Pentateuco: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
m
nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
ConIl il terminenome '''Pentateuco''' cidesigna si riferiscel'insieme aidei primi [[cinque]] libri della [[Bibbia]]: ([[Genesi]], [[Esodo]], [[Levitico]], [[Numeri]] e [[Deuteronomio]]). Il termine è tratto dalla lingua greca che traduce letteralmente '''''cinque rotoli''''' o '''''cinque astucci''''' contenenti i rotoli. Nella lingua ebraica, invece, viene chiamato '''[[Toràh]]''' (legge) o ''Hattoràh'' (la legge) ed è il nome più antico usato per definire i primi libri della Bibbia.
 
Il termine proviene dal [[lingua greca|greco]]: è composto da ''pente'', "cinque", e ''teuchos'', "astuccio"; quest'ultima parola indicava il contenitore cilindrico che custodiva il [[rotolo]] in cui consisteva il libro biblico, e passò poi a indicare il contenuto dell’astuccio, cioè il rotolo stesso. Pentateuco significa quindi "libro dei cinque rotoli".
Questo libro è anche chiamato ''I cinque libri di Mosè'' perché, secondo la tradizione, [[Mosè]] fu l’intermediario, il legislatore, che diede al popolo d’[[Israele]] la [[Decalogo|legge di Dio]].
 
Gli [[ebrei]] chiamano il Pentateuco ''[[Toràh]]'' ("legge", "insegnamento", "istruzione"), ovvero, con l'articolo determinativo, ''Hattoràh'' ("la legge"), e lo considerano il [[cuore]] della Scrittura<ref>Per gli [[ebrei]] la Sacra Scrittura si limita al nostro [[Antico Testamento]].</ref> e della [[rivelazione]] di [[Dio]] al suo [[popolo di Dio|popolo]]. ''Torah'' è il nome più antico usato per indicare i primi libri della Bibbia.
Si potrebbe definire questo libro una grandiosa collezione di libri, oppure paragonarlo a "tell" (colline formatesi attraverso delle stratificazioni). Il Pentateuco è infatti un insieme di aggiunte, narrazioni parallele e diversificate, affermazioni contrarie, anacronismi, ecc. Tutte queste differenze sono probabilmente dovute ai diversi apporti degli ambienti di origine in cui si sono sviluppate le circostanze concrete narrate nei libri. Una caratteristica particolare d’insieme è anche l’utilizzo di diversi Generi letterari che si evidenziano in maniera più evidente a partire dal nome di Dio che viene usato in due diversi modi: ''[[Jhwh|Jahvè]]'' ed ''[[Elohim]]''.
 
== IlLa nometeoria documentaria ==
{{vedi anche|TradizioneTeoria Sacerdotaledocumentaria}}
 
Fin dall'antichità la [[tradizione]] [[ebraismo|ebraica]], seguita da quella [[cristianesimo|cristiana]], ha attribuito il Pentateuco alla [[paternità]] di [[Mosè]]. Il ''[[Talmud]]'' ammette che non appartengano a Mosè gli ultimi [[otto]] versetti, ossia il racconto della sua [[morte]] ({{pb|Dt|34,5-12}}), che viene attribuito a [[Giosuè]].
Il nome “Pentateuco” designa l’insieme dei primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Il termine, di origine greca, è composto da pente che significa “cinque”, e teuchos che indicava inizialmente l’“astuccio”, cioè il contenitore cilindrico che custodiva un rotolo e passò poi a indicare il contenuto dell’astuccio, cioè il rotolo. Pentateuco significa dunque “libro dei cinque rotoli”.
 
