Libri dei Re: differenze tra le versioni

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È verosimile che una prima redazione deuteronomista sia stata fatta prima dell’[[esilio]], prima della morte di Giosia a [[Meghiddo]] nel [[609 a.C.]], e la lode assegnata a questo re (Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|23}},{{passo biblico|2Re|25}}, eccetto le ultime parole) sarebbe la conclusione dell’opera primitiva. Una seconda edizione, egualmente deuteronomista, sarebbe stata elaborata durante l’esilio, dopo il [[562 a.C.]] se le si attribuisce anche la fine attuale del libro (Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|25,22-30}}), un po’ prima se la si fa terminare col racconto della seconda [[deportazione]] (Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|25,21}}) che ha il tono di una conclusione. Si ebbero poi anche altre aggiunte, durante e dopo l’esilio.
 
I Libri dei Re devono essere letti nello spirito con cui sono stati scritti, come una storia di [[salvezza]]: l’ingratitudine del [[popolo eletto]], la rovina successiva delle due frazioni della nazione sembrano mettere in scacco il piano di Dio; ma c’è sempre, a salvare l’avvenire, un gruppo di fedeli che non hanno piegato il ginocchio davanti a [[Baal]], un resto di [[Sion]] che si mantiene fedele all’alleanza. La stabilità delle risoluzioni divine si manifesta nella sorprendente permanenza della discendenza davidica, depositaria delle promesse [[Messia|messianiche]], e il libro, nella sua forma ultima, si chiude con la grazia fatta a [[Joiachìn]], come con l’aurora di una redenzione.
 
== Bibliografia ==

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