Morte: differenze tra le versioni

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* Cristo, con la sua venuta e con la sua morte trionfa sulla morte stessa: da quest'istante la morte cambia senso per la nuova umanità che muore con Cristo per vivere con lui [[eternità|eternamente]].
 
==== L'umanità sotto il potere della morte ====
 
Sono soprattutto le [[lettere paoline]] e quelle [[lettere deuteropaoline|deuteropaoline]] ad addentrarsi nella [[teologia]] della morte; in esse viene presentata, alla luce del racconto delle origini, come una conseguenza del [[peccato]]: per la [[colpa]] di un solo uomo il peccato è entrato nel [[mondo]], e con il peccato la morte ({{pb|Rom|5,12.17}} {pb|1Cor|15,21}}). Da allora tutti gli uomini "muoiono in [[Adamo]]" ({{pb|1Cor|15,22}}), e la morte regna sul mondo ({{pb|Rom|5,14}}).
In questo dramma, invano la [[legge]] è entrata in scena per opporre una barriera a questi strumenti della morte che operano nell'uomo: il peccato ha preso possesso anche della Legge per [[seduzione|sedurre]] l'uomo e procurargli più sicuramente la morte ({{pb|Rm|7,7-13}}). Dando la conoscenza del peccato ({{pb|Rm|3,20}}) senza dare la forza di trionfare su di esso, condannando il [[peccatore]] a morte in modo esplicito (cfr. {{pb|Rm|5,13-14}}), la legge è divenuta la "forza del peccato" ({{pb|1Cor|15,56}}); per questo il [[ministero]] della legge, che in sé era [[sacro|santa]] e [[spirito|spirituale]] ({{pb|Rm|7,12.14}}), rimanendo semplice lettera che non conferiva la [[potenza]] dello [[Spirito Santo]] è stato un ministero di morte ({{pb|2Cor|3,7}}).
 
Senza Cristo dunque l'umanità era immersa nell'[[ombra]] della morte ({{pb|Mt|4,16}}; {{pb|Lc|1,79}}; cfr. {{pb|Is|9,1}}); per questo la morte fu, in ogni [[tempo]], una delle componenti della sua storia, e rimane una delle calamità che Dio invia sul mondo peccatore ({{pb||Ap|6,8; 8,9; 18,8}}).
 
==== Cristo e la morte ====
{{vedi anche|Morte di Gesù}}
 

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