Lingua latina: differenze tra le versioni

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==Il latino nell’età arcaica==
Il latino arcaico, presente fino al [[III secolo a.C.]] ebbe una finalità quasi esclusivamente funzionale. Venne utilizzato per le iscrizioni, le dediche, le epigrafi funerarie o celebrative. E’È presente nei testi letterari più antichi di Livio Andronico, Nevio e Ennio e l’analisi linguistica dei frammenti delle opere mostra quanto il latino sia fuso con le lingue preesistenti e con il greco. Le commedie di Plauto,capolavoro dell’età arcaica, costituiscono anche la principale fonte da cui iniziare a considerare lo sviluppo assunto dalla lingua a partire dal II secolo a.C.
 
==Latino nell’età imperiale==
{{quote|''Romanam Curiam fas est adire, praeterquam officiali Latino sermone, cunctis etiam sermonibus hodie latius cognitis.''|Si può ricorrere alla Curia romana, oltre che nella lingua ufficiale latina, anche in tutte le lingue oggi più largamente conosciute.}}
 
[[Giovanni Paolo I]], nell'omelia pronunciata il [[3 settembre]] [[1978]] in occasione della sua elezione a [[Pontefice]], scrive ancora:
 
{{quote|Abbiamo voluto iniziare questa nostra omelia in latino, perché, come è noto, esso è la lingua ufficiale della Chiesa, della quale esprime, in maniera palmare ed efficace, la universalità e la unità.}}
*l'imparzialità.
 
Benedetto XVI, in relazione al [[Catechismo della Chiesa Cattolica]], invita a presentare le preghiere della Tradizione anche nella [[lingua latina]]. Il loro apprendimento anche in questa lingua, scrive, faciliterà la preghiera comunitaria dei fedeli appartenenti a diverse culture.(Benedetto XVI, Insegnamenti, [[2005]] pp.283-287).
 
Proprio per il suo carattere universale il latino favorisce la sintesi del cattolicesimo e ne rinsalda i vincoli dell’unità. Non essendo però legato a nessuna cultura specifica il latino mantiene la sua imparzialità. Infatti non è una lingua nazionale al pari delle altre e dunque proprio perché non appartiene nello specifico ad un popolo, è universale, dunque cattolica, secondo il significato lessicale del termine.

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