San Pietro: differenze tra le versioni

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== Fonti storiche ==
 
Le fonti storiche circa la vita e l'operato di Pietro possono essere distinte in tre categorie:
* iI testi del [[Nuovo Testamento]], in particolare i quattro [[Vangeli]] e gli [[Atti degli Apostoli]]. Redatti in [[greco]] all'interno del I secolo, contengono gli unici riferimenti diretti alla vita di Pietro. La tradizione cristiana ha accolto nel [[canone biblico]] anche due lettere a lui attribuite che però, a parte il problema dell'autenticità (sulla [[Prima lettera di Pietro|prima]] gli studiosi sono divisi, la [[Seconda lettera di Pietro|seconda]] è comunemente considerata [[pseudoepigrafa]]), non forniscono precise indicazioni biografiche;.
* moltiMolti scritti [[apocrifi]] a lui attribuiti o riferiti: [[Vangelo di Pietro]], [[Predicazione di Pietro]] (andato perduto), [[Atti di Pietro]], [[Atto di Pietro]], [[Atti di Pietro e Andrea]], [[Atti di Pietro e dei dodici]], [[Atti di Pietro e Paolo]], [[Lettera di Pietro a Filippo]], [[Lettera di Pietro a Giacomo il Minore]], [[Apocalisse di Pietro (greca)]], [[Apocalisse di Pietro (copta)]]. Per la datazione tardiva e per il contenuto leggendario tuttavia, al pari degli altri apocrifi, non sono considerati come vere e proprie fonti storiche, ma è possibile che abbiano raccolto alcuni dettagli storicamente fondati.
* alcuniAlcuni accenni contenuti negli scritti di alcuni [[Padri della Chiesa]].
 
Dal punto di vista archeologico, la più antica testimonianza riferita a Pietro è la frammentaria iscrizione in [[greco]] "Pietro (è) qui" (πετρος ενι) ritrovata nel cosiddetto "muro rosso" presso l'antica [[Tomba di Pietro]], sotto l'attuale [[Basilica di San Pietro]] a Roma ([http://www.saintpetersbasilica.org/Necropolis/JW/pics/Walsh-p27.jpg foto]), datata attorno al [[160]].
 
== Nome ==
 
Il suo nome proprio era '''Simone''' ([[lingua ebraica|ebraico]] שמעון, ''Shim'on'', dalla [[radice]] ebraica ''shama'', "ascoltare"), col probabile significato "Dio ha ascoltato" la preghiera del genitore ({{Pb|Gen|29,33}}). Secondo Ilan<ref>{{Autore|Tan Ilan}} (2002). ''Lexicon of Jewish Names in Late Antiquity, Part 1, Palestine 330 B.C.E.-200 C.E.'' Tubinga: Mohr Siebeck.</ref> rappresentava il nome più diffuso tra gli ebrei palestinesi.
 
Secondo {{Pb|Mt|16,18}} e {{Pb|Gv|1,42}} ricevette da [[Gesù]] il soprannome di '''Cefa''' (Κηφᾶς, ''Kefàs''), "che vuol dire Pietro" (πετρος, ''petros''). Anche [[San Paolo]] lo chiamava ''Kefas'' ({{pb|1Cor|1,12; 3,22; 9,5; 15,5}}; {{pb|Gal|1,18; 2,9.11.14}}) oltre che Pietro ({{Pb|Gal|2,7-8}}). Questo etimo trova fondamento nel confronto col termine ebraico כּף, ''kèf'', "rupe, roccia" (cf. {{Pb|Ger|4,29}}; {{Pb|Gb|30,6}}).
 
Una diversa ipotesi<ref>Cf. {{Autore|Tan Ilan}} (2002:408).</ref> connette invece il soprannome, portato (sebbene con una diversa traslitterazione greca) anche dal sommo sacerdote [[Caifa]] (Καϊάφας, ''Kaiàfas'' nel NT, קַיָּפָא, ''Qaiafà''' nelle fonti ebraiche), al termine [[aramaico]] קיפא (''qifàh''), "coagulo, sedimento", constatando come il nome ricorra in fonti ebraiche ed extra-ebraiche (nabatei) con la ק (qaf) iniziale, non con la כ (''kaf''). Questa origine non è però in definitiva in contrasto con l'etimo proposto dal NT, rimandando comunque all'idea di un nocciolo duro, solido.
 
== Caratteristiche personali ==
 
=== Origini ===
 
Simon Pietro secondo il vangelo di Giovanni era nativo, così come il fratello Andrea e l'Apostolo [[Filippo Apostolo|Filippo]], di [[Betsaida]]<ref>{{Pb|Gv|1,44}}.</ref>, città situata a circa 3 chilometri a nord del [[Lago di Tiberiade]], un antico villaggio successivamente ricostruito dal tetrarca [[Erode Filippo II|Filippo]] che fondò qui la sua capitale e gli diede il nome di Giulia in onore della figlia dell'Imperatore [[Augusto]]<ref>{{Autore|[[Giuseppe Flavio]]}}, Antichità giudaiche 18,28.</ref>.
 
 
=== Legami familiari ===
[[ImmagineFile:San Pietro.jpg|thumb|''San Pietro'', vetrata dell'[[altare]] della [[Basilica sant'Agostino]], [[Milano]]]]
Pietro era figlio di Giona o Giovanni<ref>{{Pb|Mt|16,17}};{{Pb|Gv|1,42}}.</ref> e fratello di Andrea che divenne anche lui Apostolo, scelto e chiamato col fratello sul lago di Galilea<ref>{{Pb|Mt|4,18-22}};{{Pb|Mc|1,16-20}}.</ref>.
[[File:Cafarnao San Pietro.JPG|thumb|250px|Statua di Pietro a Cafarnao]]
 
