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Il [[Mistero Pasquale]] viene letto già dalla prima generazione cristiana come un fondamentale evento escatologico, che ridà la [[speranza]] ai [[Discepolo|discepoli]] del [[Risurrezione di Gesù|Risorto]].
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Il termine biblico corrispondente a escatologia è "[[speranza]]", nel senso di viva attesa degli [[ultimi giorni]] in cui [[Dio]] ristabilirà Israele ({{passo biblico con sigla libro|Mi|4,1-5}}), spargerà il suo spirito su ogni [[carne]] ({{passo biblico con sigla libro|Gl|2,28-32}}), manderà la figura del liberatore ([[Messia]]) che raccoglierà le [[pecora|pecore]] disperse del popolo di Israele ({{passo biblico con sigla libro|Ez|34,23;34,34-38}}). Quel giorno sarà anche il giorno della [[Nuova Creazione]].
Il profeta riceve ora le sue rivelazioni in modo speciale: a mezzo di [[visione|visioni]], di [[angelo|angeli]] incaricati di mostrargli lo sviluppo progressivo degli eventi; così come le catastrofi annunciate saranno di genere molto distinto, con caratteri nettamente mitici: cataclismi cosmici e [[terremoto|tellurici]], angeli della morte ed altre rappresentazioni plastiche. Si tratta del [[genere apocalittico]], che giungerà nell'[[Antico Testamento]] al culmine col [[Libro di Daniele]], ma che si svilupperà ancor più con i [[Apocrifi|libri pseudoepigrafi]]. Si preparano così quelli che saranno i motivi basici dell'escatologia [[Nuovo Testamento|neotestamentaria]].
Al tempo di [[Gesù]] era diffusa la sensazione che il tempo finale era vicino: era attesa la venuta del [[Messia]].
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