Per molti secoli la tradizione ebraica, seguita da quella cristiana, ha attribuito il Pentateuco alla paternità di Mosè. Nel Talmud si ammette solo che non appartengano a Mosè gli ultimi otto versetti, ossia il racconto della sua morte (Dt 34,5-12), che viene attribuito a Giosuè. Questo giudizio unanime iniziò a incrinarsi in ambiente ebraico con ''[[Ibn Ezra]]'' ([[XII sec.secolo]]), il quale notò nel testo anacronismi e incongruenze che deponevano a sfavore dell’attribuzionedell'attribuzione mosaica, e venne poi a crollare del tutto, progressivamente, nei secoli [[XVI secolo|XVI]]-[[XVIII secolo|XVIII]], con l’esegesilo sviluppo dell'[[esegesi]] moderna. Agli inizi del [[XIX sec.secolo]] l’ideal'idea di Mosè autore del Pentateuco era ormai definitivamente tramontata fraabbandonata glidagli studiosi.
Nella tradizione ebraica ogni libro viene indicato con le sue parole iniziali; così il primo libro si chiama Bereshìt, che significa “In principio”. Nella tradizione cristiana greco-latina, invece, i nomi dei libri si riferiscono al loro contenuto. Così, ad esempio, Genesi è il nome del primo libro della Bibbia, in quanto narra le origini dell’umanità e del popolo d’Israele.
 
Oggi è chiaro per tutti che il Pentateuco non può essere frutto di un solo autore e che è quindi un'opera composita. Vari indizi nel testo rendono evidente questa affermazione:
Nella tradizione ebraica il Pentateuco costituisce la Torah, cioè la Legge (letteralmente Torah significa però “insegnamento”, “istruzione”) e rappresenta il cuore della Bibbia ebraica e della rivelazione di Dio al suo popolo.
* nelle parti narrative si trovano racconti in duplice, e in qualche caso, anche triplice versione: [[due]] [[racconti della creazione]] ({{pb|Gen|1,1-2,4a}}; {{passo biblico|Gen|2,4b-25}}), due racconti dell'[[alleanza]] con [[Abramo]] ({{pb|Gen|15}}; {{passo biblico|Gen|17}});
* esistono contraddizioni evidenti: il [[diluvio]] durò [[quaranta]] [[giorno|giorni]] e quaranta [[notte|notti]] ({{pb|Gen|7,4.12}}), oppure un [[anno]] intero ({{pb|Gen|7,6.11; 8,13}});
* vi sono differenze di stile e di vocabolario, la principale delle quali è la diversità dei nomi divini, [[YHWH]] o [[Elohìm]], discontinuità narrative e interruzioni di discorso, come ad esempio fra {{pb|Es|19,25}} e {{pb|Es|20,1}}.
Anche* le [[legge|leggi]] racchiusecontenute nel Pentateuco sono presentate spesso in più versioni; addirittura,vi sono anche leggi attinenti agli stessi argomenti contengonocontenenti disposizioni diverse e contraddittorie, e vi sono alcune leggi neche correggono altre:, come le leggi sugli [[schiavo|schiavi]] ({{pb|Es |21,2-11}}; {{pb|Lv |25,39-55}}; {{pb|Dt |15,12-18}}) ne sono un esempio.
 
L'analisi letteraria del testo rileva poi la presenza di interventi redazionali:
== La composizione ==
* [[glossa|glosse]] esplicative ({{pb|Gen|36,1}}; {{pb|Es|16,36}});
* inserzioni e aggiunte al testo caratterizzate da determinati segni linguistici: "per la seconda volta" introduce {{pb|Gen|22,15-18}}; "ancora" introduce {{pb|Es|3,15}}).
 
Tutto questo rivela un processo di formazione articolato e complesso: su questo gli studiosi moderni sono tutti concordi. Quando però si scende al concreto e si tenta di determinare quale sia stato il cammino della lenta formazione del testo, le risposte sono divergenti.
Per molti secoli la tradizione ebraica, seguita da quella cristiana, ha attribuito il Pentateuco alla paternità di Mosè. Nel Talmud si ammette solo che non appartengano a Mosè gli ultimi otto versetti, ossia il racconto della sua morte (Dt 34,5-12), che viene attribuito a Giosuè. Questo giudizio unanime iniziò a incrinarsi in ambiente ebraico con Ibn Ezra (XII sec.), il quale notò nel testo anacronismi e incongruenze che deponevano a sfavore dell’attribuzione mosaica, e venne poi a crollare del tutto, progressivamente, nei secoli XVI-XVIII, con l’esegesi moderna. Agli inizi del XIX sec. l’idea di Mosè autore del Pentateuco era ormai definitivamente tramontata fra gli studiosi.
 