Sappiamo poi, secondo i Vangeli, che un giorno Gesù guarì a Cafarnao "''dalla febbre''" la suocera dell'Apostolo<ref>{{Pb|Mt|8,14-16}};{{Pb|Mc|1,29-31}};{{Pb|Lc|4,38-39}}.</ref>. L'esistenza di questa suocera ha portato alla conclusione che Pietro fosse sposato ma nulla sappiamo né della moglie né dei figli. Interessante è però ricordare che l'apostolo [[Paolo|San Paolo]] allude a una "''donna credente'' di Cefa"<ref>{{Pb|1Cor|9,4-5}}.</ref> che senza dubbio era la moglie. L'autore stesso della lettera solitamente identifica le collaboratrici col titolo di "sorelle" (''adelphe'') e non "sorelle donne", come sarebbe meglio tradurre "donna credente" (derivando dalle parole greche ''adelphen gunaika'')<ref>{{Autore|Michele Mazzeo}}, ''Pietro roccia della Chiesa'', cap.1 pag.20.</ref>. Secondo [[Clemente Alessandrino|Clemente di Alessandria]] la moglie di Pietro seguì il marito nella sua predicazione e morì martire prima di lui<ref>{{Autore|Clemente di Alessandria}}, ''Stromata'' 7,11,63-64.</ref>, è presumibile però che l'autore volesse usare questa tradizione mostrando un Apostolo quale modello di marito perfetto, nel senso cristiano del termine.
Pietro era figlio di Giona o Giovanni<ref>{{Pb|Mt|16,17}}; {{Pb|Gv|1,42}}.</ref> e fratello di Andrea che divenne anche lui Apostolo, scelto e chiamato col fratello sul lago di Galilea<ref>{{Pb|Mt|4,18-22}}; {{Pb|Mc|1,16-20}}.</ref>.
 
Sappiamo poi, secondo i Vangeli, che un giorno Gesù guarì a Cafarnao "''dalla febbre''" la suocera dell'Apostolo<ref>{{Pb|Mt|8,14-16}}; {{Pb|Mc|1,29-31}}; {{Pb|Lc|4,38-39}}.</ref>. L'esistenza di questa suocera ha portato alla conclusione che Pietro fosse sposato ma nulla sappiamo né della moglie né dei figli. Interessante è però ricordare che l'apostolo [[Paolo|San Paolo]] allude a una "''donna credente'' di Cefa"<ref>{{Pb|1Cor|9,4-5}}.</ref> che senza dubbio era la moglie. L'autore stesso della lettera solitamente identifica le collaboratrici col titolo di "sorelle" (''adelphe'') e non "sorelle donne", come sarebbe meglio tradurre "donna credente" (derivando dalle parole greche ''adelphen gunaika'')<ref>{{Autore|Michele Mazzeo}}, ''Pietro roccia della Chiesa'', cap.1 pag.20.</ref>. Secondo [[Clemente Alessandrino|Clemente di Alessandria]] la moglie di Pietro seguì il marito nella sua predicazione e morì martire prima di lui<ref>{{Autore|Clemente di Alessandria}}, ''Stromata'' 7,11,63-64.</ref>, è presumibile però che l'autore volesse usare questa tradizione mostrando un Apostolo quale modello di marito perfetto, nel senso cristiano del termine.
 
Gli Atti apocrifi di Pietro copti attribuiscono all'apostolo anche una figlia. La giovane era paralizzata e la folla, commossa dalla sua sofferenza, decise di intercedere presso il padre per lei. Questi non solo non la guarì, ma spiegò anche che ella era stata punita con quella malattia per aver acceso, con la sua bellezza, il desiderio di un giovane, di nome Tolomeo, che a causa della disperazione era divenuto cieco<ref>''Atti di Pietro'' 1,5-30.</ref>. L'autore della Passio dei santi [[San Nereo|Nereo]] ed [[Sant'Achilleo|Achilleo]] (V-VI circa) la identifica con Petronilla, una martire sepolta nelle [[catacombe di Domitilla]], a causa di una assonanza col nome dell'apostolo, e inserisce nel suo racconto, oltre al citato episodio, un brano secondo cui la giovane, guarita dal suo male, chiesta in sposa dal nobile Flacco, morì placidamente prima di accogliere la sua proposta di matrimonio. L'autore non riporta in quale giorno sia morta ma la tradizione indica il [[31 maggio]], data passata poi nel [[Martirologio Romano]].
 
=== Condizione economica e culturale ===
 
I fratelli Pietro e Andrea vengono presentati nei vangeli, sin dalla loro prima chiamata, come pescatori<ref>{{Pb|Mt|4,18-22}};{{Pb|Mc|1,16-20}};{{Pb|Lc|5,1-11}};{{Pb|Gv|1,40-42}}.</ref> e più volte li ritroviamo con le barche sul lago di Galilea. Sappiamo persino che Giacomo e Giovanni di Zebedeo erano, secondo il [[vangelo di Luca]], soci di Simone<ref>{{Pb|Lc|5,10}}.</ref> e difatti saranno chiamati alla sequela subito dopo gli amici.
I fratelli Pietro e Andrea vengono presentati nei vangeli, sin dalla loro prima chiamata, come pescatori<ref>{{Pb|Mt|4,18-22}}; {{Pb|Mc|1,16-20}}; {{Pb|Lc|5,1-11}}; {{Pb|Gv|1,40-42}}.</ref> e più volte li ritroviamo con le barche sul lago di Galilea. Sappiamo persino che Giacomo e Giovanni di Zebedeo erano, secondo il [[vangelo di Luca]], soci di Simone<ref>{{Pb|Lc|5,10}}.</ref> e difatti saranno chiamati alla sequela subito dopo gli amici.
 
Emblematico in tal senso è il famoso episodio della [[pesca miracolosa]], nel quale ritroviamo Pietro intento a ripulire le reti dopo una dura notte di lavoro senza alcun risultato. Anche dopo la [[resurrezione]], Gesù apparve a Pietro e ad altri discepoli mentre pescavano nei pressi del [[lago di Tiberiade]], che era una zona molto pescosa.
 
== Biografia ==
 
=== Apostolo di Gesù ===
 
==== La chiamata alla sequela ====
 
Ciò che si definisce la [[vocazione#Vocazione nel Nuovo Testamento|vocazione]] degli apostoli pone notevoli problemi agli esegeti. Secondo quanto detto prima, fu in Giudea, nel luogo dove si manifestò il Battista, secondo Giovanni, che andrebbe situata la prima chiamata: due discepoli infatti, sentendo Giovanni Battista indicare Gesù come l'Agnello di Dio, gli si avvicinarono e gli chiesero dove abitasse; quindi passarono la giornata con lui.
Andrea, il fratello di Simone, era uno dei due discepoli e per primo egli avvertì suo fratello: "''Abbiamo trovato il Messia''"<ref>{{Pb|Gv|1,41}}.</ref>, e lo condusse da Gesù, il quale, "''fissando lo sguardo su di lui, disse: Tu sei Simone, il figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa''"<ref>{{Pb|Gv|1,42}}.</ref>, che
a quanto specifica l'evangelista vuol dire Pietro. Matteo situa il nuovo nome dato a Simone in un diverso contesto, quello della "'confessione di Cesarea" e questa differenza nella tradizione sottolinea l'importanza che i primi cristiani davano al nome di Pietro, che non veniva usato come nome nel loro ambiente.
 
