sulle merlature e sui tetti vi era profusa una copiosa ricchezza. Con enormi spese vi portò l'acqua in grande quantità e costruì uno scalone di accesso di duecento scalini di marmo bianchissimo; infatti il colle era abbastanza alto, nonostante fosse stato creato artificialmente.|Libro I:420}}
 
{{quote|Anche sulle pendici costruì altri palazzi per accogliere le sue cose e i suoi amici, sì che quell'impianto sembrava una città perché era fornito di tutto, mentre per la sua dimensione era una reggia.|Libro I:421}}
 
L’Herodium era indicato come sede del sepolcro di Erode già dagli scritti di Flavio Giuseppe>ref>Guerra Giud., I, 673</ref>, ma la tomba fu scoperta solo nel [[2007]], dopo più di trent’anni di ricerche.
 
L’[[8 maggio]] [[2007]+, il professor Ehud Netzer dell' Istituto di archeologia dell'Università ebraica di Gerusalemme annunciò il ritrovamento del sepolcro. Questo non si trovava, come creduto per molto tempo, alle pendici della struttura, ma in una posizione più elevata, sul fianco della collina.
La camera sepolcrale, ampia 10 metri per 10, era accessibile tramite una scalinata larga 6,5 m. Il sarcofago, originariamente lungo 2,5 m, era realizzato in calcare rossiccio di Gerusalemme e decorato con bassorilievi a forma di rosette. Fu trovato completamente fatto a pezzi, senza dubbio deliberatamente. Gli studiosi ritengono che la distruzione del monumento ed il saccheggio dei reperti in esso contenuti (tra cui la corona e lo scettro del sovrano) siano avvenuti in occasione della Prima Guerra Giudaica ([[66]]-[[72]] d.C.), ad opera di ebrei ribelli che detestavano Erode in quanto, de facto, suddito dei Romani.
 
== Dinastia Erodiana ==

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