Nella seconda metà del [[secolo XIX]] le diverse ipotesi, che si andavano formulando già da molto tempo, si coagularono nella cosiddetta “teoria[[teoria documentaria”documentaria]] o “teoria"teoria wellhauseniana”wellhauseniana", (dacosì detta dallo studioso che ne propose la prima formulazione, [[Julius Wellhausen,]] ([[1844]]-[[1918]]). Secondo questa teoria, il Pentateuco sarebbe il risultato della compilazione e della fusione di documenti sorti in periodi e ambienti diversi. Una parte del materiale contenuto in questi documenti sarebbe circolato dapprima sotto forma di [[tradizione orale|tradizioni orali]].
In effetti, una lettura attenta mostra che il Pentateuco non può essere frutto di un solo autore e che, anzi, è un’opera composita. Nelle parti narrative si trovano doppioni (racconti in duplice, e in qualche caso, anche triplice versione, ad esempio due racconti della creazione: Gen 1,1-2,4a e 2,4b-25; due racconti dell’alleanza con Abramo: Gen 15 e 17), contraddizioni (il diluvio durò quaranta giorni e quaranta notti, secondo Gen 7,4.12, oppure un anno intero, come emerge da Gen 7,6.11; 8,13), differenze di stile e di vocabolario (la diversità dei nomi divini – YHWH o Elohìm – è soltanto la più evidente), discontinuità narrative e interruzioni di discorso (ad esempio, fra Es 19,25 e Es 20,1).
 