I [[Sinottici]] collocano le prime chiamate in riva al [[Mar di Galilea|mare di Galilea]], detto anche lago di Gennesaret. Gesù conosceva già Simone e per predicare gli chiese di salire sulla sua barca, invitando poi i pescatori a raggiungere il largo e gettare le reti. Sebbene non avessero pescato nulla nel corso di tutta la notte, Simone obbedì con sollecitudine ed ottenne una [[pesca miracolosa]], così abbondante che fu necessario chiamare in aiuto un'altra barca<ref>{{Pb|Lc|5,7}}.</ref>. Sopraffatto, il futuro apostolo cadde ai piedi di Gesù che gli annunciò che da quel momento in poi sarebbe diventato pescatore d'uomini. La risposta dei primi discepoli fu di abnegazione assoluta: "''Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono''"<ref>{{Pb|Mt|4,19-20}}; {{Pb|Lc|5,11}}.</ref>.
 
==== Nel numero dei dodici ====
 
Pietro risulta dai racconti evangelici come un personaggio spontaneo nelle sue reazioni, impetuoso ma anche disposto a comprendere i propri errori e a imparare.
 
==== Testimone della trasfigurazione ====
{{vedi anche|Trasfigurazione di Gesù}}
 
I [[Vangeli sinottici]]<ref>{{passo biblico|Mt|17,1-8|Matteo}}; {{passo biblico|Mc|9,2-8|Marco}}; {{passo biblico|Lc|9,28-36|e Luca}}.</ref> raccontano che Gesù si allontanò su un monte con Pietro, [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]] e [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]]. Là cambiò aspetto mostrandosi ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e una stupefacente bianchezza delle vesti, e apparvero al suo fianco [[Mosè]] ed [[Elia]]. Pietro prese la parola dicendo:
 
{{quote biblico2|Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.|Mt|17,4}}
 
Ma Gesù ignorò il suggerimento e chiese di non riferire ad alcuno dell'episodio.
 
==== La confessione di fede e il primato ====
{{vedi anche|Primato di Pietro}}
 
A [[Cesarea di Filippo]], Gesù interrogò i suoi Apostoli su quel che gli uomini dicevano di lui. Vennero elencate varie risposte. Alla fine, il Maestro chiese ai Dodici: "Voi chi dite che io sia?". Allora fu Simon Pietro che, primo tra i Dodici, espresse in termini umani la realtà soprannaturale del Cristo: "Tu sei il figlio del Dio vivente!"<ref>{{Pb|Mt|16,16}}; {{Pb|Mc|8,29}}; {{Pb|Lc|9,20}}.</ref>.
 
 
=== Durante la Passione di Gesù ===
 
==== Dinanzi gli annunci della passione ====
 
Subito dopo l'episodio sopra citato, Gesù comunicò ai suoi apostoli la prima rivelazione della [[Passione di Gesù|passione]] che avrebbe dovuto subire. Pietro, prendendolo in disparte, protestò contro questa prospettiva che gli sembrava improbabile dicendo: "''Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai''". Ciò gli attirò un severo biasimo: colui che era appena stato consacrato capo della Chiesa si sentì chiamare "''[[Satana]]''", l'avversario, il tentatore, colui che vorrebbe far cadere il Cristo: "''Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini''"<ref>{{Pb|Mc|8,31-33}} {{pb|Mt|16,21-23}} {{pb|Mc|8,31-33}} e {{pb|Mt|16,21-23}}.</ref>
 
==== L'Ultima cena ====
 
Insieme a Giovanni, Pietro è chiamato ai preparativi del pranzo pasquale in cui Gesù istituì l'[[Eucaristia]]. Giovanni e Luca situano in questa occasione l'annuncio del rinnegamento di Pietro<ref>{{Pb|Gv|13,36-38}}; {{Pb|Lc|22,33-34}}.</ref> che invece Matteo e Marco collocano un po' più tardi<ref>{{Pb|Mt|26,33-35}}; {{Pb|Mc|14,29-31}}.</ref>, sulla via del Getsemani. Gesù dichiarò a Simone che Satana cercava in loro la sua preda, ma che egli avrebbe pregato per loro. Gli predisse che avrebbe rinnegato il suo Maestro, ancora prima che il gallo cantasse: la sincerità di Pietro era totale, ma la forza gli sarebbe venuta meno. Nondimeno Gesù l'avrebbe riconfermato nel suo ruolo preminente per il sostegno della fede: "''Tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli''" ({{Pb|Lc|22,32}}).
 
 
==== L'arresto di Gesù ====
 
Ritiratosi nell'orto del Getsemani, Gesù chiese a Pietro, Giovanni e Giacomo di mettersi in disparte con lui per pregare. Essi però, sopraffatti dal sonno e dal vino della cena, caddero addormentati, ricevendo per ben tre volte il rimprovero del maestro che disse loro, e in particolare allo stesso Pietro: "''Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto ma la carne è debole''"<ref>{{Pb|Mt|26,40-41}}.</ref>.
 
 
==== Il triplice rinnegamento ====
 
Durante il processo religioso di Gesù, Pietro, seguito secondo Giovanni da un altro discepolo innominato<ref>{{Pb|Gv|18,15}}.</ref> riuscì ad intrufolarsi all'interno del cortile della casa del sommo sacerdote. L'apostolo innominato, da molti riconosciuto nello stesso Giovanni,<ref>{{Autore|Giuseppe Ricciotti}}, ''Vita di Gesù Cristo'', par.571 pag.652.</ref> era conosciuto lì dentro e riuscì ad entrare insieme a Pietro.
 
 
=== Durante le apparizioni del risorto ===
 
Dopo il triplice rinnegamento, i Vangeli abbandonano la figura di Pietro e non ci riportano ciò che egli fece durante la passione del Maestro. Lo ritroviamo soltanto la mattina di Pasqua: avvertito da Maria Maddalena che il corpo di Gesù era scomparso, Pietro corse al sepolcro con il discepolo che Gesù amava e lì trovò soltanto le bende di lino e il sudario che avvolgevano il cadavere<ref>{{Pb|Gv|20,2-7}}; {{pb|Lc|24,12}}.</ref>.
 
