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La produzione letteraria cominciò a diminuire e di contro acquistò sempre più importanza il latino volgare, la lingua parlata che diventerà la base delle lingue moderne derivate dal latino. Nel tardo impero, accanto agli autori legati alla tradizione classica, emersero le grandi figure dei Padri della Chiesa come Tertulliano, Ambrogio, Girolamo e, soprattutto, Agostino d'Ippona.
Le loro opere introducevano nel declino della cultura classica una ventata di novità. La buona novella annunciava la liberazione ai prigionieri, e la convinzione che anche lo schiavo è un fratello restituiva dignità alle masse, oppresse dal lavoro coatto.
=== Età medioevale e umanistica ===
Aveva poche analogie con la lingua di Cicerone o di Virgilio, era una sorta di latino particolare, detto scolastico, adatto ad esprimere i concetti astratti e ricchi di sfumature, elaborazioni intellettuali, espressioni tecniche. Per comunicare invece affetti e sentimenti poeti e letterati usavano ormai le lingue romanze. Dante e Petrarca rappresentano in questo senso degli esempi illustri.
=== Età moderna e contemporanea ===
In età moderna, il latino fu ancora usato come lingua della filosofia e della scienza, sia in Italia
== Lingua ufficiale della Chiesa ==
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