* Il più antico sarebbe il documento [[jahwista]] (sigla ''J''), caratterizzato dall'uso del [[nome]] divino [[YHWH]]<ref>Le [[Bibbia|Bibbie]] moderne traducono questo nome di Dio con "[[Signore]].</ref>. Sorse nel [[X secolo a.C.]], all'epoca del regno di [[Salomone|salomonica]], negli ambienti della corte di [[Gerusalemme]], e avrebbe un punto di vista filomonarchico.
Anche le leggi racchiuse nel Pentateuco sono presentate spesso in più versioni; addirittura, leggi attinenti agli stessi argomenti contengono disposizioni diverse e contraddittorie, e alcune leggi ne correggono altre: le leggi sugli schiavi (Es 21,2-11; Lv 25,39-55; Dt 15,12-18) ne sono un esempio.
La ''Tradizione Jahvista'' è così denominata perché nomina Dio con il nome personale di JHWH (tetragramma sacro) ed è indicata con la lettera "J".*: Questa [[tradizione]] racconta la storia delle origini, dalla [[Creazione]] fino alla morte di [[Mosé]], e sottolinea il rifiuto dell’uomodell'[[uomo]] di fronte alla [[Parola di Dio]] ([[Genesi|Gn]] {{passo biblicopb|Gn|3}}), la [[violenza]] annidata nel cuore dell’uomo ([[Genesi|Gncuore]] dell'uomo ({{passo biblicopb|Gn|4}}), la [[pazienza]] e la benevolenza di [[Dio]] mediata dalla persona di [[Noè]] e dai suoi discendenti ([[Genesi|Gn]] {{passo biblicopb|Gn|6-8}}). La Tradizione Jahvista haHa uno stile pittoresco e narra delle storie: i figli di NoéNoè ([[Genesi|Gn]] {{passo biblicopb|Gn|9,18-27}}); la [[torre di Babele]] ([[Genesi|Gn]] {{passo biblicopb|Gn|11}}), e; parla di Dio in modo [[antropomorfismo|antropomorfico]] (= umano) ([[Genesi|Gn]] {{passo biblicopb|Gn|3,8}}; {{passo biblico|Gn|7,16}}; {{passo biblico|Gn|18,2}}).
“Dio”,* comunementeIl impiegato;documento [[elohista]] (sigla ''E''), caratterizzato dall'uso del nome divino [[Elohìm]], "[[Dio]]"; proverrebbe dal [[regno del Nord]] e risalirebbe ai secoli [[IX secolo a.C.|IX]]-[[VIII secolo a.C.|VIII a.C.]]; esso riportariporterenne molte tradizioni parallele a quelle dello ''J'', ma rifletterifletterebbe le preoccupazioni degli ambientil'ambiente [[profeta|profetici]] del Nord. Dopo la caduta deldi regno del Nord[[Samaria]] ([[722 a.C.]]) questesarebbe duestato operecombinato sarebberoinsieme stateal combinate insiemeprecedente, nel [[regno di Giuda]], forse sotto il re [[Ezechia]], a formare l’operal'opera [[jehowista]] (sigla ''JE'').
La ''Tradizione Elohista'' è codificata con la lettera "E" ed è così chiamata perché si riferisce al nome personale di Dio identificato con ''Elohim'' fino a quando viene rivelato il nome di ''JHWH'' ([[Esodo]] {{passo biblico|Es|3}}).*: Questa tradizione la si trova spesso intrecciata alla tradizione Jahvista, tanto che, a volte, in certi brani, le due tradizioni non si puópossono separare. Pare che sia proprio a questo strato che si ricolleghi la più antica raccolta legislativa del Pentateuco, nominato anche ''[[Codice dell’alleanzadell'alleanza]]'' ([[Esodo]] {{Passo biblicopb|Es|20,22-23; ,33}}). Le narrazioni di questa tradizione hanno la caratteristica di sottolinearesottolineano maggiormente la distanza tra Dio e l’uomol'[[uomo]]. Dio è visto come colui che incute [[paura]], timore; nelle narrazioni intervengono gli ''[[angelo|angeli]]'', per non attribuire a Dio una figura troppo umana.
* Al tempo della [[riforma di Giosia]] ([[622 a.C.]]) sarebbe nata la [[tradizione]] [[deuteronomista]] (sigla ''D''), contenuta essenzialmente nel [[Deuteronomio]]. Il Deuteronomio, nel suo nucleo originario, risalirebbe a un'epoca più antica e avrebbe conosciuto ulteriori ritocchi e aggiunte redazionali in epoca successiva, fondamentalmente al tempo dell'[[esilio babilonese]].
La*: ''Tradizione Deuteronomista'' viene codificata con la lettera "D".Tale Latradizione si riconosce per il suo [[genere letterario]] fatto di [[esortazione|esortazioni]], avvertimenti, [[minaccia|minacce]], [[promessa|promesse]], richiami all’obbedienzaall'[[obbedienza]], precisazioni legislative. Il tutto è poi ricondotto al [[comandamento]] centrale dell’amoredell'[[amore di Dio ([[Deuteronomio|Dt]] ({{passo biblicopb|Dt|6,5}}) e all’osservanzaall'osservanza della sua [[legge di Dio|legge]], sorgente di [[gioia]] e di [[vita]] per coloro che la mettono in pratica.
* Durante l'esilio babilonese sarebbe nato, in ambienti [[sacerdote (ebraismo)|sacerdotali]], il documento [[sacerdotale]] (sigla ''P'', dal [[lingua tedesca|tedesco]] ''Priestercodex'', "codice sacerdotale"); si tratterebbe di un documento storico-legislativo che contiene anche materiali più antichi e che è stato completato nel post-esilio con testi supplementari.
La*: ''TradizioneTale Sacerdotale''tradizione è la più facilmente identificabile, e fafarebbe da filo conduttore deldell'intero libro.Pentateuco: Sisi estendeestenderebbe dal racconto della [[Creazione]] nelloin schema[[sette]] dei 7 giorni ([[Genesigiorno|Gngiorni]] ({{passo biblicopb|Gn|1,1-2,4a}}) fino alla [[morte]] di [[Mosé]] narrata nel [[Deuteronomio]] ({{passo biblico|Dt|34,7-9}}). La Tradizione Sacerdotale haHa uno stile caratteristico particolare: usa ripetizioni, [[numero|numeri]] precisi, [[genealogia|genealogie]], e tutto ciò che fa pensare al [[culto]] oe aai dei cerimoniali liturgici come isuoi [[sacrificio|sacrifici]], iai [[santuario|santuari]], ilal [[clero]], rappresentato da [[Aronne]] ede idai suoi figli. Da queste caratteristiche deriva, appunto, il nome "Tradizione Sacerdotale" che viene codificata con la lettera "P" (dal tedesco ''Pristercodex = codice sacerdotale'').
 