 
=== Predicazione del Vangelo ===
 
==== La Pentecoste ====
 
Sin dai giorni immediatamente successivi all'[[ascensione di Gesù]], Pietro assunse il comando del piccolo gruppo degli apostoli. Ricordando il tradimento e la morte di [[Giuda]], egli provvide alla sostituzione del traditore con un uomo che sarebbe divenuto, con gli undici, testimone della Risurrezione, eleggendo così tramite sorteggio un tale chiamato [[San Mattia|Mattia]].
 
 
==== Primo arresto ====
 
Mentre Pietro parlava al popolo, con Giovanni al suo fianco, fu arrestato dai sacerdoti e dai [[sadducei]]: vennero entrambi gettati in prigione perché era già tardi e sarebbero stati convocati davanti al [[Sinedrio]] solo l'indomani.
Pietro allora, forte della sua fede, proclamò ancora che aveva guarito il paralitico solo nel nome di Gesù. I sinedriti ne furono sconcertati: ritenevano Pietro e Giovanni uomini semplici ma vedendo con quale autorità Pietro sapesse parlare restarono attoniti, e più ancora li sorprese la presenza, inconfutabile, del miracolato. Essi decisero molto semplicemente di vietare a Pietro e Giovanni di prendere la parola e di insegnare in nome di Gesù, al che i due apostoli risposero che non potevano tacere. Esaurito ogni argomento, e sentendosi impotenti davanti all'entusiasmo che si scatenava intorno al taumaturgo, i sinedriti lasciarono andare gli apostoli.
 
==== Dal secondo al terzo arresto ====
 
Gli Atti sottolineano come i segni e i miracoli intanto si moltiplicavano. [[Anania e Saffira]], sua moglie, che avevano mentito ai cristiani, furono smascherati da Pietro e caddero morti ai suoi piedi. La folla si accalcava intorno agli apostoli come un tempo in [[Galilea]] intorno al maestro. I malati venivano portati lungo la via dove passava Pietro affinché "''anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro''".
 
 
==== L'incidente d'Antiochia ====
 
Dopo questa liberazione miracolosa, gli Atti degli Apostoli si limitano ad annotare che Pietro uscì e si incamminò verso un altro luogo. Stranamente, il Nuovo Testamento tace sugli ultimi anni della vita dell'apostolo. Per taluni, questo "''altro luogo''" sarebbe Roma, dove Pietro avrebbe cercato rifugio durante la persecuzione di Agrippa, nel [[44]];<ref>{{Autore|Eusebio di Cesarea}}, ''Historia Ecclesiastica'', II, 14, 6.</ref> per altri, Antiochia, dove egli avrebbe soggiornato brevemente e dove si scontrò a quel tempo con Paolo, nel corso dell'incidente che questi riferisce nell'[[Lettera ai Galati|epistola ai Galati]].
Dopo questa liberazione miracolosa, gli Atti degli Apostoli si limitano ad annotare che Pietro uscì e si incamminò verso un altro luogo. Stranamente, il Nuovo Testamento tace sugli ultimi anni della vita dell'apostolo. Per taluni, questo "''altro luogo''" sarebbe Roma, dove Pietro avrebbe cercato rifugio durante la persecuzione di Agrippa, nel [[44]]<ref>{{Autore|Eusebio di Cesarea}}, ''Historia Ecclesiastica'', II, 14, 6.</ref>; per altri, Antiochia, dove egli avrebbe soggiornato brevemente e dove si scontrò a quel tempo con Paolo, nel corso dell'incidente che questi riferisce nell'[[Lettera ai Galati|epistola ai Galati]].
 
Fino a quel momento Pietro frequentava i pagani e mangiava con loro ma all'arrivo di alcuni giudei, provenienti da Gerusalemme, per timore si allontanò da loro e si attenne alle prescrizioni mosaiche. Paolo gliene mosse vivo rimprovero poiché questo atteggiamento era contrario al pensiero cristiano. Nonostante tutto va notato l'omaggio che Paolo rende a Pietro come capo del gruppo apostolico.
 
Il concilio di Gerusalemme è l'ultima apparizione di Pietro nel libro degli Atti. Egli era il portavoce dei discepoli e la comunità primitiva appare fondata su di lui; ma il prestigio di Giacomo a Gerusalemme andò aumentando, e al tempo dell'ultimo viaggio di Paolo a Gerusalemme, Giacomo è il solo citato.
 
È probabile che l'apostolo Pietro si fosse recato a questo punto ad Antiochia e vi soggiornasse circa sette anni; è infatti considerato il fondatore della Chiesa di Antiochia e il suo primo vescovo.
 
==== La missione petrina ====
 
Quanto agli andirivieni di Pietro, bisogna ormai rifarsi alla tradizione dei padri apostolici, secondo la quale egli trascorse un primo soggiorno di alcuni anni a Roma. È anche possibile che abbia compiuto allora dei viaggi missionari. Probabilmente si recò a [[Corinto]], poiché Paolo vi segnalò "''dei partigiani di Pietro''", accanto ai partigiani di Paolo e di Apollo. La sua prima epistola è indirizzata a cinque Chiese dell'[[Asia Minore]]; si è potuto congetturare perciò che avesse egli stesso evangelizzato tali province romane.
 
 
==== Pietro a Roma ====
 
Secondo la tradizione cristiana, Pietro finì i suoi giorni a [[Roma]],<ref>Sulla questione se Pietro fosse giunto o meno a Roma, vedi il paragrafo "''Testimonianze sulla morte di Pietro''".</ref> crocifisso a testa in giù sotto [[Nerone]], benché l'autenticità di tale evento sia ancora oggi fonte di grande dibattito fra gli studiosi della [[Bibbia]]. Unico documento che ci riferisce gli avvenimenti succedutisi dall'arrivo di Pietro nella città eterna fino al suo martirio sono dei testi apocrifi, denominati "[[Atti di Pietro]]", di contenuto abbastanza favolistico e senza dubbio poco fedeli alla realtà, simbolo comunque di una devozione molto antica che vedeva in Pietro il padre evangelizzatore della città eterna.
 
 
=== Testimonianze sulla morte di Pietro ===
 
==== La tomba e i resti di Pietro ====
{{vedi anche|Tomba di Pietro}}
 
Durante degli scavi effettuati nelle grotte vaticane a partire dal [[1939]], venne individuata, in corrispondenza dell'altare della [[Basilica di San Pietro]], una sepoltura generalmente indicata come tomba di Pietro. Tuttavia solo nel [[1953]] furono ritrovati dei resti umani per i quali si formulò l'attribuzione all'apostolo, dopo le concordanze con numerosi esami scientifici<ref>Per ulteriori informazioni vedi Margherita Guarducci, ''La Tomba di San Pietro'', Editrice Rusconi 1989, Milano.</ref>.
 
