Croce: differenze tra le versioni

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La '''Croce''' è il simbolo [[Cristianità|cristiano]] più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo. È una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per la tortura e l'esecuzione capitale tramite [[Crocifissione]]<ref>La croce utilizzata dai romani era costituita da un palo orizzontale (chiamato ''patibulum''), che ogni condannato doveva portare sino al luogo della crocifissione, e da un palo verticale infisso permanentemente nel suolo (''stipes''). Talvolta si utilizzava come ''stipes'' un semplice albero. Queste caratteristiche compaiono ad esempio in numerose commedie di Plauto](cfr. ''Persa'' 295, ''Miles gloriosus'' 359-360, ''Mostellaria'' 55-57 e 359-360, ''Carbonaria'' fr.2) o in testi di Dionigi d'Alicarnasso, Seneca, Giustino e altri ancora. Dionigi, in particolare, descrive la punizione di uno schiavo le cui mani erano inchiodate al patibolo (del peso verosimilmente di almeno mezzo quintale)e poi era costretto con le frustate a trascinarsi fino al luogo dell'esecuzione (''Antichità Romane'', 7.69, 1-2). </ref>, il supplizio che secondo i [[Vangeli]] e la tradizione è stato inflitto a [[Gesù Cristo]].
 
[[Immagine:Christian_cross svg.pngsvg|thumb|right|150px|La tradizionale forma della croce nel cristianesimo occidentale o [[Croce latina]].]]
 
Per i cristiani la croce costituisce:
[[Immagine:Christian_cross svg.png|thumb|right|150px|La tradizionale forma della croce nel cristianesimo occidentale o [[Croce latina]].]]
*un ricordo della [[Passione di Gesù|Passione]], [[Morte di Gesù|Morte]] e [[Risurrezione di Gesù|Risurrezione]] di Gesù;
*un monito dell'invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando pazientemente anche la sofferenza<ref>Cfr. Luca 14, 27 ("Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo") e l'analogo testo di Marco 8, 34.</ref>.

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