Nel postesilio, forse all'epoca di [[Esdra]], sarebbe avvenuta la redazione finale di questi [[quattro]] documenti, che, fusi insieme in un'opera sola, avrebbero dato origine al Pentateuco nella sua forma attuale.
L’analisi letteraria rileva poi la presenza di interventi redazionali come glosse esplicative (vedi ad es. Gen 36,1; Es 16,36) e inserzioni e aggiunte al testo caratterizzate da determinati segni linguistici («per la seconda volta» introduce Gen 22,15-18; «ancora» introduce Es 3,15). Tutto questo rivela un processo di formazione articolato e complesso. È questo il convincimento generale degli studiosi moderni. Ma quando si scende al concreto e ci si chiede quale sia stato il cammino della lenta formazione del testo, molte questioni rimangono aperte.
 
=== La critica della teoria documentaria ===
Nella seconda metà del secolo XIX le diverse ipotesi, che si andavano formulando già da molto tempo, si coagularono nella cosiddetta “teoria documentaria” o “teoria wellhauseniana” (da Julius Wellhausen, 1844-1918). Secondo questa teoria, il Pentateuco sarebbe il risultato della compilazione e della fusione di documenti sorti in periodi e ambienti diversi. Una parte del materiale contenuto in questi documenti sarebbe circolato dapprima sotto forma di tradizioni orali.
 
La teoria documentaria su sottoposta, a partire dal [[1970]] circa, a diverse critiche. A grandi linee, si negò l'esistenza di una fonte ''E'' e si mise in dubbio la fonte ''J'' come documento continuo; quest'ultima fonte poi venne datata in un'epoca molto più recente.
Il più antico sarebbe il documento jahwista (così denominato dall’uso del nome divino YHWH, normalmente tradotto “Signore”; viene indicato con la sigla J), sorto nel X secolo all’epoca della monarchia salomonica negli ambienti della corte di Gerusalemme e animato da un’ideologia filomonarchica. Il documento elohista (dal nome divino Elohìm,
“Dio”, comunemente impiegato; sigla E) proverrebbe dal regno del Nord e risalirebbe ai secoli IX-VIII; esso riporta molte tradizioni parallele a quelle dello J, ma riflette le preoccupazioni degli ambienti profetici del Nord. Dopo la caduta del regno del Nord (722 a.C.) queste due opere sarebbero state combinate insieme, nel regno di Giuda, forse sotto Ezechia, a formare l’opera jehowista (JE).
 
