177 841
contributi
Nessun oggetto della modifica |
|||
==Il latino nell’età arcaica==
Il latino arcaico, presente fino al [[III secolo a.C.]] ebbe una finalità quasi esclusivamente funzionale. Venne utilizzato per le iscrizioni, le dediche, le epigrafi funerarie o celebrative.
==Latino nell’età imperiale==
{{quote|''Romanam Curiam fas est adire, praeterquam officiali Latino sermone, cunctis etiam sermonibus hodie latius cognitis.''|Si può ricorrere alla Curia romana, oltre che nella lingua ufficiale latina, anche in tutte le lingue oggi più largamente conosciute.}}
[[Giovanni Paolo I]], nell'omelia pronunciata il [[3 settembre]] [[1978]] in occasione della sua elezione a [[Pontefice]], scrive ancora:
{{quote|Abbiamo voluto iniziare questa nostra omelia in latino, perché, come è noto, esso è la lingua ufficiale della Chiesa, della quale esprime, in maniera palmare ed efficace, la universalità e la unità.}}
*l'imparzialità.
Benedetto XVI, in relazione al [[Catechismo della Chiesa Cattolica]], invita a presentare le preghiere della Tradizione anche nella [[lingua latina]]. Il loro apprendimento anche in questa lingua, scrive, faciliterà la preghiera comunitaria dei fedeli appartenenti a diverse culture.(Benedetto XVI, Insegnamenti, [[2005]] pp.283-287).
Proprio per il suo carattere universale il latino favorisce la sintesi del cattolicesimo e ne rinsalda i vincoli dell’unità. Non essendo però legato a nessuna cultura specifica il latino mantiene la sua imparzialità. Infatti non è una lingua nazionale al pari delle altre e dunque proprio perché non appartiene nello specifico ad un popolo, è universale, dunque cattolica, secondo il significato lessicale del termine.
|