Origine della religione: differenze tra le versioni

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===Religione come "a priori"===
Il teologo protestante tedesco [[Rudolf Otto]] (1896-1937) nel suo testo intitolato ''Il sacro'' (1917)<ref>Otto, R. (1917). ''Das Heilige. Über das Irrationale in der Idee des Göttlichen und sein Verhältnis zum Rationalen''. Trewendt und Granier, Breslau.</ref> afferma che il sacro, al centro delle esperienze religiose, è allo stesso tempo affascinante (''fascinans'') e tremendo (''tremendum''), e che non è riconducile ad altri fenomeni. Anche l'antropologo austro-americano [[Robert Harry Lowie]] (1883-1957) sottolinea le caratteristiche emotivamente ambivalenti del sacro: "Stupore e timore; la sua fonte risiede nel soprannaturale, straordinario, inespicabile, sacro, santo, divino".<ref>Lowie, R. (1925). ''Primitive Religion'', xvi, cit. da Evans-Pritchard (1965: 90-91).</ref>
 
La considerazione del sacro come "a priori", non riducibile ad altro, è elemento caratteristico della cosiddetta [[fenomenologia della religione]], che si occupa di esaminare e comparare le manifestazioni del sacro nelle varie culture, regioni ed epoche. Principale esponente di questa scuola è il filosofo di origine rumena [[Mircea Eliade]] (1907-1986).
Anche l'antropologo austro-americano [[Robert Harry Lowie]] (1883-1957) sottolinea le caratteristiche emotivamente ambivalenti del sacro: "Stupore e timore; la sua fonte risiede nel soprannaturale, straordinario, inespicabile, sacro, santo, divino".<ref>Lowie, R. (1925). ''Primitive Religion'', xvi, cit. da Evans-Pritchard (1965: 90-91).</ref>
 
Lo psicologo svizzero [[Carl Gustav Jung]] (1875-1961), discepolo di Freud e fondatore della cosiddetta psicologia analitica o psicologia del profondo, ha affermato<ref>Cf. in particolare ''Psychology and Religion'' (1937), raccolta di lezioni tenute alla Yale University, e ''Antwort auf Hiob'', ''Risposta a Giobbe'' (1952).</ref> che la religione deriva dall'inconscio collettivo degli uomini. Dio è un archetipo, cioè un simbolo universale, condiviso e innato a tutti gli uomini. La sua concezione neutrale della religione ha portato diversi pensatori confessionali a considerare il sistema psicologico di Jung come utile e compatibile con l'antropologia religiosa. In realtà, la valorizzazione della religione contro il pessimismo freudiano "si è spinta troppo in là e prefigura una religiosità completamente assorbita nella dimensione soggettiva individuale [...]. Egli si espone davvero alla critica di psicologismo e soggettivismo [...]. Dio è tendenzialmente ridotto, nel discorso junghiano, a un fattore psichico [...]. La 'teoria degli archetipi' non ha base empirica inconfutabile, risulta piuttosto da intuizioni, correlazioni, analogie che, come tali, non possono dimostrare quanto propongono".<ref>Ciotti, Diana (2005: 49-50).</ref>
Il [[comportamentismo americano]],<ref>Ciotti, Diana (2005: 32-35).</ref> che raccoglie spunti dal pragmatismo statunitense e dal positivismo ottocentesco, non affronta (come per tutti gli altri fenomeni mentali esaminati) il problema dell'origine e della natura del religioso ma si limita a valutarne gli effetti. [[John Broadus Watson]] (1878-1958), fondatore del comportamentismo, non affronta con sistematicità l'argomento religioso, ma si sofferma sulla critica alle istituzioni e alle figure sacre, che a suo dire usano la religione per mantenere e rafforzare il proprio potere sulle persone. Lo stesso giudizio negativo è presente nel pensiero del comportamentista statunitense [[Burrhus Frederic Skinner]] (1904-1990). La fede deriva dall'educazione e dai condizionamenti subiti dall'individuo, e auspica una società dove riti e credenze religiose sono sostituiti da ragione e scienza. Lo psicologo canadese [[Albert Bandura]] (n. 1925), che raccoglie e integra nel proprio pensiero alcuni elementi del comportamentismo, non si è occupato in maniera organica e sistematica della religione. Per Bandura l'apprendimento degli elementi culturali (tra i quali può essere collocata la religione) deriva prevalentemente dall'imitazione di comportamenti altrui, che possono essere rinforzati da processi personali e sociali.
 
