Gerusalemme: differenze tra le versioni

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La città continua ad ingrandirsi con il figlio di davide, [[Salomone]]: il regno costruito da Davide raggiunge infatti la sua massima espansione e necessita perciò di una capitale adeguata. In particolar modo Salomone costruisce il [[Tempio]] in cui collocare in modo degno l'Arca. L'area su cui viene edificato questo tempio era l'antico monte Sion che già Davide aveva acquisito da [[Arauna]] il Gebuseo, secondo quanto narra 2Sam 2,18-25. A questo luogo veniva anche legato il ricordo di [[Abramo]] perché qui veniva identificato il [[Monte Moria]], anche se questa identificazione risale ad una fonte più tarda: "Salomone cominciò a costruire il tempio del Signore in Gerusalemme sul monte Moria dove il Signore era apparso a davide suo padre, nel luogo preparato da Davide sull'aia di [[Ornan]] il Gebuseo" (2Cr 3,1). insieme con il Tempio Salomone costruì anche tutto quello che poteva essere necessario per la presenza della corte: la reggia, il cosiddetto "palazzo detto [[Foresta del Libano]]", che probabilmente serviva come deposito delle armi.
[[File:Gerusalemme - Panorama dal Monte degli Olivi.jpg|thumb|right|200px400px|Gerusalemme - Panorama dal Monte degli Olivi]]
 
La storia successiva di Gerusalemme coincide con quella del regno di Giuda che, alla morte di Salomone, si costituisce per la divisione del regno di Israele. Gerusalemme subisce alcune invasioni, ma nonostante questo continua ad estendersi.
Nel [[538 a.C.]] i primi deportati tornano a Gerusalemme. Inizia il cammino di ricostruzione tra molte difficoltà che ci sono narrate nel [[Libro di Esdra]] e nel [[Libro di Neemia]]. Per primo viene ricostruito il Tempio; nel [[520 a.C.]] esso è pronto anche se il suo splendore architettonico è ben lontano da quello del tempio salomonico: "Si terminò la costruzione di questo tempio il giorno tre del mese di [[Adar]] nell'anno sesto del regno del re [[Dario]]. Allora gli Israeliti, i [[sacerdote|sacerdoti]], i [[levita|leviti]] e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la [[dedicazione]] di questa casa di Dio" (Esd 6,15-16).
 
Nonostante questo indubitabile successo , i problemi restavano. Diversi anni dopo viene portato a [[Neemia]], un ebreo che vive a [[Susa]] presso la corte reale del re di [[Persia]], questo annunzio: "I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in grande miseria e abbattimento; le mura di Gerusalemme restano piene di brecce e le sue porte consumate dal fuoco" (Ne 1,3). Con il permesso del re [[Artaserse]] egli parte per Gerusalemme e la situazione che trova è drammatica. Egli stesso se ne rende conto in un giro che percorre con pochi uomini nella notte: "Poi mi alzai di notte e presi con me pochi uomini senza dir nulla ad alcuno di quello che Dio mi aveva messo in cuore di fare per Gerusalemme e senza aver giumento oltre quello che io cavalcavo. Uscii di notte per la porta della valle e andai verso la fonte del drago e alla porta del letame, osservando le mura di Gerusalemme, come erano piene di brecce e come le sue porte erano consumate dal fuoco. Mi spinsi verso la porta della fonte e la piscina del re, ma non vi era posto per cui potesse passare il giumento che cavalcavo. Allora risalii di notte la valle, sempre osservando le mura; poi, rientrato per la porta della valle, tornai a casa" (Ne 2,12-15).
 
Sotto la guida di Neemia la ricostruzione procede rapida, anche se non mancano le difficoltà.
 
La storia successiva di Gerusalemme ha un momento di sviluppo e cambiamento quano questa città entra nell'orbita greca
 
 
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