Sulla tomba di Pietro la tradizione cristiana ha espresso precedentemente altre versioni contrastanti a causa delle due traslazioni che tale sepoltura ha subìto nei primi due secoli prima di tornare alla posizione originaria. Secondo la testimonianza del presbitero Gaio, riportata da Eusebio di Cesarea "se andrai al Vaticano o sulla Via Ostiense, vi troverai i trofei dei fondatori della Chiesa"<ref>Storia Ecclesiastica 2,25,6-7.</ref> mentre secondo altre testimonianze la tomba di Pietro era "ad Catacumbas" (cioè presso l'attuale S. Sebastiano), comunque tutte le tradizioni non hanno mai indicato altra città oltre Roma.
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sezione da non estendere troppo, preferendo i contributi alla voce [[Tomba di Pietro]]
 
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==== Vangelo di Giovanni ====
 
In un passo del [[Vangelo secondo Giovanni]]<ref>{{Pb|Gv|21,15-19}}.</ref>(100 d.C. circa) Gesù si rivolge a Pietro dicendogli
 
{{quote biblico2|In verità, in verità ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti|Giovanni|21,18}}
 
e successivamente compare l'inciso:
 
{{quote biblico2|Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio|Giovanni|21,19}}
 
Si può supporre quindi che l'evangelista, ed anche i lettori a cui egli si rivolgeva, conoscessero alcuni dettagli della morte di Pietro.
 
==== Lettera di Pietro ====
 
La [[Prima lettera di Pietro]] si conclude con:
 
{{quote biblico2|La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta. Anche Marco, mio figlio, vi saluta.|1Pietro|13}}
Pietro dichiara di trovarsi presso la chiesa di ''Babilonia'', il nome Babilonia si riferisce probabilmente a Roma, che è chiamata Babilonia anche in altri antichi scritti cristiani, quali l'[[apocalisse di Giovanni]]<ref>{{Pb|Ap|17,5;18,10}}.</ref> e gli [[Oracoli Sibillini|Oracoli della Sibilla]] cristiani<ref>vedi ''Oracula Sibyl.'', V, ai versi 143 e 159, Geffcken, Leipzig, 1902, 111.</ref>.
 
Pietro dichiara di trovarsi presso la chiesa di ''Babilonia'', il nome Babilonia si riferisce probabilmente a Roma, che è chiamata Babilonia anche in altri antichi scritti cristiani, quali l'[[apocalisse di Giovanni]]<ref>{{Pb|Ap|17,5; 18,10}}.</ref> e gli [[Oracoli Sibillini|Oracoli della Sibilla]] cristiani<ref>vedi ''Oracula Sibyl.'', V, ai versi 143 e 159, Geffcken, Leipzig, 1902, 111.</ref>.
Il riferimento potrebbe anche essere alla Nuova Babilonia ([[Seleucia al Tigri|Seleucia]]) lungo le rive del [[Tigri]], alla città [[egitto|egiziana]] di Babilonia presso [[Menphi]], o [[Gerusalemme]]. Eusebio di Cesarea
 
<ref>{{Autore|Eusebio di Cesarea}}, ''Storia Ecclesiastica'' ai versi II, xv; III, xl; VI, xiv.</ref> però accennò alla testimonianza del vescovo [[San Papia di Ierapoli|Papia di Ierapoli]] e [[Clemente di Alessandria]] secondo i quali [[Marco evangelista|Marco]] scrisse il suo Vangelo a Roma su richiesta dei cristiani di quella città, che desideravano una testimonianza scritta degli insegnamenti di Pietro e dei suoi discepoli;
Il riferimento potrebbe anche essere alla Nuova Babilonia ([[Seleucia al Tigri|Seleucia]]) lungo le rive del [[Tigri]], alla città [[egitto|egiziana]] di Babilonia presso [[Menphi]], o [[Gerusalemme]]. Eusebio di Cesarea<ref>{{Autore|Eusebio di Cesarea}}, ''Storia Ecclesiastica'' ai versi II, xv; III, xl; VI, xiv.</ref> però accennò alla testimonianza del vescovo [[San Papia di Ierapoli|Papia di Ierapoli]] e [[Clemente di Alessandria]] secondo i quali [[Marco evangelista|Marco]] scrisse il suo Vangelo a Roma su richiesta dei cristiani di quella città, che desideravano una testimonianza scritta degli insegnamenti di Pietro e dei suoi discepoli;
questa notizia è confermata da [[Ireneo di Lione]]
questa notizia è confermata da [[Ireneo di Lione]]<ref>{{Autore|Ireneo di Lione}}, ''Contro gli Eretici'', III, i.</ref>.
 
Sulla base di queste testimonianze Eusebio dichiarò che Pietro si rivolgeva a Roma con il nome figurato di Babilonia nella sua prima lettera. Uno dei motivi per cui Pietro non avrebbe scritto in tutte lettere il nome di Roma, è che dopo la sua liberazione miracolosa narrata negli [[Atti degli Apostoli]] e la fuga da Gerusalemme, egli per le autorità e per i giudei era un latitante ricercato.
 
==== Lettera di Clemente ====
 
Nella [[prima lettera di Clemente]] (95-97 circa), attribuita a [[Clemente di Roma]]<ref>L'attribuzione di questa lettera a [[papa Clemente I]] e la sua datazione sono discusse.</ref> si trova scritto:
 
{{quote|Per invidia e per gelosia i più validi e i più importanti pilastri [della Chiesa] hanno sofferto la persecuzione e sono stati sfidati fino alla morte. Volgiamo il nostro sguardo ai santi Apostoli... San Pietro, che a causa di un'ingiusta invidia, soffrì non una o due, ma numerose sofferenze, e, dopo aver testimoniato con il martirio, assurse alla gloria che aveva meritato|Clemente di Roma, ''lettera ai Corinzi'', v}}
 
Sono poi menzionati Paolo ed altri, dichiarando che essi patirono il martirio ''presso di noi'', ovvero tra i Romani, espressione che è chiarita dal capitolo IV. In questa lettera ci si riferisce a quella che fu poi interpretata come la prima [[persecuzione dei cristiani]] dopo il [[grande incendio di Roma]], sotto l'[[imperatore]] [[Nerone]], collocando quindi la morte di Pietro in quell'epoca.
 