Fin qui la teoria documentaria, o wellhauseniana. Ma dal 1970 circa, questa teoria è stata sottoposta a diverse critiche. A grandi linee, si è giunti a negare l’esistenza di una fonte E e a mettere in dubbio la fonte J come documento continuo, collocandone la datazione in un’epoca molto più recente. Mentre la teoria documentaria si interessava alle origini del Pentateuco, la nuova critica rivolge la sua attenzione soprattutto alla fase della redazione finale. Più che di documenti o di fonti, la nuova critica preferisce parlare di piccole unità letterarie riunite poi in unità maggiori (ad esempio: storia delle origini, racconti [[patriarchi|patriarcali]], [[esodo (evento)|uscita]] dall’Egittodall'[[Egitto]], cammino nel [[deserto]], [[pericope]] del [[Sinai)]], ecc.; queste unità, un tempo indipendenti l’unal'una dall’altradall'altra, sarebbero state riunite insieme in un periodo successivo. Inoltre, la formazione del Pentateuco viene trattata in un contesto più ampio, che tenta di spiegare l’origine di tutto il complesso che va da Genesi a 2 Re come una grande opera storiografica.
Al tempo della riforma di Giosia (622 a.C.) sarebbe nata la tradizione deuteronomista (contenuta essenzialmente nel Deuteronomio: sigla D). Il Dt, nel suo nucleo originario, risalirebbe a un’epoca più antica e avrebbe conosciuto ulteriori ritocchi e aggiunte redazionali in epoca successiva (al tempo dell’esilio). Durante l’esilio babilonese sarebbe nato, in ambienti sacerdotali, il documento sacerdotale (sigla P, dal tedesco Priestercodex), un documento storico-legislativo che contiene anche materiali più antichi e che è stato completato in epoca postesilica con testi supplementari. Sempre nel postesilio (forse all’epoca di Esdra) sarebbe avvenuta la redazione finale di questi quattro documenti, che fusi insieme in un’opera sola avrebbero dato origine al Pentateuco nella sua forma attuale.
 
La nuova critica, inoltre, tratta la formazione del Pentateuco in un contesto più ampio, che tenta di spiegare l'origine di tutto il complesso che va da [[Genesi]] a [[2 Re]] come una grande opera storiografica.
Fin qui la teoria documentaria, o wellhauseniana. Ma dal 1970 circa, questa teoria è stata sottoposta a diverse critiche. A grandi linee, si è giunti a negare l’esistenza di una fonte E e a mettere in dubbio la fonte J come documento continuo, collocandone la datazione in un’epoca molto più recente. Mentre la teoria documentaria si interessava alle origini del Pentateuco, la nuova critica rivolge la sua attenzione soprattutto alla fase della redazione finale. Più che di documenti o di fonti, la nuova critica preferisce parlare di piccole unità letterarie riunite poi in unità maggiori (ad esempio: storia delle origini, racconti patriarcali, uscita dall’Egitto, cammino nel deserto, pericope del Sinai); queste unità, un tempo indipendenti l’una dall’altra, sarebbero state riunite insieme in un periodo successivo. Inoltre, la formazione del Pentateuco viene trattata in un contesto più ampio, che tenta di spiegare l’origine di tutto il complesso che va da Genesi a 2 Re come una grande opera storiografica.
 
