Ponzio Pilato: differenze tra le versioni

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Nel [[1971]] fu scoperta una Storia universale scritta in Siria nel [[X secolo]] dal [[vescovo]] cristiano [[Agapio di Ierapoli]] (in Frigia, Asia Minore), che riporta una traduzione araba del Testimonium:
{{quote|Similmente dice Giuseppe l’ebreo, poiché egli racconta nei trattati che ha scritto sul governo dei Giudei: “Ci"Ci fu verso quel tempo un uomo saggio che era chiamato Gesù, che dimostrava una buona condotta di vita ed era considerato virtuoso (o: dotto), e aveva come allievi molta gente dei Giudei e degli altri popoli. Pilato lo condannò alla crocifissione e alla morte, ma coloro che erano stati suoi discepoli non rinunciarono al suo discepolato (o: dottrina) e raccontarono che egli era loro apparso tre giorni dopo la crocifissione ed era vivo, ed era probabilmente il Cristo del quale i profeti hanno detto meraviglie|Traduzione tratta da J. Maier, Gesù Cristo e il cristianesimo nella tradizione giudaica antica, Brescia, [[1994]], p. 65}}
Il testo è privo di quelle affermazioni cristiane contestate dai critici nella versione greca tramandataci ed è perfettamente compatibile con quello che doveva essere il pensiero di Giuseppe Flavio. Dato che è impensabile che il vescovo Agapio abbia volutamente modificato in senso minimizzante il brano di Giuseppe nei confronti di Gesù, non possiamo che dedurne che egli disponesse di una versione del Testimonium più simile all’originale e ancora priva di interpolazioni.
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