==== Lettera di Ignazio ====
 
Nella sua lettera scritta all'inizio del [[II secolo]], prima del [[107]], il vescovo [[Ignazio di Antiochia]] cerca di dissuadere i cristiani di Roma dall'intercessione in suo favore, con la quale avrebbero potuto evitarne la condanna a morte, dichiarando:
 
{{quote|Non vi comando, come Pietro e Paolo: loro furono apostoli, mentre io non sono altro che un rifiuto|Ignazio di Antiochia, ''Ai Romani'' 4}}
 
Questo passo può essere interpretato come la dichiarazione che Pietro e Paolo proclamarono la dottrina cristiana a Roma di persona.
 
==== Lettera di Dioniso ====
 
Il vescovo [[Dioniso di Corinto]], nella sua lettera alla chiesa romana durante il pontificato di [[papa Sotero]] ([[165]]-[[174]]) scrive che:
 
{{quote|Dovete quindi, con la vostra più vivida esortazione, riunire insieme i prodotti della semina di Pietro e di Paolo a Roma ed a Corinto. Poiché entrambi hanno seminato la parola del Vangelo anche a Corinto, e insieme lì ci hanno istruiti, nello stesso modo in cui insieme ci hanno istruiti in Italia ed insieme hanno patito il martirio}}<ref>Il testo è riportato nella Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (II, xxviii).</ref>.
 
==== Testimonianza di Ireneo ====
[[Ireneo di Lione]], che trascorse del tempo a Roma poco dopo la metà del II secolo prima di recarsi a [[Lione]], descrive la chiesa di Roma come
 
{{quote|la più grande ed antica chiesa, conosciuta da tutti, fondata ed organizzata a Roma dai due più gloriosi apostoli, Pietro e Paolo|Ireneo di Lione, ''Contro gli eretici'', III, iii; cf. III, i}}
 
Cita quindi la nota attività apostolica di Pietro e Paolo a Roma per usarla come prova della tradizione.
 
==== Clemente di Alessandria ====
[[Clemente di Alessandria]] dichiara che:
 
{{quote|Dopo che Pietro ebbe annunciato la Parola di Dio a Roma e predicato il Vangelo nello spirito di Dio, la moltitudine degli uditori richiese a Marco, che aveva a lungo accompagnato Pietro nei suoi viaggi, di scrivere quello che gli apostoli avevano loro insegnato.|Clemente di Alessandria, ''Hypotyposes''}}
 
Il testo è riportato nella Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, (IV, xiv).
 
==== Tertulliano ====
[[Tertulliano]] fa spesso riferimento alla predicazione di Pietro e Paolo a Roma:
 
{{quote|Se sei in Italia, hai Roma, da cui si diffonde un'autorità che va molto oltre [i confini della stessa Italia]. Quanto è fortunata questa Chiesa per cui gli Apostoli hanno versato la loro dottrina con il loro sangue, dove Pietro ha emulato la passione del Signore, dove Paolo è stato coronato con la stessa morte di Giovanni<ref>''Giovanni'' si riferisce a [[Giovanni Battista]].</ref>|Tertulliano, ''De Praescriptione'', xxxv}}
 
Riferendosi al passo del Vangelo descritto precedentemente (Giovanni {{Pb|Gv|21,15-19}}):
 
{{quote|La germogliante fede [[cristiana]] fu insanguinata per primo da Nerone a Roma. Là Pietro fu legato da un altro come Gesù gli aveva profetizzato, quando fu legato alla croce|Tertulliano, ''Scorpiace'', xv}}
 
Per illustrare il fatto che non è importante con quale acqua si amministri il [[battesimo]], scrive che non c'è
 
{{quote|[...] nessuna differenza tra quella con cui Giovanni battezzava nel [[Giordano]] e quella con cui Pietro battezzava nel [[Tevere]]|Tertulliano, ''Sul battesimo'', capitolo 5}}
 
e contro [[Marcione]] si riferisce alla testimonianza dei cristiani romani:
 
{{quote|[...] a cui Pietro e Paolo hanno trasmesso in eredità il Vangelo racchiuso nel loro sangue|Tertulliano, ''Contro Marcione'', IV, v}}
 
== Girolamo: De viris illustribus ==
 
[[Sofronio Eusebio Girolamo]] (san Girolamo), nel suo libro [[De viris illustribus (Girolamo)|De viris illustribus]], descrive le vite e le opere di tutti coloro che hanno scritto a proposito del cristianesimo (anche "eretici", ebrei e "pagani") da Pietro a suoi giorni, con l'intento apologetico di mostrare il valore anche letterario del cristianesimo. Essendo della fine del IV secolo si basò su fonti più antiche, soprattutto [[Eusebio di Cesarea]]. A proposito di Pietro scrisse:
 
{{quote|Simon Pietro, figlio di Giovanni, dal villaggio di Betsaida nella provincia di Galilea, fratello di [[Andrea apostolo]], ed egli stesso capo degli apostoli, dopo essere stato vescovo della [[Patriarcato di Antiochia|Chiesa di Antiochia]] ed aver predicato alla Diaspora - i credenti nella [[circoncisione]], nel [[Ponto]], [[Galazia]], [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], Asia e [[Bitinia]] - si spostò a Roma nel secondo anno di Claudio per spodestare [[Simon Mago]], e vi mantenne il seggio sacerdotale per venticinque anni fino all'ultimo, ovvero il quattordicesimo, anno di Nerone. A causa sua ricevette la corona del martirio venendo inchiodato alla croce con la testa verso terra e i piedi innalzati al di sopra, sostenendo che era indegno di essere crocifisso nella stessa maniera del suo Signore. Scrisse due lettere che sono dette "cattoliche", la seconda delle quali, essendo diversa nello stile rispetto alla prima, è considerata da molti non di sua mano. Anche il [[Vangelo secondo Marco]], che era suo discepolo ed interprete, è ritenuto suo. D'altra parte i libri ascritti a lui, di cui il primo è intitolato Atti, un secondo Vangelo, un terzo Discorso, un quarto Apocalisse, un quinto Giudizio, sono respinti come [[apocrifi]]. Seppellito a Roma in [[Vaticano]] presso la via del trionfo, è venerato da tutto il mondo.|Sofronio Eusebio Girolamo, De viris illustribus}}
 
== Apocrifi e leggende successive ==
 
=== La disputa con Simon Mago secondo Clemente ===
 
Secondo le ''Omelie di san Clemente'' Pietro ebbe più d'una volta discussioni pubbliche col mago Simone di Samaria, che insegnava dottrine spiritualiste mescolate con la mitologia greca e compiva stupefacenti prodigi con i quali conquistava l'attenzione della folla<ref>''Clementinae'', I, 15.</ref>. A Cesarea, in uno di questi scontri, il mago, ostacolato dalle predicazioni dell'apostolo, preferì fuggire a [[Tiro (città)|Tiro]].
 
