Gerusalemme: differenze tra le versioni

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Nella storia di Gerusalemme un momento particolarmente cruciale è rappresentato dalla conquista [[babilonese]] nel [[587 a.C.]]. Il [[Secondo Libro dei Re]] conserva ancora la drammatica narrazione: "Il settimo giorno del quinto mese era l'anno decimonono del re [[Nabucodònosor]] re di [[Babilonia]] Nabuzardàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme, bruciò il tempio, la reggia e tutte le case di Gerusalemme, dando alle fiamme tutte le case di lusso" (2Re 22,8-9). Da questo momento Gerusalemme declina: la deportazione degli strati più abbienti della popolazione, le distruzioni subite, fanno precipitare la città in una desolazione che i testi profetici rivelano. Il piccolo [[Libro delle Lamentazioni]], attribuite al profeta [[Geremia]], descrive la situazione in cui Gerusalemme si è venuta a trovare: "Ah! come sta solitaria la città un tempo ricca di popolo! E' divenuta come una vedova, la grande fra le nazioni; un tempo signora tra le province è sottoposta a tributo" (Lam 1,1). Anche alcuni [[salmi]] registrano queste cose e ne fanno oggetto di [[preghiera]]: "O Dio, nella tua eredità sono entrate le nazioni, hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto in macerie Gerusalemme" (Sal 78,1).
 
Nel [[538 a.C.]] i primi deportati tornano a Gerusalemme. Inizia il cammino di ricostruzione tra molte difficoltà che ci sono narrate nel [[Libro di Esdra]] e nel [[Libro di Neemia]]. Per primo viene ricostruito il Tempio; nel [[520 a.C.]] esso è pronto anche se il suo splendore architettonico è ben lontano da quello del tempio salomonico: "Si terminò la costruzione di questo tempio il giorno tre del mese di [[Adar]] nell'anno sesto del regno didel re [[Dario]]. Allora gli Israeliti, i [[sacerdote|sacerdoti]], i [[levita|leviti]] e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la [[dedicazione]] di questa casa di Dio" (Esd 6,15-16).
 
Nonostante questo indubitabile successo , i problemi restavano. Diversi anni dopo viene portato a [[Neemia]], un ebreo che vive a [[Susa]] presso la corte reale del re di [[Persia]], questo annunzio: "I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in grande miseria e abbattimento; le mura di Gerusalemme restano piene di brecce e le sue porte consumate dal fuoco" (Ne 1,3). Con il permesso del re [[Artaserse]] egli parte per Gerusalemme e la situazione che trova è drammatica. Egli stesso se ne rende conto in un giro che percorre con pochi uomini nella notte:
 
 
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