===Psicologia umanistica===
Con [[psicologia umanistica]] (o umanista) si intende una variegata corrente di teorie e pensatori, prevalentemente statunitensi, accomunati dalla centralità posta sull'individuo e sulla piena realizzazione delle proprie risorse e capacità. I pensatori inclusi in questa scuola sono Fromm, Maslow, Allport, Rogers, May, Frankl.
 
Tra questi, l'autore che si è fatto maggiormente conoscere a livello divulgativo è lo psicanalista statunitense di origini tedesche [[Erich Pinchas Fromm]] (1900-1980). Nel suo ''Psicanalisi e religione'' (1950) distingue due tipi di religione, quella autoritaria e quella umanistica. La religione autoritaria tende a sottomettere il fedele, a creare sensi di colpa, timore, depersonalizzazione e sottomissione di fronte al mistero. La religione umanistica invece, in un'ottica dicotomica e manichea che può apparire ingenua, è caratterizzata da amore, accoglienza, tolleranza, libertà, e permette all'individuo di crescere e svilupparsi. In questa seconda accezione di religione va inteso e compreso Dio: "Dio è l'immagine della parte più alta dell'io, il simbolo di ciò che l'uomo è in potenza e potrebbe e dovrebbe diventare" (ib. 46). La religione per Fromm è in definitiva il risultato di una proiezione, come per Freud, ma diversamente da questo Fromm non propone di eliminarla ma di purificarla, riducendola a un insieme di pratiche e valori umanistici.
 
===Teoria dell'attaccamento religioso===
Un recente approccio teorico, che si sta dimostrando particolarmente utile a inquadrare il fenomeno religioso nella vita psichica individuale, è la [[teoria dell'attaccamento religioso]], ampliamento e derivazione della teoria dell'attaccamento. Quest'ultima è legata ai lavori dello psicanalista inglese [[John Bowlby]] (1907-1990). Presupposto della teoria è la convinzione, intuitivamente condivisibile, che un bambino cresca tanto più sicuro ed armonico quanto più avverta l'affetto e il sostegno da parte dei genitori. Un clima famigliare positivo rappresenta per il bambino una "base sicura" che gli permette di esplorare con sicurezza l'ambiente circostante. Studi e ricerche successive hanno evidenziato come l'attaccamento sia un utile fattore di sviluppo non solo durante l'infanzia e non solo circa il rapporto coi genitori, ma anche verso altre figure significative e durante il corso dell'intera vita.
 
Nel 1992 lo psicologo statunitense [[Lee Kirkpatrick]]<ref>Kirkpatrick, L.A. (1992). "An Attachment-Theory Approach Psychology of Religion". ''International Journal for the Psychology of Religion'', 2 (1): 3-28.</ref> ha allargato la struttura dell'attaccamento a includere Dio e la sfera religiosa: una persona può avere effetti positivi nel sentirsi amato da Dio, acquisendo un maggiore senso di auto efficacia, sicurezza, serenità. Oltre a Kirkpatrick,<ref>Elenco opere di Kirkpatrick [http://lakirk.people.wm.edu/CV.pdf online].</ref> uno studioso particolarmente fecondo in tale ambito è il giovane psicologo svedese Pehr Granqvist.<ref>Elenco opere [http://www2.psychology.su.se/staff/pgran/indexeng.html#publ online].</ref>
 
==Interpretazione cattolica==
 
 
==Note==
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