 
=== Gli Atti apocrifi di Pietro ===
 
Secondo gli Atti di Pietro, l'apostolo fu costretto a partire da Gerusalemme per dirigersi a Roma a causa di [[Simon Mago]], che aveva causato una terribile defezione nella comunità cristiana dell'Urbe; questi infatti dichiarava di essere figlio di Dio grazie ai suoi poteri magici, acclamandosi le attenzioni sia della gente del popolo che dello stesso Nerone. Recatosi dunque nel porto di [[Cesarea Marittima]], Pietro salì sopra una nave e cominciò il suo viaggio. Durante il tragitto convertì uno dei marinai, Teone, al cristianesimo, battenzandolo durante una breve sosta, prima di sbarcare a [[Pozzuoli]].
 
==== Domine, quo vadis? ====
 
Gli Atti di Pietro, dopo aver narrato la tragica fine di Simon Mago, continuano raccontando come, a seguito dello scontro, l'apostolo fosse riuscito a conquistarsi molti proseliti che decisero di convertirsi al cristianesimo e farsi battezzare. Fra i [[Catecumeno|catecumeni]] vi erano parecchie donne, fra le quali spiccavano Santippe, moglie del nobile Albino, e le quattro concubine del prefetto Agrippa. Esse avevano preferito abbandonare i loro amanti e seguire l'insegnamento cristiano attraverso l'astinenza sessuale.
 
 
=== La Dormizione della Vergine ===
 
Secondo l'apocrifo "''la Dormizione della Santa Madre di Dio''" attribuita all'apostolo Giovanni, Pietro, insieme agli altri apostoli, venne condotto per volere divino dal luogo dove egli si trovava fino a Gerusalemme per dare l'ultimo saluto a [[Maria madre di Gesù|Maria, madre di Gesù]], che voleva incontrare per l'ultima volta gli apostoli del figlio.
 
 
== Opere attribuite a Pietro ==
 
Il [[Nuovo Testamento]] comprende due lettere tradizionalmente attribuite a Pietro: la [[prima lettera di Pietro]] e la [[seconda lettera di Pietro]]. Basandosi sulla buona qualità del greco, e considerando che Pietro doveva essere un pescatore di Galilea, quindi un illetterato, molti studiosi dubitano che l'apostolo Pietro abbia scritto queste lettere, e si ipotizza che siano state scritte dal suo segretario (''[[amanuense]]'') o da un seguace dopo la sua morte. In particolare i dubbi si concentrano sulla seconda, che nei primi secoli era fra i testi "[[antilegomena|discussi]]".
 
C'è chi ipotizza anche che essa sia una rifacitura della [[lettera di Giuda]], anch'essa [[canone della Bibbia|canonica]].
 
Con il nome di Pietro esistono anche diversi testi [[apocrifi]], fin dall'antichità considerati pseudoepigrafi; tra questi ci sono:
* il [[Vangelo di Pietro]];
* gli [[Atti di Pietro]];
* una [[Lettera di Pietro a Filippo]], di cui è stata rinvenuta una copia a Nag Hammadi;
* la [[Lettera di Pietro a Giacomo il Minore]], che appare all'inizio di almeno una versione degli [[scritti clementini]]<ref>vedi {{en}} [[:en:Clementine_literature|clementine literature]].</ref>.;
* l'[[Apocalisse di Pietro]], che è stata esclusa dal [[canone della Bibbia]] più tardi e considerata autografa fino al [[IV secolo]].
 
== Pietro nel cristianesimo ==
 
=== Tradizione cattolica ===
{{vedi anche|Primato di Pietro}}
 
I testi del [[Nuovo Testamento]] mostrano che Pietro aveva un ruolo privilegiato all'interno della cerchia degli [[apostoli]]. Su questo dato sono concordi tutte le confessioni cristiane.
 
 
==== Luoghi di culto ====
 
È senza dubbio noto che il maggior luogo di culto dedicato all'apostolo San Pietro sia la basilica omonima della [[città del Vaticano]], nella piazza a lui dedicata. Roma possiede tante altre chiese dedicate al santo, fra queste possiamo ricordare
la [[basilica di San Pietro in Vincoli]] dove si conservano le catene con le quali Pietro sarebbe stato incatenato nella sua prigionia nel [[Carcere Mamertino]] (il nome "''in vincoli''" deriva appunto dal latino ''in vinculis'', "in catene").
 
==== Patronati ====
 
Nella [[Chiesa cattolica]] san Pietro è ricordato come il [[santo patrono]] dei fornai, costruttori di ponti, macellai, pescatori, mietitori, cordai, orologiai, fabbri, calzolai, tagliapietre, costruttori di reti da pesca e di navi; è anche il patrono della [[longevità]] e del [[papato]] ed è invocato per intercedere in caso di rabbia, problemi ai piedi e [[febbre]].
 
È anche il patrono, quale primo papa, della [[Chiesa]] universale.
 
Varie città, paesi e regioni considerano Pietro loro patrono, tra cui:
* in [[Italia]]: [[Roma]], [[Assemini]] ([[Provincia di Cagliari|Ca]]) , [[Scano Montiferro]] ([[Provincia di Oristano|Or]]) , [[Montemarcello]] ([[Provincia della Spezia|Sp]]) , [[Modica]] (provincia di Ragusa) l'[[Umbria]] e [[Galatina]] ([[Provincia di Lecce]]).;
* negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]: [[Jackson, Mississippi]], [[Scranton, Pennsylvania]], [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Las Vegas]], [[Marquette]], [[Michigan]].
 
È il patrono anche di numerose altre città, quali [[Brema (città)|Brema]], [[Worms]], [[Chartres]], [[Calbayog]], [[Colonia (Germania)|Colonia]], [[Dabaw]], [[Dunajská Streda]], [[Köpenick]], [[Leiden]], [[Lessines]], [[Maralal]], [[Moissac]], [[Naumburg]], [[Poznan]], [[Providence, Rhode Island]], [[Regensburg]], [[San Pietroburgo]], [[Toa Baja]].
 