== Ambiente storicodi e funzione originaria del Pentateuconascita ==
 
Nel corso degli ultimi secoli ci si è chiesti quali sono state le motivazioni di fondo che hanno dato origine al Pentateuco:
Quanto alle motivazioni di fondo che hanno dato origine al Pentateuco, alcuni studiosi pensano che esso si sia formato come testo giuridico sottoposto all’approvazione del governo centrale dell’impero persiano, a cui era sottomessa la comunità giudaica. Il Pentateuco avrebbe trovato così la sua origine attraverso una “autorizzazione imperiale”. I Persiani, in realtà, lasciavano ai popoli sottomessi un certo margine di autonomia politica, culturale, religiosa ed economica, in cambio del rispetto dell’autorità centrale e del pagamento delle tasse. Altri ritengono, invece, che il Pentateuco sia sorto come documento interno alla comunità postesilica, che tentava in questo modo di definire la propria identità. Secondo questa ipotesi, il Pentateuco avrebbe avuto lo scopo di indicare le condizioni di appartenenza alla comunità giudaica (legami di sangue, discendenza da Abramo, Isacco, Giacobbe) e i diritti-doveri che spettavano ai membri di quella comunità. Qualche altro studioso, infine, tende ad accogliere e unire insieme queste due spiegazioni.
* Alcuni studiosi pensano che esso si sia formato come testo giuridico sottoposto all'approvazione del governo centrale dell'[[impero persiano]], a cui la comunità [[giudaismo|giudaica]] era sottomessa; il Pentateuco avrebbe trovato così la sua origine attraverso un'"autorizzazione imperiale". I [[Persiani]], in realtà, lasciavano ai popoli sottomessi un certo margine di autonomia [[politica]], [[cultura|culturale]], [[religione|religiosa]] ed [[economia|economica]], in cambio del rispetto dell'autorità centrale e del pagamento delle [[tasse]].
* Altri ritengono, invece, che il Pentateuco sia sorto come documento interno alla comunità ebraica del post-esilio, che tentava in questo modo di definire la propria identità. Secondo questa ipotesi, il Pentateuco avrebbe avuto lo scopo di indicare le condizioni di appartenenza alla comunità giudaica: legami di [[sangue]], discendenza da [[Abramo]], da [[Isacco]] e da [[Giacobbe]]; inoltre il Pentateuco avrebbe avuto la funzione di definire i [[diritti]]-[[dovere|doveri]] che spettavano ai membri di quella comunità.
* Qualche altro studioso tende ad accogliere e unire insieme queste due spiegazioni.
 
=== Il materiale pre-esilico ===
In ogni caso, nel Pentateuco è innegabile l’esistenza di testi preesilici, anche se si discute se essi potessero già far parte, in quell’epoca più antica, di opere letterarie di ampio respiro. Materiali preesilici si trovano senza dubbio nella storia delle origini, nei racconti patriarcali, nelle narrazioni sull’esodo e sul cammino nel deserto. Il cosiddetto “codice dell’alleanza” (Es 20,22-23,33), di origine preesilica, contiene materiali che si ritrovano nei codici legislativi orientali del secondo millennio a. C. Tutto il patrimonio letterario precedente è stato però utilizzato in epoca più recente, per comporre un’opera organica che doveva costituire il fondamento religioso ed etnico del popolo giudaico sopravvissuto al tramonto della sua consistenza politica, con la caduta di Gerusalemme e del regno di Giuda.
 
In ogni caso, nel Pentateuco è innegabile l'esistenza di materiali precedenti l'[[esilio babilonese]], anche se si discute se essi potessero già far parte, in quell'epoca più antica, di opere letterarie di ampio respiro.
== Le quattro tradizioni che compongono il Pentateuco ==
 
Materiali pre-esilici si trovano senza dubbio nella storia delle origini, nei racconti patriarcali, nelle narrazioni sull'esodo e sul [[cammino]] nel deserto.
Oggi gli studiosi sono tutti concordi nel ritenere che la fisionomia attuale del Pentateuco sia costituita da quattro redazioni principali dette ''Tradizioni'':
 
Il cosiddetto ''[[codice dell'alleanza]]'' ({{pb|Es|20,22-23,33}}), di origine pre-esilica, contiene materiali che si ritrovano nei codici legislativi [[oriente|orientali]] del [[II millennio a.C.]].
*''Tradizione Sacerdotale''
*''Tradizione Deuteronomista''
*''Tradizione Jahvista''
*''Tradizione Elohista''
 
Tutto questo patrimonio letterario precedente è stato però utilizzato in epoca più recente per comporre un'opera organica che doveva costituire il fondamento religioso ed etnico del popolo giudaico che era sopravvissuto, dopo la caduta di [[Gerusalemme]] del [[587 a.C.]], al suo [[tramonto]] [[politica|politico]].
=== La Tradizione Sacerdotale ===
{{vedi anche|Tradizione Sacerdotale}}
 
