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[[San Tommaso d'Aquino|San Tommaso]] collega l'autocoscienza divina di Gesù alla sua visione beatifica. Egli inizia il ragionamento contestando l'opinione espressa nella ''Summa Sententiarum''<ref>Tale opera fu attribuita per lungo tempo a [[Ugo di San Vittore]] (†[[1140]]).</ref>, nella quale si afferma: "Bisogna dire senza esitazioni che, in [[Cristo]], non vi è altra scienza fuori della scienza divina"<ref>I, 16; [[PL]] 176, col. 74.</ref>.
In aperta opposizione con la ''Summa Sententiarum'', Tommaso afferma che, se in Cristo non vi fosse altra conoscenza che la scienza propriamente divina, egli non potrebbe conoscere [[nulla]] assolutamente<ref>''[[Summa
Alla domanda sul "come?", Tommaso risponde: "Grazie alla [[visione beatifica]]", quella visione cioè di cui godono gli [[eletto|eletti]] nel [[cielo]], e che Gesù possiede già su questa terra. Attraverso tale "scienza di [[visione]], Gesù vede Dio, la sua [[unità di Dio|unità]], la [[Trinità]] delle Persone divine, e vede se stesso unito alla seconda Persona della Trinità nell'unità di una sola Persona<ref>III, q. 10, a. 4, ''corp.''</ref>.
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