=== Tradizione protestante ===
 
Secondo la tradizione protestante, Pietro fu sì uno fra gli apostoli più importanti nella direzione della prima comunità cristiana ma a lui non spettava alcun primato, difatti non riguardo l'apostolo, Gesù disse "''su questa pietra edificherò la mia Chiesa''" ma riguardo se stesso o, al massimo, riguardo ciò che Pietro aveva rivelato, cioè "''Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente''"<ref>{{Pb|Mt|16,16}}.</ref>. È questa, anche secondo la [[luteranesimo|chiesa di professione Luterana]], la pietra angolare alla quale si riferisce Gesù, prendendo a conferma anche un versetto della [[lettera agli Efesini]], nella quale l'apostolo Paolo dichiara che la chiesa è fondata sugli apostoli ed i profeti, senza specificare su Pietro<ref>{{Pb|Ef|2,20}}.</ref>. Rispettano dunque la figura dell'apostolo, alla quale hanno dedicato parecchi luoghi di culto, ma non ritengono che il suo primato sulla comunità cristiana debba essere ereditato dai pontefici romani.
 
 
=== Tradizione Mormone ===
 
La chiesa dei Santi degli ultimi giorni, o chiesa mormone, infine ritiene sì che Pietro sia il primo capo della Chiesa ma rifiuta anch'essa la successione papale. Secondo la loro tradizione, Pietro, insieme a Giovanni e Giacomo scese dal paradiso e diede le chiavi del sacerdozio di [[Melchisedec]] a [[Joseph Smith]] e [[Oliver Cowdery]] nel [[1829]], a Susquehanna County, in [[Pennsylvania]]<ref>Doctrine & Covenants 27: 12–13.</ref>.
 
=== Tradizione ortodossa ===
 
La [[Chiesa Ortodossa]] definisce Pietro come "l'apostolo per eccellenza", utilizzando inoltre anche il titolo di ''Corifeo'', cioè direttore d'orchestra, prima voce di un coro<ref>{{Autore|John Meyendorff}}, et al. (1963), Il primato di Pietro nella Chiesa Ortodossa, Crestwood NY, ISBN 978-0-88141-125-6.</ref>. Viene riconosciuto il suo ruolo fondamentale nella vita della prima Chiesa, specialmente nei primi anni a Gerusalemme, ma non viene considerato il suo un "primato" fra gli altri apostoli, secondo gli Ortodossi infatti Pietro non è supremo responsabile nelle questioni relative alla fede o alla morale, e difatti al Concilio di Gerusalemme non è lui a dare le direttive finali ma Giacomo.
 
 
== Pietro nell'arte ==
 
=== Iconografia petrina ===
 
La più antica rappresentazione esistente
<ref>Vedi la sezione VI (''REPRESENTATIONS OF ST. PETER'') in {{Catholic Encyclopedia|Johann Peter Kirsch|St. Peter, Prince of the Apostles|http://www.newadvent.org/cathen/11744a.htm}}.</ref>
Queste caratteristiche sono così individuali che fanno pensare ad un ritratto.
 
Questo tipo di iconografia è stata rinvenuta anche in altre due rappresentazioni petrine in una camera della [[Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro|catacomba di Pietro e Marcellino]], della seconda metà del III secolo.<ref>{{Autore|Joseph Wilpert}}, ''Die Malerein der Katakomben Rom'', pagina 94 e 96.</ref>.
 
Nei dipinti della [[catacomba]], Pietro e Paolo appaiono frequentemente come intercessori e protettori dei defunti nelle rappresentazioni del [[giudizio finale]]
Nei dipinti della [[catacomba]], Pietro e Paolo appaiono frequentemente come intercessori e protettori dei defunti nelle rappresentazioni del [[giudizio finale]]<ref>{{Autore|Joseph Wilpert}}, op. cit., pagina 390 e seguenti.</ref> e nell'atto di accompagnare una figura di defunto in preghiera nel [[paradiso]].
 
e nell'atto di accompagnare una figura di defunto in preghiera nel [[paradiso]].
Nelle numerosi rappresentazioni di Cristo insieme agli Apostoli che compaiono nei dipinti delle catacombe e nei sarcofagi, Pietro e Paolo occupano sempre i posti d'onore alla destra ed alla sinistra di Gesù.
 
 
In alcuni carvins del IV secolo Pietro porta spesso un bastone nella sua mano, e successivamente una croce con una lunga asta trasportata sulla spalla, come se fosse uno scettro indicativo del suo compito.
 
Nelle rappresentazioni dei sarcofagi del [[V secolo]] Gesù presenta a Pietro le chiavi (solitamente due, talvolta tre) invece della pergamena, dalla fine del VI secolo la rappresentazione con le chiavi diventa prevalente e queste diventano un caratteristico simbolo di Pietro.<ref>{{Autore|Hartmann Grisar}}, ''Analecta romana'', I, Roma, 1899, pagina 627 e seguenti.</ref>
 
 
== San Pietro nella cultura di massa ==
 
Negli anni "san Pietro" è diventato un personaggio molto riportato in strisce umoristiche, [[cartone animato|cartoni]], [[commedia|commedie]], [[dramma|drammi]] e sceneggiature teatrali. Spesso la sua immagine gioca sul suo ruolo di "portatore delle chiavi del [[regno di Dio]]"; su questa base è spesso rappresentato come un uomo anziano con la barba che siede presso le porte del [[paradiso]], interrogando le [[anima|anime]] dei morti e accompagnandole all'interno del paradiso o mandandole all'[[inferno]] secondo il [[giudizio divino]].
 
=== Narrativa ===
 
* [[Daniele Trucco]], ''CEFA'', Edizioni Librarsi, Verzuolo 2007.
 
=== Cinematografia ===
 
Pietro, essendo figura predominante nella narrazione evangelica, appare in tutti i film o le fiction televisive che raccontanto la vita e la morte di Gesù, fra i quali si possono ricordare:
 
=== Santi battezzati dall'apostolo ===
 
* [[Cornelio (Bibbia)|San Cornelio]], centurione romano convertito al Cristianesimo.
* [[Candida la Vecchia]], anziana donna di [[Napoli]].
* [[Aspreno di Napoli]], pagano convertito e divenuto primo vescovo di Napoli.
* [[Santa Prisca]], morta martire a [[Roma]] sotto l'imperatore [[Claudio]].
* [[Sant'Edisto]], morto martire sotto l'imperatore [[Nerone]].
* [[Processo e Martiniano]], morti martiri a Roma sotto l'imperatore [[Nerone]].
 
 
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