== Note ==
La ''Tradizione Sacerdotale'' è la più facilmente identificabile e fa da filo conduttore del libro. Si estende dal racconto della [[Creazione]] nello schema dei 7 giorni ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|1,1-2,4a}}) fino alla morte di Mosé narrata nel [[Deuteronomio]] ({{passo biblico|Dt|34,7-9}}). La Tradizione Sacerdotale ha uno stile caratteristico particolare: usa ripetizioni, numeri precisi, genealogie e tutto ciò che fa pensare al culto o a dei cerimoniali liturgici come i [[sacrificio|sacrifici]], i [[santuario|santuari]], il [[clero]] rappresentato da [[Aronne]] ed i suoi figli. Da queste caratteristiche deriva, appunto, il nome "Tradizione Sacerdotale" che viene codificata con la lettera "P" (dal tedesco ''Pristercodex = codice sacerdotale'').
 
<references />
=== La Tradizione Deuteronomista ===
{{vedi anche|Tradizione Deuteronomista}}
 
== Voci correlate ==
La ''Tradizione Deuteronomista'' viene codificata con la lettera "D". La si riconosce per il suo genere letterario fatto di avvertimenti, minacce, promesse, richiami all’obbedienza, precisazioni legislative. Il tutto è poi ricondotto al [[comandamento]] centrale dell’amore di Dio ([[Deuteronomio|Dt]] {{passo biblico|Dt|6,5}}) e all’osservanza della sua legge, sorgente di gioia e di vita per coloro che la mettono in pratica.
 
* [[Mosè]]
=== La Tradizione Jahvista ===
* [[Genesi]]
{{vedi anche|Tradizione Jahvista}}
* [[Esodo]]
 
* [[Levitico]]
La ''Tradizione Jahvista'' è così denominata perché nomina Dio con il nome personale di JHWH (tetragramma sacro) ed è indicata con la lettera "J". Questa tradizione racconta la storia delle origini, dalla Creazione fino alla morte di Mosé, e sottolinea il rifiuto dell’uomo di fronte alla [[Parola di Dio]] ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|3}}), la violenza annidata nel cuore dell’uomo ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|4}}), la pazienza e la benevolenza di Dio mediata dalla persona di [[Noè]] e dai suoi discendenti ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|6-8}}). La Tradizione Jahvista ha uno stile pittoresco e narra delle storie: i figli di Noé ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|9,18-27}}); la [[torre di Babele]] ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|11}}), e parla di Dio in modo [[antropomorfismo|antropomorfico]] (= umano) ([[Genesi|Gn]] {{passo biblico|Gn|3,8}}; {{passo biblico|Gn|7,16}}; {{passo biblico|Gn|18,2}}).
* [[Numeri]]
 
* [[Deuteronomio]]
=== La Tradizione Elohista ===
* [[Torah]]
{{vedi anche|Tradizione Elohista}}
* [[Teoria documentaria]]
 
La ''Tradizione Elohista'' è codificata con la lettera "E" ed è così chiamata perché si riferisce al nome personale di Dio identificato con ''Elohim'' fino a quando viene rivelato il nome di ''JHWH'' ([[Esodo]] {{passo biblico|Es|3}}). Questa tradizione la si trova spesso intrecciata alla tradizione Jahvista tanto che a volte, in certi brani, non si puó separare. Pare che sia proprio a questo strato che si ricolleghi la più antica raccolta legislativa del Pentateuco, nominato anche ''Codice dell’alleanza'' ([[Esodo]] {{Passo biblico|Es|20,23; 33}}). Le narrazioni di questa tradizione hanno la caratteristica di sottolineare maggiormente la distanza tra Dio e l’uomo. Dio è visto come colui che incute paura, timore; nelle narrazioni intervengono gli ''[[angelo|angeli]]'' per non attribuire a Dio una figura troppo umana.
 
Queste varie tradizioni ebraiche hanno ritoccato con sfumature diverse il Pentateuco, senza nulla togliere al nucleo principale dell’unicità di Dio. Per tutti i [[cristiano|cristiani]] il Pentateuco rimane una sorgente di vita; essi vedono attuate nel [[Cristo]] tutte le promesse fatte ad [[Abramo]].
 
== Collegamenti esterni ==

Menu di navigazione